San Cristoforo traghettatore, XI (anzi del XIV) sec., Appiano (BZ)
A Castel Appiano sulla strada del vino (BZ) forse il primo san Cristoforo con il Bambino in braccio, anzi no, Siamo nel XIV secolo,
Grande successo di san Cristoforo! Tutti lo vogliono, tutti lo pregano, tutti lo raffigurano. Per la devozione pubblica o privata, si moltiplicano le riproduzioni del santo, soprattutto come protettore dei pellegrini.
La sua statura è colossale, la sua immagine ben visibile. Uno sguardo al santo che, a sua voltaci guarda, dalla sua posizione frontale, e siamo salvi per tutta la giornata: un santo apotropaico, quasi dimentico del Bambino che porta.
A Castel Appiano sulla strada del vino (BZ) forse il primo san Cristoforo con il Bambino in braccio, anzi no, Siamo nel XIV secolo,
Nelle pale trecentesche. la figura di san Cristoforo assume delle caratteristiche diverse rispetto ai grandi affreschi di san Cristoforo frontale e apotropaico nelle chiese.
Sono molte le raffigurazioni della vita e del martirio di Cristoforo che abbiamo incontrato e che incontreremo. Testimoniano un interesse per il santo che va oltre l’immagine iconica dell’attraversamento del fiume. Il loro numero non è però paragonabile alla capillare diffusione che ha avuto l’immagine del traghettatore, al punto che possiamo dire che il martirio di san Cristoforo è quasi obliato nella devozione popolare, a meno di particolari culti locali.
Se risalissimo il Maira, giungeremmo in Francia, come i viandanti medievali. Allora affidiamoci anche noi al santo protettore dei pellegrini, san Cristoforo che possiamo vedere ancora oggi a Marmora, Tsroppo, Macra, Camoglieres, Savigliano, Cavallermaggiore)
Le raffigurazioni di san Cristoforo tra Monviso e Torino (Crissolo, Barge, Saluzzo, Villafranca Piemonte, Piobesi Torinese), seguendo il corso del Po, ci fanno ricostruire la storia della sua devozione nel corso di ameno cinque secoli. dal XV al XX.
Meraviglioso il frontale di un altare dipinto all’inizio del XIV secolo dal Maestro di Soriguerola. Cinque scene della vita e del martirio di san Cristoforo, il portatore di Cristo adulto.
Nel momento del passaggio del fiume,
un eremita assiste alla scena, illuminando con la lanterna il cammino di san Cristoforo. Altre volte prega per lui.
Sulle strade medievali erano punti di accoglienza e protezione, gli hospitia o hospitali. Erano le confraternite a prendersi cura dei malati. Sugli Hospitali del Tagliamento, ci sono moltissime immagini di san Cristoforo.
San Cristoforo protegge i viaggiatori dalla morte improvvisa ed è invocato con preghiere e formule. Lo vediamo a Piobesi Torinese.
Sulla facciata del Duomo di Gemona, un colossale san Cristoforo, collegato al solstizio e alla canicola, domina la città, più volte rinata dalle macerie del terremoto.
A Verona, dal XIII secolo, san Cristoforo è uno dei santi protettori della città. Per questo sono presenti moltissime attestazioni, a partire dalla Basilica di san Zeno Maggiore.
Sul monumento funebre di Bernabò Visconti, anche san Cristoforo assiste ad un’ipocrita cerimonia funebre.
A Brenzone del Garda due san Cristoforo, entrambi del XIV secolo ma diversi, sono affrescati accanto all’ingresso di due chiese medievali.