- La storia della devozione a san Cristoforo, dal XIV al XX secolo, in Piemonte
- XIV secolo: san Cristoforo contro la mala morte, a Piobesi Torinese
- XV secolo: san Cristoforo gigante in montagna a Crissolo
- XV secolo: san Cristoforo gigante in pianura, a Villafranca Piemonte
- XVI secolo: san Cristoforo anche all’interno delle chiese, a Barge
- XVIII e XIX secolo: san Cristoforo abbattuto, a Barge e Crissolo
- XX secolo, Anni Trenta: il revival di san Cristoforo, a Saluzzo
- La devozione per san Cristoforo sul Po nella storia
- Bibliografia
- Grazie a Paolo Castagno e a Giorgio di Francesco che mi hanno segnalato e parlato di questi san Cristoforo!
Il fiume più lungo d’Italia, il Po, è il lungo filo che unisce tra loro il Monviso e Torino. Sulle sponde del grande fiume che nasce come torrente ai piedi del Monviso e arriva a Torino già come fiume, molte volte nella storia è stato raffigurato San Cristoforo, patrono dei viaggiatori e protettore dei guadi. Seguendo il Po dalla sorgente alla prima grande città che incontra, lo troveremo
- CRISSOLO (CN), affresco (scomparso) – Chiesa di san Giovanni – XV secolo
- BARGE (CN), affresco (scomparso) – Chiesa di san Giovanni – XV secolo
- BARGE (CN), affresco (interno) – Cappella del Castello di Barge – XVI secolo
- SALUZZO (CN), affresco – Chiesa di San Giovanni – Ovidio Fonti – 1929
- MURELLO (CN), affresco (tracce) – Chiesa di san Giovanni – XV secolo (?)
- VILLAFRANCA PIEMONTE (TO), affresco (esterno) – Cappella di Missione, XVI secolo
- PIOBESI TORINESE (TO), affresco – Pieve di san Giovanni ai Campi – 1359
Ripercorriamone la storia dal XIV secolo ad oggi.
La storia della devozione a san Cristoforo, dal XIV al XX secolo, in Piemonte
XIV secolo: san Cristoforo contro la mala morte, a Piobesi Torinese
Fra XIV e XV secolo la Valle del Po, tra Torino e il Monviso, era piena di raffigurazioni di San Cristoforo. dipinto di dimensioni colossali sulle pareti esterne delle chiese, permetteva a chi viaggiava di partire e tornare sano, protetto dalla morte improvvisa.
Un esempio di questo patronato è a Piobesi Torinese: Abbiamo già parlato della Chiesa di San Giovanni dei Campi, sulla cui facciata è raffigurato un san Cristoforo, con anche il cartiglio che ne esplicita la funzione.

Ne abbiamo già parlato.
XV secolo: san Cristoforo gigante in montagna a Crissolo
In montagna la sua figura era caratterizzata proprio dal gigantismo e dalla forza, come possiamo vedere nel San Cristoforo di Crissolo ai piedi del Monviso, nel comune del Pian del Re (dove nasce il Po).
Attualmente non ci sono più immagini di san Cristoforo a Crissolo, ma ci resta una fotografia del Santuario di san Chiaffredo, molto importante per tutta la vallata, sulla cui antica facciata (rifatta completamente nel 1902), svettava un gigantesco san Cristoforo. Si trattava di un’opera quattrocentesca di scuola piemontese.


Notevole la statura colossale del santo, che doveva essere visibile a chiunque passasse per quella strada: c’erano uomini sempre in viaggio in quelle montagne, per permettere a chi restava di avere quei prodotti che in montagna non nascevano. Un gigantismo esasperato dalla postura del santo, dalle gambe muscolosissime, dagli ampi abiti, dalla posizione frontale, nonché dalle dimensioni molto ridotte del Bambino. Da segnalare almeno un’altra stranezza del nostro san Cristoforo (lo ammetto, piuttosto bruttino e sproporzionato): è imberbe.
Nel XV secolo, San Cristoforo era raffigurato anche sulla facciata delle chiese di pianura come protettore dei viandanti e spesso in relazione ai guadi che proteggeva e a volte segnalava. Così nella chiesa di Missione a Villafranca Piemonte, dove il santo è dipinto sulla parete sud dell’edificio, peraltro notevole anche per i meravigliosi affreschi di Aimone Dux.
XV secolo: san Cristoforo gigante in pianura, a Villafranca Piemonte
La Cappella di Missione sorge presso l’ansa di un corso d’acqua, nelle campagne di Villafranca Piemonte. Di origine medievale (documenti del 1037), si trova su un sito già antropizzato in età romana. Sulla parete esterna si vedono tracce di un gigantesco san Cristoforo, probabilmente di inizio XVI secolo. Ne riman poco: eppure si nota la posa dinamica del santo che non è frontale, ma in movimento verso destra, tenendosi con due mani ad una lunga pertica (quella di chi attraversa di guadi di un fiume) e volgendosi verso il Bambino appoggiato sulle spalle. Spicca il bianco della fascia di san Cristoforo (solita nelle raffigurazioni di questa zona) e, immagino, il lungo cartiglio che il Bambino tiene fra le sue mani. Si intravede anche una mano benedicente di Cristo.

Chissà quali altri edifici portavano la raffigurazione del Santo, forse quasi tutti nel XV secolo. Io ho notizia, grazie alle informazioni di Giorgio di Francesco, di un grande San Cristoforo, oggi scomparso, sulla facciata della chiesa parrocchiale di Barge. Anche sulla facciata della Chiesa di san Giovanni a Murello, nella piana fra Varaita e Maira (e non molto lontano dal Po), ormai ci sono solo le tracce di un affresco raffigurante il nostro santo.

Il santo, dunque, protegge chi passa. Eppure è raffigurato anche all’interno delle chiese, come a Barge.
XVI secolo: san Cristoforo anche all’interno delle chiese, a Barge
Oggi rimane una raffigurazione del secolo XVI di san Cristoforo all’interno della cappella del diroccato Castello di San Giacomo a Barge, nell’ampia zona delle terre intorno al Po. Il castello era costruito su una rupe al punto di confluenza dei torrenti Chiappera ed Infernotto, dunque in un luogo cha andava protetto dalle alluvioni (e anche questo è uno dei compiti di san Cristoforo). San Cristoforo è raffigurato insieme a San Giacomo ed alla Madonna della Candelora, Abbiamo già trovato questa coppia di santi, la Madonna della Candelora e Cristoforo, presso Buguggiate a Varese, dove il santo veniva raffigurato in compagnia di un eremita con in mano appunto una candela (ma qui Cristoforo sembra non avere caratteristiche particolari legate alla luce).

Potete trovare questa immagine anche sulla pagina FB Sulle spalle di san Cristoforo: la foto è di Diego Muroni e l’ha postata Giorgio di Francesco (che ringrazio).
Alcuni aspetti dell’affresco risultano assai interessanti: intanto il santo ha perso la sua statura colossale ed è equiparato a San Giacomo. Proprio il legame con Giacomo (per nulla casuale, dato che entrambi i santi si festeggiano il 25 luglio) testimonia il patronato dei viaggiatori di san Cristoforo. Nella raffigurazione, significativo il fatto che i piedi del nostro non sono immersi nel fiume ma a terra: egli, quindi, schiaccia con il suo bastone non un’anguilla o una piovra, come al solito, ma un serpente, una sorta di drago Che ci sia qualche relazione con la raffigurazione cremasca di san Cristoforo come uccisore di draghi? Ne ho parlato con Ester Bertozzi in una ricca conversazione.
Passa il tempo e cosa succede al nostro santo? In età di Riforma e di Concilio di Trento, l’immagine viene sempre più contestata. Non è il santo, ovviamente, a non piacere, ma il culto piuttosto superstizioso ad esso collegato. Ecco, dunque, che alla rovina delle raffigurazioni per gli agenti atmosferici (o banalmente il passare del tempo), si aggiunge il disinteresse nei confronti del santo.
XVIII e XIX secolo: san Cristoforo abbattuto, a Barge e Crissolo
In occasione del rifacimento della facciata della chiesa parrocchiale di Barge, nel 1703, e del santuario di san Chiaffredo, ben duecento anni dopo, le grandi immagini del santo fanno la stessa fine: vengono cancellate. La storia della devozione del santo sembra finire qui. Ma non è così.
XX secolo, Anni Trenta: il revival di san Cristoforo, a Saluzzo
Negli anni Trenta del Novecento, san Cristoforo incomincia ad essere indicato come patrono prima dei postelegrafisti, poi degli automobilisti e questo determina la ripresa delle sue raffigurazioni. Ecco allora che Ovidio Fonti, un pittore saluzzese, decide di raffigurare un gigantesco san Cristoforo sulla facciata del Duomo di Saluzzo, L’artista prende a modello il san Cristoforo di Rossana (CN): ne fa quasi un copia, rasentando il falso storico. L’immagine del santo viene vista come un modo per recuperare il Rinascimento italiano, guardando al passato, e per esaltare lo sviluppo e il progresso italiano, guardando al futuro.


La devozione per san Cristoforo sul Po nella storia
Ecco che le raffigurazioni del santo tra Monviso e Torino, seguendo il corso del Po, ci hanno permesso di ricostruire la storia della sua devozione, che è anche, perchè no?, la storia delle nostre paure e delle nostre speranze.
Bibliografia
- Su Crissolo: FB sulle spalle di san Cristoforo
- Su Barge: archeocarta.org;
- Su Villafranca Piemonte: archeocarta.org, viadellerisorgive.com
- Su Saluzzo:
- wikipedia,
- alla pagina di teche friulane, è possibile vedere una fotografia scattata nel 1937 che mostra l’affresco di Ovidio Fonti in modo molto chiaro