Beinette (CN) e san Cristoforo: c’eravamo tanto amati…
A Beinette fra XV e XVI secolo la devozione per san Cristoforo fu importante, tanto che divenne patrono della città. Ma dal XVIII secolo, qui come altrove, fu dimenticato.
A Beinette fra XV e XVI secolo la devozione per san Cristoforo fu importante, tanto che divenne patrono della città. Ma dal XVIII secolo, qui come altrove, fu dimenticato.
Le raffigurazioni di san Cristoforo tra Monviso e Torino (Crissolo, Barge, Saluzzo, Villafranca Piemonte, Piobesi Torinese), seguendo il corso del Po, ci fanno ricostruire la storia della sua devozione nel corso di ameno cinque secoli. dal XV al XX.
Al Borgo Medievale di Torino, si sceglie san Cristoforo (e l’homo selvaticus) per rappresentare il XV secolo, il modello è a Verzuolo. e il suo elegantissimo san Cristoforo (con fibbia, cintura, mantello, veste: le più preziose).
Nel murales “The Human Condition” (2016) di Gaia a Monno, San Cristoforo è il simbolo più potente. Rappresentato in modo tradizionale ma innovativo, trasporta il Bambino avvolto in una coperta termica dorata, richiamando le moderne migrazioni e le politiche europee. San Cristoforo incarna la figura dell’adulto che protegge e accompagna il migrante, un ponte tra passato e presente, tra fede e realtà umana, sottolineando l’universalità della migrazione.
San Cristoforo ha accompagnato Giovanni Antonio de’ Sacchis, detto il Pordenone, per tutta la sua carriera. 1. Nella Pala della Misericordia del duomo di Pordenone,
Sulle strade medievali erano punti di accoglienza e protezione, gli hospitia o hospitali. Erano le confraternite a prendersi cura dei malati. Sugli Hospitali del Tagliamento, ci sono moltissime immagini di san Cristoforo.
Sulla via d’Allemagna i viaggiatori medievali percorrevano il Friuli passando il Tagliamento presso i guadi. Ogni guado era segnalato da un san Cristoforo.
Nella Pala Manfron Paris Bordon ha dipinto Giulio Manfron nei panni di san Giorgio e un moderno san Cristoforo che porge il Bambino alla Madonna
Sono almeno tre le raffigurazioni di san Cristoforo di mano di Pomponio Amalteo (o della sua scuola) nelle terre friulane e venete sul corso del Lemene. Una è anche una novità!
Le strade del Friuli, dall’antichità al XVII secolo, sono scandite da guadi, hospitia (hospitali) e confraternite. In ogni snodo, c’è san Cristoforo.
Sul Natisone (un fiume al confine fra due mondi, l’Italia e la Slovenia), san Cristoforo protegge gli abitanti dalle alluvioni e i passanti dalla morte improvvisa, Da Cividale a Clenia e Prepotto.
Il terremoto del 1976 lasciò una grande crepa nell’affresco di san Cristoforo nella facciata della chiesa di Santa Maria dei Battuti a Valeriano di Pinzano sul Tagliamento. Ma il santo, protettore del guado della Stretta di Pinzano, venne salvato e posto all’interno della chiesa.
San Cristoforo protegge i viaggiatori dalla morte improvvisa ed è invocato con preghiere e formule. Lo vediamo a Piobesi Torinese.
Sulla facciata del Duomo di Gemona, un colossale san Cristoforo, collegato al solstizio e alla canicola, domina la città, più volte rinata dalle macerie del terremoto.