- Beinette e san Cristoforo, dalla devozione alla rimozione
- Per visitare, almeno virtualmente, Santa Maria della Pieve
- Bibliografia
- Grazie a Grazia Dosio per le immagini e le informazioni
Beinette e san Cristoforo, dalla devozione alla rimozione
Beinette tra le acque e le strade
Beinette è una bella cittadina situata sull’altipiano di Cuneo, a stretto contatto con le acque con cui ha convissuto nel corso della sua lunga storia: il lago Beinette e i torrenti Brobbio e Josina. Prima abitarono la zona i Bagienni, una tribù ligure, poi arrivarono i romani. E proprio i primi secoli della dominazione romana corrisposero al periodo di splendore di Beinette che sorgeva lungo la vita di comunicazione tra la Pianura Padana e le Alpi Marittime tra i valichi verso la Costa Azzurra e la Liguria. Seguirono secoli bui, ma la città riprese importanza intorno all’anno Mille. Risalgono all’XI secolo anche la pieve e il monastero femminile Santo Stefano del lago.

Beinette ama san Cristoforo
In questo contesto attecchì profondamente la devozione per san Cristoforo che, insieme a san Giacomo, è il patrono della città. Non meraviglia questo amore fra gli abitanti di Beinette e il nostro santo. San Cristoforo, infatti, insieme appunto a san Giacomo, accompagna i pellegrini e Beinette fu un luogo di passaggio, fin dai tempi dei romani. La vicinanza con l’acqua offre un altro rinforzo per la devozione a san Cristoforo, da sempre patrono dei guadi e collegato anche al pericolo di inondazioni. E forse c’è ancora qualcosa di più: un legame profondo fra la religiosità celtico-ligure e la figura di san Cristoforo: l’esempio più lampante è rinvenibile a Barga ed è stato approfonditamente trattato da Stefano Borsi.

San Cristoforo nella pieve di santa Maria
Già attestata a partire dal 1041 (ma edificato in sito di frequentazione già romana), la pieve di Beinette sovrintendeva le dieci chiese dell’antico pagus. La chiesa conserva affreschi del XV secolo di alto valore artistico, che sono stati riportati alla luce solo nel XXI secolo.
Fra gli affreschi dipinti è raffigurato, fra gli altri, un bellissimo san Cristoforo, anzi due!
Un san Cristoforo colossale che ci protegge
Appena alla sinistra dell’ingresso principale, ci accoglie un colossale san Cristoforo. L’immagine è reperibile a questo link.
Il santo ha i piedi nell’acqua (e sullo sfondo si vedono le montagne) e trasporta il Bambino, che sta a cavalcioni della spalla destra del santo e tiene con la mano sinistra il globo del mondo, mentre con la destra ci benedice. Il santo indossa una lunga veste con mantello, dorata e nera (o grigia): la raccoglie con la mano sinistra, mentre con la destra tiene il bastone che fiorisce sulla sommità (niente foglie di palma, però, un alberello frondoso). La fattura è piuttosto semplice. Sembra più tardo degli altri affreschi della Pieve, che risalgono alla fine del Quattrocento.
Un elegantissimo Cristoforo, patrono di tutti i viandanti
Davvero notevole, invece, il san Cristoforo che si trova al centro della parete destra.

Ha la barba il nostro santo, eppure è un giovane elegante, con abito dorato e mantello di porpora foderato. L’abito è stretto in vita e chiuso da molti bottoncini. una cinta permette al santo di raccogliere la veste. Tiene nella mano un lungo bastone, che termina con foglie di palma. Il Bambino sta in piedi sulla spalla sinistra di Cristoforo. Ha nella mano sinistra il globo del mondo, mentre con la destra afferra un ciuffo di capelli del santo. I suoi piedi sono immersi nell’acqua, in cui nuotano molti pesci.
Beinette dimentica san Cristoforo
San Cristoforo e san Giacomo: la chiesa parrocchiale, fra XIII e XVII secolo
La chiesa dei santi Giacomo e Cristoforo sorgeva accanto al castello e venne costruita nel XIII secolo, dedicata ai due patroni di Beinette, appunto san Giacomo e Cristoforo. Ecco perché ancora oggi sull’altare in marmo policromo settecentesco si trova un tondo (forse del XVII secolo) con una raffigurazione dei due santi.


Il nostro san Cristoforo assomiglia moltissimo al san Cristoforo di Tiziano del Palazzo Ducale a Venezia, che il pittore certamente conosceva. Da notare che il pittore di Bainette è preoccupato di evitare la doppia presenza del Bambino nel quadro: indispensabile per distinguere il santo, non viene raffigurato nelle braccia della Madonna. E san Giacomo indica il Bambino ai fedeli che guardano devotamente la pala sull’altare per pregare. Già è cambiato qualcosa nell’immagine di san Cristoforo, rispetto agli affreschi della Pieve. Non più il santo che protegge i pellegrini, ma il santo che trasporta il Bambino, il vero protettore di ogni uomo.
San Giacomo: la chiesa parrocchiale dal 1748
Ma poi è successo qualcosa di molto più dirompente. La chiesa, ormai in rovina, venne ricostruita nel 1748, con forme settecentesche e san Cristoforo venne dimenticato. Nella dedicazione della chiesa, si fa riferimento solo a san Giacomo e tutti gli affreschi della chiesa fanno riferimento alla vita di san Giacomo.

Nell’ingresso della chiesa, poi, nella parte terminale delle navate laterali, si trovano due teche: una dedicata a san Giacomo, l’altra a sant’Antonio da Padova. Ci saremmo aspettati san Cristoforo ed invece ci siamo trovati un altro santo che ha a che fare con Gesù Bambino, in una posizione non così diversa: il Bambino, seduto sul Vangelo, aperto nelle mani del santo, si allunga verso di viso di sant’Antonio.

Ci stupisce? Fino ad un certo punto. Nel XVII e XVIII secolo san Cristoforo aveva perso appeal, caduta la sua devozione, talora superstiziosa, sotto gli strali della Riforma prima e del Concilio di Trento dopo. Ma rimaneva nella mente del popolo che lo sostituiva con dei santi che ne richiamavano la funzione o, in questo caso, l’immagine.
Una devozione coltivata e poi dimenticata, di cui restano però i meravigliosi affreschi della Pieve.
Per visitare, almeno virtualmente, Santa Maria della Pieve
Bibliografia
- Su Beinette: pagina wikipedia,
- Sulla Madonna della Pieve: archeocarta.org, sebastianus.org, samuelesilva
- Per approfondire: Elisa Grosso, La pieve di Beinette e il suo apparato decorativo. Storia, iconografia, attribuzione, restauro, 2009
- Sul rapporto fra san Cristoforo e la religione celtico-ligure: Stefano Borsi, Storia di san Cristoforo. Origini e diffusione di un culto tra mito e realtà, Libria 2017