San Cristoforo protegge Verona dalla mala morte e dalla peste
A Verona, dal XIII secolo, san Cristoforo è uno dei santi protettori della città. Per questo sono presenti moltissime attestazioni, a partire dalla Basilica di san Zeno Maggiore.
Il santo, la cui devozione è scoraggiata dalla Chiesa, sopravvive. A volte si nasconde, altre volte viene ancora pubblicamente invocato. Rimane presente nel cuore dei fedeli. Anche perché il Seicento è il periodo delle grandi pestilenze!
Nell’arte, perde la sua forza miracolosa e diventa un uomo che lotta contro le difficoltà della vita, a volte perso nel paesaggio, a volte dipinto nella sua fatica estrema. Ormai è il Bambino ad essere taumaturgico (com’è giusto che sia, ovviamente).
A Verona, dal XIII secolo, san Cristoforo è uno dei santi protettori della città. Per questo sono presenti moltissime attestazioni, a partire dalla Basilica di san Zeno Maggiore.
Albino, comune all’imbocco della Val Seriana, porta molte testimonianze della devozione per san Cristoforo, collegato alla peste, ma ricordato anche come martire,
Due san Cristoforo in Valsesia hanno come modelli quadri veneziani. A Varallo, il modello è Tiziano; a Riva Valdobbia, Jacopo da Bassano.
A Padenghe sul Garda, nella chiesa di santa Maria Assunta e Emiliano, due pale d’altare rappresentano san Cristoforo che protegge dalla peste, con altri santi.