Una chiesa che non c’è più, un minuscolo san Cristoforo e Bernabò Visconti
La Trasfigurazione di Bernardino Campi
C’è un minuscolo san Cristoforo, ci fa raccontare una storia milanese che si dipana nei secoli: si trova nel quadro della Trasfigurazione di Bernardino Campi del 1565, dipinto attualmente nella sacrestia della chiesa di San Fedele a Milano. L’artista manierista ha dipinto in un quadro veramente particolare due scene che di solito non venivano raffigurate insieme. Nella scena superiore, è dipinta la Trasfigurazione sul Monte Tabor: i tre discepoli sconvolti e Gesù in mezzo a Mosè ed Elia. Nella parte inferiore, è presente una conversazione fra Santi (Caterina d’Alessandria, Antonio abate, Giulio (?) e Gerolamo).
Un minuscolo san Cristoforo
E dov’è San Cristoforo? Nel paesaggio retrostante questa strana collina (che raffigura il monte Tabor), sulla sfondo di una catena montuosa, scorre un torrente; immerso nelle acque fino alle ginocchia, San Cristoforo trasporta il Bambino sull’altra sponda.
Perché un San Cristoforo così piccolo? Se ne potrebbero dare diverse spiegazioni. Forse il pittore aveva il desiderio di coinvolgere il suo pubblico e di mostrare il suo virtuosismo, costruendo una scenetta da individuare accanto alla scena principale. Forse, però, voleva proprio inserire a tutti i costi il santo, anche se incominciava ad essere piuttosto sospetto ai tempi della Riforma (e della Controriforma). E così l’ha nascosto in un angolino, mimetizzato.
Santa Maria della Scala, la chiesa che non c’è più
Il quadro giunse a San Fedele dalla chiesa di Santa Maria della Scala nel 1776; collocato nella cappella della Guastalla, in sostituzione dell’Incoronazione di Maria di Figino, vi restò fino al 1956, sostituito dal Sacro Cuore di Lucio Fontana.
Non avete mai sentito nominare questa chiesa di Milano? Impossibile!
Eppure avete ragione: la chiesa ora non c’è più, fatta demolire da Maria Teresa a partire dal 5 agosto del 1776, per far spazio al nuovo bellissimo teatro regio di Milano, il teatro alla Scala, appunto!
Tutti i quadri della chiesa di Santa Maria alla Scala, vennero portati nella chiesa di san Fedele: anche la Madonna della Scala, anche la nostra Trasfigurazione.
La Cappella delle Ballerine
Il quadro della Madonna della Scala rimase nei cuori dei lavoranti del teatro: e le ballerine del Scala, fino a poco tempo fa, venivano a portare i fiori davanti all’immagine della Madonna prima della Prima. In ricordo di questa usanza, l’artista contemporaneo Mimmo Paladino ha inserito nei muri della cappella questa installazione.
I Visconti e san Cristoforo
Regina Visconti
Certo, la nuova cappella ha il suo fascino, non parliamo del valore del Teatro alla Scala: però, peccato per la bella chiesa di Santa Maria alla Scala, che era stata costruita nel 1381 dalla moglie di Bernabò Visconti, Regina, della famiglia dei Della Scala di Verona. Sono sicura che sulle pareti della chiesa era raffigurato più volte il nostro San Cristoforo.
Bernabò Visconti
D’altronde, si sa, Bernabò Visconti era legato al santo. Lo testimonia il Monumento funebre che commissionò a Bonino da Campione. La bottega dello scultore lo realizzò in marmo di Candoglia nel 1363 e lo terminò nel 1385. (se vuoi sapere i particolari, li trovi qui). Ed eccolo lì, il nostro san Cristoforo.
Ma anche a Pandino, nel castello fatto costruire da Bernabò, un enorme san Cristoforo, ora scomparso, accoglieva i visitatori insieme a sant’Antonio.
Come al solito, evviva san Cristoforo ed evviva Milano! Stavolta il nostro santo ci ha permesso di raccontare una bella storia milanese, da Regina della Scala a Mimmo Paladino!
Bibliografia e Sitografia
- www.sanfedeleartefede.it, pagine relative alla Trasfigurazione, a Mimmo Paladino e alla cappella delle ballerine
- Wikipedia.it Santa Maria della Scala, Monumento funebre di Bernabò Visconti
1 Response
[…] Bernabò Visconti fu co-signore di Milano fra il 1354 e il 1385: governò in modo assai burrascoso con il fratello Galeazzo II, in un periodo di grandi guerre e conquiste. […]