Oltre a san Cristoforo e al Bambino, un protagonista: l’eremita
A volte è il santo ad essere il protagonista, a volte il Bambino sulle sue spalle. Dipende dalle epoche: in quella più antica non il Bambino non è nemmeno rappresentato, poi, dal XII secolo in poi, il Bambino compare sulle spalle del santo. Poi dal XIII e XIV secolo la raffigurazione diventa più narrativa e allora compaiono altri personaggi sulla scena dell’attraversamento del fiume, Oggi parliamo di lui, dell’eremita.
L’eremita nella Legenda Aurea
Nella Legenda Aurea, è un personaggio importante per la conversione di Cristoforo: a lui, infatti, si rivolge Reprobo per avere un aiuto. Vorrebbe incontrare Cristo, l’uomo più potente del mondo, capace di far paura anche al demonio in persona. E l’eremita gli consiglia di porsi al servizio di coloro che devono passare il fiume: solo in questo modo incontrerà Gesù. E così avviene.
Nel momento del passaggio del fiume, mentre Reprobo il gigante cananeo si sta trasformando nel colossale Cristoforo, l’eremita assiste alla scena.
L’eremita e Walther di Spira
Secondo una fonte ancora precedente, raccontata da Waltherius Spirensis, l’attraversamento avviene di notte: ecco perché l’eremita tiene nelle sue mani una lanterna accesa.
Presente nelle raffigurazioni d’oltralpe, l’eremita spesso è rappresentato nei pressi della sua povera capanna; è un vecchio dalla barba lunga che indossa abiti monastici.

L’eremita con lanterna
Se nella raffigurazione fiamminga guarda con attenzione la scena, normalmente guida san Cristoforo con la luce della sua lanterna.



In altre raffigurazioni, la capanna dell’eremita si trasforma in una cappella con delle decorazioni interessanti.


L’eremita con fiaccola
Menzione speciale per l’eremita dell’Oratorio della Schirannetta a Varese, che tiene in mano una fiaccola accesa (un riferimento alle candele votive?).

L’eremita con il rosario
In altre raffigurazioni, l’eremita compie altre azioni.
Nel Libro francese delle ore del XV secolo, tiene nella mano destra ancora la lanterna, mentre stringe con la sinistra un rosario. Invece a Ortisei, c’è ancora il rosario, ma compara anche il libro delle preghiere.


L’eremita pellegrino
Ultima menzione per uno dei miei san Cristoforo preferiti, quello sulla parete di Ciasa Ischiacia a Moena.

L’eremita sta presso la riva del fiume che illumina con la sua lanterna. Indossa il saio del Frati bianchi che hanno abitato per secolo l’Ospizio di san Pellegrino: la casa di accoglienza si trovava sulla montagna che incombe su Moena, presso quel passo san Pellegrino che è sempre stato un passaggio fra il Tirolo e Venezia. L’Ospizio è raffigurato ai piedi della montagna (su cui corrono liberi cervi).
Nella mano sinistra l’eremita tiene una borsa: forse per la questua? O forse è una simbolo della sua condizione di pellegrino? Pellegrino l’eremita, pellegrini gli uomini che passavano per l’ospizio, pellegrini quelli che si votano al santo ogni mattina, pellegrini noi che ci lasciamo portare sulle spalle di san Cristoforo.