Il maestro di Soriguerola, il martirio di san Cristoforo e un Cristo adulto

Meraviglioso il frontale di un altare dipinto all’inizio del XIV secolo dal Maestro di Soriguerola. E molto interessante la raffigurazione di cinque scene della vita e del martirio di san Cristoforo. Ma incominciamo: dove possiamo ammirare questo capolavoro?
Dove possiamo ammirare il frontale d’altare catalano
Possiamo ammirare oggi al al Museu Nacional d’Art de Catalunya (MNAC) quest’opera. Gli studi più recenti confermano la sua provenienza dalla chiesa di san Cristoforo de Toses (Ripollés, Catalogna), splendido esempio di romanico catalano, ricostruita nel secolo XI e XII, ma già esistente nel X secolo. Il frontale di san Cristoforo, insieme a due altri pannelli presenti al MNAC (San Pietro e Paolo, san Michele e il diavolo), costituiva la decorazione originaria dell’altare principale della chiesa di san Cristoforo de Toses (Ripollés, Catalogna).
Il martirio di San Cristoforo
Se la scena centrale raffigurata è quella dell’attraversamento del fiume, i quattro riquadri laterali raffigurano altri quattro momenti del martirio di san Cristoforo, secondo la Legenda Aurea.
San Cristoforo, Nicea e Aquilina
Il re di Samo, deciso a perseguitare Cristoforo che predica ovunque il vangelo, ordina di rinchiudere il santo con due cortigiane, Nicea e Aquilina: spera che lo seducano, riconducendolo al paganesimo. Sono raffigurati il re Dagno che manda il santo gigante nel carcere, mentre Cristoforo tiene con la mano destra le mani delle due ragazze. Stanno entrando nel carcere (SPOLIER: Cristoforo convertirà le due cortigiane, martirizzate il giorno precedente a Cristoforo).

San Cristoforo, illeso fra le fiamme
Iniziano le torture finalizzate al martirio del santo: gli viene fatto indossare un casco rovente, ma il santo sta illeso in mezzo alle fiamme grazie all’intervento di Dio (vedasi la mano di Dio che benedice il santo da un nuvola).

San Cristoforo e le frecce che cambiano traiettoria
Il re Dagno comanda che il santo venga ucciso con le frecce. Ma le frecce cambiano direzione e una finisce nell’occhio del re (SPOILER: con il sangue del martire, anche l’occhio del re Dagno guarirà)

Facciamola finita
Solo dopo ancora una vana tortura delle frecce, il re comanda la decapitazione di Cristoforo. Così il santo perde la vita (SPOILER: e va diretto in paradiso!)

Eppure, anche se è evidente l’interesse ancora per il martirio, è un’altra scena ad imporsi.
San Cristoforo, il traghettatore di Cristo adulto

Al centro del frontale d’altare, in dimensione doppia rispetto ai riquadri laterali, è raffigurato il santo, frontale e barbuto, che ha i piedi immersi nelle acque, in cui nuotano dei pesci. Si appoggia ad un bastone già fiorito e porta sulle spalle Cristo. Ma qui un novità: non c’è il Bambino, ma un Cristo adulto, barbuto e in Maestà, nimbato, che ci benedice.
Caratteristica delle raffigurazioni più antiche, come abbiamo già visto a Taufers in Munstertal, particolare ripresa all’inizio del XIV secolo, quando ormai in Spagna si è ormai diffusa un’iconografia davvero molto particolare (con macina e pellegrini alla cintura) di cui parleremo presto.
Bibliografia
- Sulla chiesa di San Cristoforo di Toses: enciclopedia.cat
- Grau Lobo, Luis.. «San Cristóbal, homo viator enlos camnos bajomedievales avance hacia el catálogo de una iconografía singular». Brigecio: revista de estudios de Benavente y sus tierras, fasc. 4–5 (1995 1994): 167–84.
- sull’altare MNAC
- Morenilla, Iris Bautista, e Anna Nualart Torroja. «Frontal y laterales de altar de san Cristóbal de Toses. Confirmación del conjunto gótico mediante el estudio del soporte». Archivo Español de Arte 90, fasc. 359 (30 settembre 2017): 301–10. https://doi.org/10.3989/aearte.2017.20.