San Cristoforo fra Inghilterra e Continente (1207-1500)
San Cristoforo arriva in Inghilterra
Fu probabilmente il re Enrico III (1207-1272) a introdurre in Inghilterra la devozione alle immagini di san Cristoforo: aveva conosciuto il santo in Francia, per le sue frequentazioni o forse grazie alla moglie Eleonora di Provenza o comunque ai suoi legami con la Francia. Quindi, quando arriva il santo è già il santo con il Bambino (mancano del tutto le attestazioni dell’iconografia precedente).
XIII secolo: San Cristoforo porta il Bambino in braccio
La prima attestazione di san Cristoforo sono un’immagine nella Cappella di San Pietro in Vincoli nella Torre di Londra nel 1240 e una miniatura del Salterio di Westminster del 1250, mentre risalgono alla fine del XIII secolo gli affreschi murali nell’Abbazia di Westminster e nell’Abbazia di Lacock.
In queste prime immagini, san Cristoforo porta il Bambino in braccio, sostenendolo con le sue braccia. Tiene nella mano un bastone che termina con un pomo. Il suo corpo è longilineo, come si evince anche dal viso magro ed allungato.
XIV secolo: un santo alla moda
La fama del santo si diffonde e raggiunge anche le chiese rurali e provinciali. A metà del secolo tutte le chiese ne vogliono un’immagine.
Inizio del XIV secolo
Due elementi sono nuovi: il bastone si è allungato notevolmente, trasformandosi nel bastone di un pellegrino e il Bambino è ora posto sulla spalla del santo, non fra le sue braccia. Il santo è alto e longilineo e indossa una tunica lunga fino ai piedi.
Incomincia a comparire l’elegante curvatura ad S del santo che si piega sulla vita. Vengono inseriti elemento del paesaggio come la fauna marina oppure il pescatore e gli alberi: sarà una caratteristica sempre presente nelle raffigurazioni del XV secolo.
Intanto. San Cristoforo sta diventando sempre più robusto, con grandi spalle e gambe possenti. Il Bambino, rivolto verso il santo, tiene frale mani un lungo cartiglio che conteneva una frase simile a quella dell’incisione di Buxheim: Ki cest image verra le jur de male mort ne murra’.
Un altro cambiamento investe san Cristoforo verso la fine del XIV secolo: porta il Bambino direttamente sopra la sua testa e, per guardarlo, volta il visto di novanta gradi. Emerge la fatica del santo che vuole portare un Bambino sempre più pesante. Anche la posizione delle gambe esprime movimento: in particolare il ginocchio piegato e i piedi che quasi danzano nell’acqua. La veste si è accorciata e viene raccolta in vita dal santo. Questa raffigurazione è la più vicina a quelle francesi e tedesche coeve. con il loro spiccato realismo.
XV secolo
Prima metà del secolo
La caratteristica principale dei san Cristoforo del XV secolo è l’inserimento della figura in una scena tridimensionale con una serie di particolari che diventano tipici: le rocce, gli alberi, un mulino, l’eremita con la lanterna.
La posizione delle gambe resta quella presente, con il ginocchio piegato e i piedi danzanti.
La seconda metà del XV secolo
Se continua la posizione piegata della ginocchio e il movimento danzante dei piedi, da rilevare è l’imponenza del corpo, della muscolatura delle gambe e dei piedi. L’impressione è quella di grande dinamismo. Il santo avanza appoggiato ad un bastone che è diventato un albero fiorito.
Inizio XVI secolo
Un san Cristoforo che corre attraverso l’acque, le navi che riempiono il mare, le altre scende della Leggenda Aurea sono testimonianza del fatto che qui ci troviamo ormai all’inizio del XVI secolo: Cristoforo non ha più il ginocchio piegato, né i piedi danzanti.
L’elemento narrativo è presente anche nel libro delle ore di Enrico VIII (san Cristoforo e il diavolo, il traghettamento)
Ma è a Hemblimgton l’affresco con il maggior numero di dettagli sulla vita di san Cristoforo.
La devozione a san Cristoforo in Inghilterra fra XIII e XV secolo
La devozione a san Cristoforo in Inghilterra e in Galles è sicuramente basata sull’immagine: san Cristoforo va guardato perché possa proteggere il suo fedele. San Cristoforo appare come un cavaliere, che difende e protegge gli innocenti con la sua straordinaria forza fisica. In stretta relazione con il Bambino che porta, è una sorta di guardiano contro la morte, soprattutto quella improvvisa, i danni e la fatica, il languore; protegge dalle malattie, aiuta sia durante la vita sia nella morte.
Non si evidenziano, dunque, due elementi del santo che sono presenti in Continente: il patronato sui pellegrini (e di conseguenza la posizione dell’immagine del santo all’esterno delle chiese) e il legame stretto con l’acqua.
San Cristoforo patrono dei pellegrini?
Il patronato sui pellegrini e sui viaggiatori sembra solo una conseguenza della sua protezione dalla morte improvvisa che, però, non è solo collegata con i pellegrini ma riguarda ogni uomo. Questo spiega anche la diversa posizione delle immagini del santo: in Inghilterra gli affreschi sono all’interno delle chiese. mentre in Europa sono spesso sulle pareti esterne e su strade di grande passaggio, in modo da essere visibili a tutti i passanti.
San Cristoforo e l’acqua
Anche se esistono alcune attestazioni in Inghilterra e Galles che fanno pensare ad un’invocazione al santo durante l’attraversamento dei fiumi, la maggior parte delle immagini del santo sono riprodotte in luoghi lontani da fiumi o acque. La vera questione è, dunque, solo la protezione contro la morte, soprattutto quella improvvisa, i danni e la fatica, il languore.
Le (poche) chiese dedicate a san Cristoforo
Sono poche le chiese dedicate a San Cristoforo (una decina in tutta l’Inghilterra): questo si spiega in ragione del fatto che il culto di Cristoforo non è mai stato strettamente legato alle sue reliquie (fondamentali per la fondazione di una chiesa), ma soprattutto perché il ruolo del patrono di una parrocchia è anche quello di tenere insieme i parrocchiani, di difenderli dai ‘pagani’. In Europa, invece, si contano molte chiese dedicate al santo, che assume anche il ruolo di difensore della comunità (basti pensare alla leggenda relative alla protezione da parte del santo e del suo simulacro delle città di Barga, di Rab, di Urbania, di Erice).
Bibliografia
In questo articolo ho riassunto in modo molto sintetico la tesi di Eleanor Elizabeth Pridgeon, per l’University of Leicester, 2008. Saint Christopher Wall Paintings in English and Welsh Churches c.1250-c.1500, Anche alcune immagini sono state ricavate dalla tesi.