Le porte di Erice e san Cristoforo
Erice ha una cinta muraria elimo-punica, costruita fra il VI e il VII secolo a. C. Si accede alla città attraverso tre porte: hanno tutte e tre a che fare con san Cristoforo.
Porta Trapani
Si trova presso l’ingresso del centro storico, il borgo medievale di Erice. Accanto alla porta, c’è una piccola edicola con una statua di san Cristoforo. Non è insolita questa posizione del santo sulla porta della città, a proteggere chi entra e chi esce. Anche a Verona il santo svettava da tutte le porte della città, come stabilivano gli statuti comunali del XIII secolo.
Porta Carmine
Il nostro santo è strettamente collegato anche all’altra porta di Erice, Porta Carmine, come ci racconta la leggenda del piede del diavolo.
Un giorno il diavolo, sotto le sembianze di un pellegrino, si era intrufolato nella città, indossando il manto della Madonna della chiesa di sant’Orsola. Si trovava ad Erice anche San Cristoforo che si concretizzò nella statua in legno che lo raffigurava, custodita nella chiesetta di piazza Carmine. Sia la chiesa di sant’Orsola, sia la chiesa del Carmine, si trovano presso Porta Carmine.
Porta Spada
Ma il diavolo si intrufolò nella città e san Cristoforo lo inseguiva: sentiva, infatti, l’odore di zolfo. Il santo, ovviamente, riuscì a raggiungere il diavolo e a riempierlo di botte. Il diavolo travestito scappò, appoggiandosi su uno dei blocchi delle mura ciclopiche: vi lasciò impressa la sua orma, ancora oggi ben visibile, appunto il piede del diavolo.
Se ancora oggi, talvolta. il diavolo fa qualche capatina a Erice, evita di passare per Porta Spada: non vuole ricordare l’esito dell’incontro con San Cristoforo!
Santi patroni che scacciano nemici (e diavoli)
Il ruolo di san Cristoforo, in questa leggenda, è quello tipico di un santo patrono che difende la sua città dagli attacchi dei nemici (veri o diabolici). La devozione al patrono è collegata anche al culto delle sue reliquie, particolarmente significative a Arbe (il cranio), a Barga (una falange del dito) e a Urbania (l’omero).
San Cristoforo patrono difende la città dai nemici
Barga
I Barghigiani poterono avere una falange del dito che depositarono in chiesa fra il 913 ed il 982. Intorno alla reliquia, iniziò una devozione molto significativa al santo, con la costruzione di un colossale Duomo. La parte più importante del Duomo è collegata ad una statua lignea che, in tempo di guerra, veniva portata sopra un carro sulle mura di Barga, gettando scompiglio fra gli assedianti.
Arbe-Rab e il cranio di san Cristoforo
9 maggio, festa di san Cristoforo, secondo il rito orientale, è anche il dies victoriae per Rab-Arbe, isola croata del Golfo del Quarnero. Nel 1075, infatti, il santo liberò la città dai Normanni: i nemici scagliavano frecce contro le mura, ma esse tornavano indietro e colpivano gli aggressori. In questo caso, risulta evidente l’identificazione fra la città e il santo, secondo il racconto della Leggenda Aurea.
Anche nel 1364, san Cristoforo liberò la città dai Veneziani: era il 21 luglio, data molto vicina al giorno del santo secondo il rito occidentale, il 25 luglio.
I cittadini, dunque, dichiararono i giorni dal 25 al 27 solenni e celebrarono il santo con una grande festa che si svolge ancora oggi, la fiera di Rab (Rabska Fjiera). La festa ha il suo culmine nella celebrazione del santo e nel torneo dei balestrieri di Arbe.
Urbania
In occasione di almeno due tragiche circostanze, i cittadini di Urbania si posero sotto la protezione dalla città (e da tutto il territorio): il terremoto del 1781 e l’epidemia di colera del 1855.
Santi vs diavoli e montagne: dalla Sicilia alla Val di Fassa
il racconto della rocambolesca fuga del diavolo e del segno lasciato sulla montagna accomuna il santo ad altri patroni.
Il diavolo fu allontanato dalla Val di Fassa dalla sua patrona, Santa Giuliana: il foro attraverso cui è stato cacciato è ancora visibile sulla parete della Roda di Vael, appena sotto la cima Vael. Questa finestra porta il nome di Bus de Sent’Uljana o Crep de Sant’Uliana.
Porta Spada, San Cristoforo e la canicola
Nei giorni del solstizio d’estate, il sole è perfettamente allineato con Porta Spada.
Gli allineamenti degli astri e della luna nei giorni speciali come equinozi e solstizi sono molto importanti per i cristiani nel Medioevo.
San Cristoforo, in particolare, è legato strettamente al solstizio d’estate. La festa del santo cade il 25 luglio, il periodo della “canicola“, quello in cui il sorgere e tramontare di Sirio coincidono con quelli del Sole. Questo spiegherebbe (forse) la testa canina del santo della tradizione orientale. Ci ritorneremo.
In alcuni speciali luoghi legati a san Cristoforo, dunque, i solstizi assumono un’importanza particolare.
A Barga, il doppio tramonto
A Barga, la sera del solstizio, dal Duomo di san Cristoforo si può vedere la luna tramontare sulla fronte del Monte Forato: è il doppio tramonto. Se ne deduce che il colle su cui sorge il Duomo, sin dall’antichità fu luogo sicuramente privilegiato per il calcolo del tempo con le osservazioni del movimento lunare e della stella Sirio, un antico osservatorio dei Liguri-Apuani. Oggi sorge un Duomo dedicato al nostro santo.
A Treviso, la luce sui santi
Nel Tempio di san Nicolò a Treviso, dove si trova un san Cristoforo veramente colossale, il mezzogiorno del solstizio d’inverno, i raggi del sole illuminano i santi della navata centrale.
Ad Erice, san Cristoforo a Porta Spada
Dunque, il legame fra luce e solstizio, presente in molti luoghi cristoforici, è evidente anche ad Erice, dove il luogo dell’allineamento del sole nel solstizio è proprio quella Porta Spada presso la quale si trova la statua di san Cristoforo.
Bibliografia
- Sulle leggende di Erice Quando il sole entra a Porta Spada; Il piede del diavolo
- Su san Cristoforo ad Arbe: rab-visit.com,
- Sulla fiera di Rab: Kvarner
- Su Barga: Giornale di Barga