San Cristoforo a Buxheim: storie di falsificazioni
Una famosa incisione xilografia del 1423 (no del 1450) al monastero di Buxheim e una sua copia pirata al Museo di Budapest. Protagonisti il nostro san Cristoforo, l’eremita e un uomo di fatica,
Il bastone è sempre presente nella raffigurazione di san Cristoforo. Con una valenza diversa rispetto a quella rintracciabile nella Legenda Aurea (dove la fioritura è una prova della divinità del Bambino), è utilizzato da Cristoforo per muoversi nelle acque, ma è contemporaneamente fiorito, a dimostrare che la promessa di Gesù è già realizzata e che il Bambino che Cristoforo trasporta è Cristo.
In alcune raffigurazioni, la palma si trasforma in qualcosa di diverso: il bastone diventa un albero (addirittura con le radici) e quando fiorisce non produce datteri ma vari fiori e frutti, spesso più noti a pittori locali rispetto alle foglie di palme e ai datteri.
Una famosa incisione xilografia del 1423 (no del 1450) al monastero di Buxheim e una sua copia pirata al Museo di Budapest. Protagonisti il nostro san Cristoforo, l’eremita e un uomo di fatica,
Fu certamente all’incisione di Buxheim che si ispirò il pittore gallese della chiesa di Sant Saeran nel Denbighshire per realizzare il suo bel san Cristoforo. Eppure guardate tra i piedi del santo. Dai pesciolini di un fiume della Germania del Sud alla fauna marina, abbondante e pericolosa del Galles costiero!
A Casteldelfino, nella Parrocchiale di Santa Margherita, edificio romanico-gotico del XV secolo, di recente restaurato. In occasione del restauro è comparso un grande san Cristoforo, probabilmente opera di Tommaso Biasacci (seconda metà del secolo XV),
In Val d’Ega, su un capitello contro la peste, è dipinto anche san Cristoforo. Un mugnaio alle spalle del santo ricorda che il santo protegge facchini e uomini di fatica,. Ma forse è anche un richiamo al dio celtico ligure Lugh.
A Laion, sulla facciata della chiesa di San Giovanni Battista a Freina, c’è San Cristoforo del 1727, simbolo della lotta contro le difficoltà del cammino.
Ad Albions di Laion (BZ), un san Cristoforo del XV secolo, firmato dai pellegrini di ogni epoca.
Il San Cristoforo gardenese di Laion si portava brezel, uva e pesce nella scarsella. Anche per questo costituisce una tipica raffigurazione germanica del nostro santo.