- San Cristoforo nel Santuario della Beata Vergine della Salute ad Abano Terme
- Le sorgenti e san Cristoforo: dal paganesimo al cristianesimo
- La devozione a san Cristoforo nel XV secolo
- La riscoperta dei Colli Euganei nel XV secolo
- Le acque sacre e i popoli italici: il dio Aponus
- Le acque sacre e i romani: Apollo, Gerione, Ercole
- Le acque sacre e i cristiani: san Cristoforo (?)
- Quale santo migliore di san Cristoforo? Due suggestioni e un fatto
- Da Aponus, Apollo, Eracle a san Cristoforo
- Bibliografia
- Sul canale youtube sullespalledisancristoforo
San Cristoforo nel Santuario della Beata Vergine della Salute ad Abano Terme
La devozione a san Cristoforo è spesso collegata alle sorgenti di acqua calda. Lo abbiamo visto a Labante (ma anche a Faenza, Bobbio e Manfredonia), lo vediamo anche sui Colli Euganei, presso Abano Terme, in una località chiamata Monteortone, nel Santuario della Beata Vergine della Salute.
Tre ragioni per il legame fra san Cristoforo e le sorgenti
Il legame fra il santo e le sorgenti ha almeno due motivazioni: da una parte la sua vocazione alla protezione dei pellegrini, che spesso si fermano proprio in questi luoghi per riprendere le forza durante i viaggi. D’altra parte, spesso queste zone assumono caratteristiche paludose, che rendono il loro attraversamento piuttosto complicato.
Qui una questione ulteriore: il santo viene invocato anche come protettore dalla peste, come racconta il miracolo fondativo del Santuario della Beata Vergine della Salute.
Pietro Falco e la guarigione dell’intero paese
Basta guardare sull’altare e, nella parete destra dell’abside, troviamo affrescata la storia del soldato Pietro Falco che nel 1428, mentre infuriava un’epidemia di peste, si ritirò in preghiera in questo luogo. Gli apparve la Madonna che gli promise la guarigione delle gambe ferite se si fosse bagnato nelle acque della sorgente calda. Pietro lo fece: trovò sul fondo dell’acqua una tavola di legno dipinta con le immagini della Madonna, di sant’Antonio e di san Cristoforo. La prese: l’immagine guarì lui dalle ferite, e tutta la popolazione dalla peste.
Un santuario per un’immagine
L’immagine santa è visibile ancora oggi all’interno di una cappellina dietro l’altare della chiesa. Coperta da un vetro, è visibile anche ai fedeli nella chiesa grazie ad una grata che si trova proprio dietro l’altare. Il santuario è veramente grazioso: bellissima, in particolare, la decorazione dell’abside ad opera di Jacopo di Montagnana.
San Cristoforo, la Madonna del Latte, sant’Antonio
Ed ora, guardiamo da vicino l’immagine sacra:
Abbiamo già trovato la coppia san Cristoforo – sant’Antonio (ad esempio a Grignasco), santi taumaturghi, spesso invocati insieme contro la peste. Sant’Antonio ha in mano la sua campanella (e anche di questo abbiamo già parlato). La Madonna che allatta è molto diffusa, fra Trecento e Quattrocento (molto meno dopo, perché urtava la sensibilità controriformista): lo stesso destino di san Cristoforo, la cui devozione venne considerata paganeggiante e sconsigliata.
Il nostro santo, raffigurato come barbuto, guarda il Bambino che ci benedice con la mano destra. Il Bambino posa l’altra mano sul capo del santo, indicando una sorta di protezione speciale: un gesto diverso da quello solito di natura popolaresca (il Bambino che si tiene ad un ciuffo di capelli di Cristoforo). San Cristoforo tiene il braccio destro ripiegato davanti al petto, mentre con la mano sinistra regge un bastone, che termina con la fioritura di datteri sulla palma. Il resto del corpo non è visibile. I suoi piedi sono immersi nell’acqua. Probabilmente, nel corso dei secoli, uomini e donne hanno toccato con fede l’immagine sacra, rovinandola. Maria, Cristoforo e Antonio hanno un’aureola diversa da quella del Bambino, che, come avrete notato, è raffigurato due volte nella tavola: doppio Bambino, doppia protezione!
Le sorgenti e san Cristoforo: dal paganesimo al cristianesimo
La devozione a san Cristoforo nel XV secolo
Abbiamo, dunque, un’attestazione della devozione a san Cristoforo a partire dal XV secolo: devozione che ha avuto evidentemente fortuna ma che è pian piano scomparsa. Ad esempio, in questo santuario, a parte la tavola dipinta, non c’è alcun miracolo, né alcun ricordo specifico, relativo a san Cristoforo. La salute (anche la Salus, salvezza) viene da Dio attraverso l’intercessione della Madonna.
La riscoperta dei Colli Euganei nel XV secolo
Il XV secolo è un momento importante per i Colli Euganei: dopo la conquista veneziana, i colli vennero riscoperti con la costruzione di ville destinate alle residenze estive. A partire dal XVIII secolo, viene rivitalizzato il termalismo vero e proprio, con l’inizio della costruzione dei grandi alberghi che sono attivi ancora oggi.
Le acque sacre e i popoli italici: il dio Aponus
Ma la storia dei colli, delle loro acque termali e sacre è molto precedente: furono le popolazioni italiche (Euganei, Paleoveneti, Veneti) a servirsi delle acque a scopo terapeutico, adorando il dio Aponus, dispensatore di salute. Attestazioni di questo culto sono state rinvenute in particolare a Montegrotto Terme, dove già dal VII secolo a.C. si trovava un importante santuario, costruito attorno ad un lago di acque termali.
Le acque sacre e i romani: Apollo, Gerione, Ercole
Quando i Romani penetrarono nel territorio, iniziarono veri e propri pellegrinaggi curativi, che si svolsero fino al VI secolo d. C. Sono molte le fonti antiche che parlano del fons Aponi, in cui Aponus viene anche considerato un altro nome per Apollo. Le stesse testimonianze antiche ci parlano di un fons Aponi che era sede di un famoso oracolo di Gerione, forse divinità indigena che poi assunse nome greco-romano, ricordando il mostro ucciso da Ercole. E anche Ercole è spesso il nume tutelare di fonti, patrono della acque: secondo gli storici greci, sarebbe passato per queste zone nel corso delle sue imprese.
Le acque sacre e i cristiani: san Cristoforo (?)
Che cosa successe fra il V e il XV secolo? Le terme caddero in oblio, il territorio perse importanza ma un luogo sacro non perde la sua sacralità. Ecco allora che i luoghi vennero cristianizzati. Pochissimo sappiamo di questo periodo, quindi andiamo per suggestioni.
Quale santo migliore di san Cristoforo? Due suggestioni e un fatto
Prima suggestione
In una lettera, datata 507 d.C., il vescovo di Pavia, Ennodio, celebra l’efficacia delle acque per liberare i corpi dagli eccessivi umori, dell’obesità e dalle malattie degli occhi. Ebbene, san Cristoforo è legato in modo chiaro alla guarigione dai malanni degli occhi, come ben racconta la Leggenda Aurea.
Seconda suggestione
San Cristoforo è stato più volte definito l’Ercole cristiano! Entrambi colossali, si appoggiano al bastone-clava. Sono collegati alla protezione di strade e di sorgenti di acqua calda e fredda. Abbiamo già visto numerose attestazione del legame simbolico fra Ercole e san Cristoforo (ad esempio, a san Cristoforo sul Naviglio a Milano oppure a Labante o anche a Brenzone).
Un fatto
Sta il fatto che la devozione a san Cristoforo era sicuramente diffusa sui Colli Euganei nel XIII e XV secolo, come attestano, ad esempio, gli affreschi e la statua in pietra di Arquà Petrarca.
Da Aponus, Apollo, Eracle a san Cristoforo
Ancora una volta, sembra plausibile che san Cristoforo sia stato utilizzato come elemento di passaggio dalla religiosità pagana (veneta e poi romana) al credo cristiano, attraverso una sorta di ‘trasferimento delle competenze.’
Bibliografia
- La Madonna del Latte
- Sulle acque sacre termali:
- Francesco Luzzini, Da Apollo alla Serenissima. Le terme dei Colli Euganei University Libraries – Norman (OK), USA
- Alfredo Buonopane, Maria Federica Petraccia, Termalismo e divinità, in Cura, preghiera e benessere. Le stazioni curative termominerali nell’Italia romana, Padova 2015
- L’Ateneo Veneto ha dedicato il corso di Archeologia 2023 al sacro nel Veneto Antico. In particolare, la III lezione si intitola La scoperta dell’acqua calda: santuari euganei e alpini dei Veneti antichi. Su youtube è disponibile la registrazione dell’intero corso.