- Trova le differenze? o trova le somiglianze?
- Altre raffigurazioni della vita di Cristoforo
- Bibliografia
Trova le differenze? o trova le somiglianze?


Quale giochino vogliamo fare qui? Perché il soggetto è lo stesso, ma il modo in cui è trattato è così diverso che si capisce che parliamo di san Cristoforo solo dalla didascalia (e dal fatto di essere ospitati da questo blog, ovviamente). A ben vedere, anche qui abbiamo qualche problema: da una parte abbiamo San Cristoforo con scene del suo martirio, dall’altra san Cristofaro e scene della sua vita e del suo martirio.
Lo stesso santo (anche se con nome diverso)
Cominciamo col dire che i nomi del santo sono tanti anche in Italiano: variante più diffusa è Cristoforo, ma si trova anche Cristofaro e Cristofano (ad esempio a Barga), con i soprannomi Cristofarino e Cristofanino (ad esempio, il bustocco Cristofanin) o Cristofanone.
Quindi il santo è lo stesso. Anche la tipologia di raffigurazione è simile: in mezzo l’immagine del santo e intorno immagini più piccole agiografiche.
Due storie e due immagini per lo stesso santo
Solo che le due storie raccontate sono diverse. E anche il santo è raffigurato in modo completamente diverso. Incominciamo con il dipinto di Barcellona Pozzo di Gotto, che riproduce un’iconografia a noi ben nota, quella di Cristoforo traghettatore del Bambino.
Cristoforo cinocefalo su un’icona greca (oggi al Museo delle Icone di Recklinghausen)
La prima è un’icona del XIX secolo che illustra la vita di san Cristoforo secondo la tradizione orientale.
La fonte per la tradizione orientale
La fonte è la più antica, il manoscritto latino dell’VIII secolo che parla di un eccezionale guerriero dalla testa di cane che chiede a Dio la facoltà di parlare. Inizia, dunque, a predicare il Vangelo, converte molti soldati e, per questo motivo, subisce il martirio a causa del crudele re che lo fa torturare e infine decapitare. Anche Niceta e Aquilina, le due prostitute mandate dal re a sedurre Cristoforo, si convertono e subiscono il martirio. Seguiamo la vicenda nei riquadri.

La storia di san Cristoforo
- Cristoforo si inginocchia con le braccia distese davanti a un angelo che si avvicina dal lato destro, e gli conferisce la capacità di parlare.
- Il comandante parla con Cristoforo. Indica la testa del santo, che ha alzato le mani nel gesto del discorso e sembra voler giustificare la sua testa di cane.
- Cristoforo incontra i soldati che dovrebbero guidarlo davanti al re. Inginocchiato, allunga le mani verso di loro e mostra così il suo atteggiamento pacifico. In posizione inginocchiata, ha le stesse dimensioni dei soldati: è davvero un gigante!
- Il santo, che indossa solo un perizoma, viene battezzato. da due sacerdoti.
- Cristoforo, di nuovo in ginocchio, assiste alla conversione dei soldati. Dal bordo superiore, un angelo guarda verso il basso da un segmento del cielo.
- Il santo battezza un gruppo di persone, probabilmente i soldati appena convertiti. Questi hanno le braccia incrociate davanti al petto e indossano lo stesso perizoma di Cristoforo,
- Cristoforo, con le mani legate alla schiena e accompagnato da soldati, si trova davanti al re in trono.
- Legato e appeso per i capelli a un albero, il santo viene torturato con un coltello
- Il colossale Cristoforo viene torturato con torce.
- Cristoforo viene decapitato. Da una sfera celeste brillano raggi di benedizione sul santo.
- Vengono presentate le prostitute
- Cristoforo viene cremato; il suo corpo è chiaramente riconoscibile, intatto e splendente.
- Aquilina viene uccisa.
- Niceta viene uccisa.
Cristoforo, santo soldato martire cinocefalo
Il santo è raffigurato al centro dell’icona in armatura d’oro, con un mantello rosso. Nella mano destra tiene il bastone in fiore, nella sinistra uno scudo d’oro decorato con una maschera. La sua testa nimbata appare girata a sinistra in un profilo di tre quarti;, lo sguardo è rivolto all’osservatore. Il santo si trova in un paesaggio su uno sfondo dorato.
Un soldato santo martire, dunque. Ha in mano una verga fiorita. E ha il volto di cane.
Ma al san Cristoforo cinocefalo dedicheremo presto un post.
Una verga fiorita
Mentre della verga fiorita, possiamo ricordare che la Bibbia è pieno di bastoni fioriti: da quello di Mosè a quello di Giuseppe, sposo di Maria, fino al bastone (ma questo non è biblico) di san Giorgio.
Cristoforo traghettatore del Bambino a Barcellona Pozzo di Gotto
L’olio su tela proviene dall’antica Chiesa di S. Sebastiano a Barcellona Pozzo di Gotto. Dipinta fra il secolo XVI e XVII, è stata attribuita alla scuola di Antonello Riccio.
La fonte per la tradizione occidentale
La vita di san Cristoforo è basata sulla fonte più comune per le raffigurazioni occidentali, la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine.

- Reprobo è alla ricerca dell’uomo più potente della terra da servire
- Si mette al servizio di un re
- Ma il re ha paura del diavolo, allora Reprobo lo lascia
- si mette alla ricerca del diavolo
- Lo trova e gli si sottomette
- Ma anche il diavolo mostra paura della croce.
- Ancora alla ricerca, questa volta di Cristo.
- Reprobo trova l’eremita e parla con lui
- Si mette in attesa di Cristo nella sua capanna
- Il Bambino gli chiede di essere trasportato
- il bastone fiorisce, come promesso dal Bambino
- Cristoforo osserva il bastone fiorito, mentre avanza.
- 14. 15. Sono le scene del martirio, probabilmente. Ma a noi sono illeggibili.
Nei riquadri angolari sono applicate quattro teste di cherubini intagliate e indorate, mentre in quello centrale del rifascio superiore è applicato un cartiglio con una scritta di cui , dal basso, è possibile leggere soltanto una parte : “…FIGRADE ETIO/ DEFENDE ME AB OI/ PERICULO ET A MALA/ MORTE…” . In ogni caso, una delle preghiere rivolte al nostro santo.
San Cristoforo traghettatore
Forte e robusta appare la figura di Cristoforo, avvolta da un mantello. Il santo si appoggia al suo bastone e rivolge con gravità lo sguardo al Bambino che porta sulle spalle e dal quale riceve rassicurazione. Interessante lo sfondo: un cielo denso di nuvole minacciose, un orizzonte luminoso ed un paesaggio marino che sembra una veduta dello Stretto di Messina, delimitato in lontananza dalle Isole Eolie.
Questo è il san Cristoforo a cui siamo più abituati, il traghettatore, che trasporta il Bambino e protegge dalla mala morte. Da notare la scarsa importanza attribuita all’ultima parte della vita di Cristoforo: la predicazione, la tortura e la morte sono racchiuse in soli tre riquadri. Da notare, invece, che il santo appare come camminatore per quattro volte. Insomma, un santo che è stato un viaggiatore e che protegge i viaggiatori dai pericoli dei viaggi.
Altre raffigurazioni della vita di Cristoforo
Sono molte le raffigurazioni della vita e del martirio di Cristoforo che abbiamo incontrato e che incontreremo. Dal Martirio di san Cristoforo di Mantegna, al grande san Cristoforo di Hemblington (Norfolk) o quello di Shorwell, sull’Isola di Wight. Dalle tracce di affresco nella chiesa di Albino alle storie di san Cristoforo nella cappella Valeri nel Duomo di Parma.
Qui vi parlo solo di un’immagine piuttosto recente, che risale agli anni Sessanta del XX secolo, anni di grande furore per san Cristoforo, diventato patrono degli automobilisti. Si trova nel Santuario della Madonna del Buon Viaggio a Mornago (VA).

Cristoforo è raffigurato al centro come il traghettatore (curiosamente con i calzari ai piedi… ma ormai è il patrono degli automobilisti!). Intorno al santo scene della sua vita: quando attende di mettersi al servizio di Cristo, quando confessa la sua fede davanti al re, quando viene torturato e quando si china per l’ultima volta, pronto per essere decapitato.
Bibliografia
- Martin Bock, CHRISTOPHOROS KYNOKEPHALOS. Die Darstellungen des hundsköpfigen Christophoros auf Ikonen des Ikonen-Museums Recklinghausen, 1997 (il libro mi è stato regalato da FRANCO RISARI, che ringrazio)
- Sul San Cristoforo di Barcellona Pozzo di Gotto
- Sul Santuario della Madonna del Buon Viaggio: FAI, Upel.va.it