Tra le meraviglie dell’arte, san Cristoforo di Tiziano

Ma molto più maravigliosa è la figura del San Christoforo (posta sopra la porta della Scala vecchia del Doge, per dove si và al Collegio), che varca il fiume con Nostro Signore piccioletto in ispalla, nel cui volto comprendesi la nobiltà, nell’energia de’ muscoli la fortezza, e nell’attitudine da à vedere, quanto gli prema il peso del Rè del Cielo. Quindi è, che mirando il picciolo bambino mostra di stupire dell’insolita gravezza

(Carlo Ridolfi, Meraviglie dell’arte, 1648)
Tiziano. San Cristoforo, 1523 Palazzo ducale, Venezia

1577: brucia Palazzo Ducale

1577: si alzano dal Palazzo Ducale nuvoloni di fumo. Bruciano il soffitto e i dipinti di Pisanello, Bellini, Vivarini, Carpaccio, Pordenone e Tiziano. Si interviene subito: uomini si arrampicano sulle scale. Eppure bruciano la Sala dello scrutinio e quella del Maggior Consiglio. Per fortuna, l’incendio non arriva fino all’appartamento del Doge, nemmeno nella sua cappella e nemmeno sulla scala che mette in comunicazione l’una con l’altra e quindi si salva questo affresco.

Uno dei pochi affreschi di Venezia

Due volte salvato: una volta dal fuoco e anche dall’acqua. Sono pochissimi a Venezia gli affreschi: non riescono a resistere all’acqua salmastra, Certamente anche tanti altri San Cristoforo sono scomparsi a Venezia, come per esempio il bel San Cristoforo affrescato che compare nel quadro di Michele Marieschi, Veduta del Canal Grande dalla Riva del Vin del 1750 che mi ha segnalato Debora Gusson di Rii interai (e la ringrazio). Oggi di questo affresco non è rimasta nemmeno una traccia.

Andrea Gritti, Tiziano e San Cristoforo

Ma rimaniamo qui, sulle scale: chiudiamo gli occhi e andiamo indietro di cinquant’anni. Non è più il 1577, ma il 1523. Andrea Gritti è appena stato eletto doge e chiede al pittore di corte Tiziano un affresco che deve porre sul passaggio che lui percorrerà tutti i giorni Ed eccolo qui il San Cristoforo di Tiziano alto 3 m e largo 1,80 m.

Tiziano. San Cristoforo, 1523 Palazzo ducale – Venezia

Tiziano, Bellini e san Cristoforo

Per la realizzazione dell’affresco, Tiziano ha preso spunto da San Cristoforo di Bellini, il suo grande maestro che durante la sua carriera ha dipinto molti San Cristoforo. Evidenti qui i richiami al san Cristoforo della Pala di San Vincenzo Ferrer, dipinto da Giovanni Bellini tra il 1464 e il 1470.

San Cristoforo e il Bambino
Giovanni Bellini – San Cristoforo – Polittico di San Vincenzo Ferrer – Chiesa di san Zanipolo – Venezia
Pala d'altare
Giovanni Bellini – Polittico di San Vincenzo Ferrer – Chiesa di san Zanipolo – Venezia
San Cristoforo e il Bambino
Giovanni Bellini – San Cristoforo – Polittico di San Vincenzo Ferrer – Chiesa di san Zanipolo – Venezia
Tiziano. San Cristoforo, 1523 Palazzo ducale – Venezia

San Cristoforo nel Trionfo di Cristo di Tiziano

Già Tiziano, intorno al 1513, si era dedicato a San Cristoforo: aveva realizzato un’incisione a Padova. San Cristoforo spicca in mezzo a tutti gli altri santi del ‘Trionfo di Cristo’: è imponente e porta nella mano una palma fiorita. Il Bambino si aggrappa ai capelli del santo, che è quasi una statua, è immobile. Già, però in evidenza la sua muscolatura.

incisione che rappresenta sfilata di santi. Il più alto è san Cristoforo,
San Cristoforo – Tiziano, Trionfi di Cristo –
ph. Gennadii Saus i Segura

Un san Cristoforo nella Laguna

E, invece, San Cristoforo del Palazzo Ducale si muove: attraversa le acque della laguna, la sua muscolatura delle braccia è poderosa e anche quella delle gambe è messa in evidenza proprio dalla mancanza di abiti. Straordinaria poi la torsione del corpo del Santo che avanza e che si volge a guardare il Bambino in uno sguardo di assoluta complicità.

Sullo sfondo ci sono le due Venezie: quella del Palazzo Ducale (qui è dipinta forse per la prima volta) e quella della terraferma. Ma è anche la Venezia delle Dolomiti, il luogo dove è nato Tiziano: e questa immagine raffigura anche il presente di Tiziano e il passato di Tiziano, la sua infanzia, la sua Pieve di Cadore.

le due venezia ai piedi del santo
Tiziano, San Cristoforo -1523 – Palazzo Ducale – Venezia – particolare

Dunque Andrea Gritti sceglie San Cristoforo. Ma perché?

San Cristoforo, il santo protettore di Andrea Gritti

San Cristoforo è uno di quei Santi che protegge le persone: se lo vedi di mattina, non morirai per tutta la giornata. Forse Andrea Gritti era particolarmente devoto a questo santo, così devoto da pagare di tasca propria la commissione al pittore per fare del quadro un uso personale. E la posizione in cui si trova il quadro è interessante da questo punto di vista: ci passa solo lui, il doge, su queste scale segrete che hanno la funzione di soglia fra luoghi della sfera pubblica e della sfera privata del doge.

Un caso simile a Siena: il san Cristoforo di Taddeo di Bartolo (1408) si trova fra un luogo di preghiera (la cappella di Palazzo) e la Sala del Concistoro, dove si riunisce il governo della città.

San Cristoforo nel Palazzo Ducale di Siena
Taddeo di Bartolo – San Cristoforo – Palazzo ducale Siena – ph. Alessandro di Tommaso

San Cristoforo, il santo protettore di Venezia

Ma certamente San Cristoforo era uno dei santi protettori a Venezia e la sua devozione era diffusissima.  Anche oggi, ovunque vai a Venezia, vedi un San Cristoforo.

Ma c’erano poi due luoghi particolari: uno era la chiesa di Santa Maria e San Cristoforo, oggi chiamata la Madonna dell’Orto. Qui si riuniva la confraternita dei Mercanti appunto protetta da San Cristoforo.

Madonna dell’Orto – Venezia (già Chiesa di San Cristoforo) . ph. Clemensfranz

E proprio di fronte alla Madonna dell’Orto, c’era un’isola che si chiamava Isola di San Cristoforo della Pace era un luogo in cui gli eremitani Agostiniani risiedevano. Ora quest’isola non c’è più, perché è stata interrata ed è stata unita all’isola dei morti di San Michele, sede attuale del cimitero di Venezia.

chiesa e convento su un'isola
Giacomo Guardi, Isola di San Cristoforo della Pace – Venezia

All’interno di questa chiesa, molte opere importanti, fra cui anche il famoso San Cristoforo di Jacopo Bassano, ora finito a. Museo di Belle Arti di Cuba.

San Cristoforo porta il Bambino. In cielo la Madonna con il Bambino.
Jacopo Bassano – San Cristoforo 1550 – L’Havana (Cuba)

Quindi religione, certo, ma anche politica.

San Cristoforo è il doge Andrea Gritti

E sicuramente il nostro Andrea Gritti, guardando quel San Cristoforo, si rispecchiava in lui: anche Andrea è il doge che deve traghettare Venezia tra passato, presente e futuro, portandosi sulle spalle una città come quella di Venezia molto impegnativa, appunto molto pesante. La grande responsabilità ma anche la grande gioia di portare questa città dall’altra parte. E tra Venezia e il suo Doge c’è uno scambio di intesa, di complicità, un vero e proprio sguardo d’amore.

Tiziano – San Cristoforo – 1523 – Palazzo Ducale – Venezia

San Cristoforo – Andrea Gritti raffigurati come Atlante

Anche nell’impresa di Andrea Gritti, compare, circondata dal motto Sustinet nec fatiscit, l’immagine di Andrea Gritti raffigurato come Atlante che trasporta il mondo sulle sue spalle. Così ci spiega Iris Wenderholm nel suo articolo.

Da Atlante a san Cristoforo, il passo è breve.

Il motto di Andrea Gritti

Ci vuole forza per fare il doge e la forza viene dall’Alto, sembra ammonire il san Cristoforo di Tiziano, che il doge vede ogni mattina. Ci vuole anche caritas, chiamata radix omnium bonorum in un’iscrizione nell’atrio della Basilica di san Marco sopra due mosaici del XIII secolo, raffiguranti san Foca e, per l’appunto, san Cristoforo.

San Cristoforo è Venezia

Ma forse si può ancora ampliare il discorso: forse San Cristoforo stesso è il simbolo di Venezia che trasporta sulle sue spalle il mondo intero: si propone, infatti, come la guida del mondo intero, così come ci spiega benissimo Sergio De Rossi nel suo blog.

Il compito di San Cristoforo-Venezia è gravoso, ma è affidato alla Serenissima da Dio stesso. Come San Cristoforo, anche Venezia è cristofora, porta Cristo: è un baluardo contro i turchi, gli infedeli.

Si può anche aggiungere che il santo trasporta Cristo anche perché trasporta i pellegrini: da Venezia partivano molte navi che poi arrivavano fino in Terra Santa.

Quindi San Cristoforo è il simbolo del veneziano perfetto, l’esploratore, il navigatore avveduto: il perfetto mercante veneziano.

Un san Cristoforo copiatissimo

E meno male che questo affresco si è salvato dall’acqua e dal fuoco perché è veramente bellissimo. Lo testimonia anche il fatto che è stato copiatissimo. Forse è il San Cristoforo più famoso in ogni tempo, diventato un’icona anche grazie  a importanti incisioni che hanno fatto sì che questa immagine girasse un po’ in tutto il mondo e rimanesse sempre attuale. E anche oggi, quando si pensa a San Cristoforo, questa è la prima immagine che viene in mente.

  • San Cristoforo – Chiesa di san Marco – Varallo Sesia (VC) – ph. Chiara Iotti
  • Incisione Zucchi Andrea (1715-1720)
  • San Cristoforo, 1743, Johann Georg Prunner, Chiesa di San Giacomo a Onies – Onach (Val Badia) (foto di LIVIO PACHER)
  • Venezia Calle de la Fenice, Edicola votiva con l’immagine di San Cristoforo (foto di CRISTINA GIACOMAZZO)
  • Basilica di san Marco – facciata (foto di RICCARDO ROITER RIGONI)
  • San Cristoforo, XX secolo, Chiesa di san Cristoforo a Caronno Varesino (VA) (foto di GIOVANNI MICHELI)
  • San Cristoforo nel presepe di sabbia di Lignano Sabbiadoro (foto di CATERINA VOLPE)

Un concorso, il Paradiso di Tintoretto e ancora san Cristoforo

Ma voi vi ricordate che abbiamo iniziato a parlare di un incendio che ha distrutto molti dipinti di Palazzo Ducale? Bene, viene subito indetto un concorso per riempire gli spazi andati in fumo. Molti si propongono e il vincitore è Tintoretto. Realizza una tela enorme di 25 m, la Gloria del Paradiso.

Paradiso
Jacopo Tintoretto – Gloria del Paradiso – Palazzo Ducale . Venezia

Eccola qui: vedete quel Santo che ci accompagna in paradiso, proprio tra la porta e il cielo (sulla destra in basso nell’immagine)? Ebbene sì, è ancora il nostro San Cristoforo! Negli stessi anni, Tintoretto lo raffigurava anche per la Scuola dei Mercanti (ma oggi il quadro si trova ad Alzano Lombardo).

Saltiamo sulle sue spalle,  questa volta ci porterà direttamente in paradiso!

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Bibliografia e sitografia