I San Cristoforo bergamaschi del Lemine tra il Brembo e la stella Sirio
Ad Almenno san Salvatore ci sono almeno cinque attestazioni di san Cristoforo. La cittadina, dalla millenaria storia, sorge su una strada importante già ai tempi dei Romani.
La devozione a San Cristoforo ha avuto una rinascita nel XX secolo, soprattutto da quando è divenuto patrono degli automobilisti (ma anche dei motociclisti, dei camionisti, dei ciclisti e, addirittura, dei surfisti).
Anche se la consacrazione ufficiale è giunta a metà secolo, in realtà già dall’inizio del secolo il legame con il santo fu importante.
Una storia a sé, poi, hanno le medagliette di san Cristoforo. Su cui si raccontano storie mirabolanti …
Ad Almenno san Salvatore ci sono almeno cinque attestazioni di san Cristoforo. La cittadina, dalla millenaria storia, sorge su una strada importante già ai tempi dei Romani.
San Cristoforo è patrono di Arbe – Rab, in Croazia. Ha salvato la città almeno tre volte e custodisce una delle reliquie più preziose, (il teschio) del XIII secolo,
Sono molte le raffigurazioni della vita e del martirio di Cristoforo che abbiamo incontrato e che incontreremo. Testimoniano un interesse per il santo che va oltre l’immagine iconica dell’attraversamento del fiume. Il loro numero non è però paragonabile alla capillare diffusione che ha avuto l’immagine del traghettatore, al punto che possiamo dire che il martirio di san Cristoforo è quasi obliato nella devozione popolare, a meno di particolari culti locali.
A Fano, la chiesa di san Cristoforo testimonia la diffusione della devozione al santo lungo il Metauro. Quattro raffigurazioni, per almeno otto secoli di devozione.
Le raffigurazioni di san Cristoforo tra Monviso e Torino (Crissolo, Barge, Saluzzo, Villafranca Piemonte, Piobesi Torinese), seguendo il corso del Po, ci fanno ricostruire la storia della sua devozione nel corso di ameno cinque secoli. dal XV al XX.
Negli anni Trenta del Novecento, il revival di San Cristoforo fu legato al patronato sui postelegrafici. In questi anni, furono costruiti molti Palazzi delle Poste e il nostro san Cristoforo vi veniva spesso raffigurato.
Matilde Festa Piacentini lavorò a due mosaici a soggetto San Cristoforo (Palazzo delle Poste di Gorizia e Agrigento). Il santo tiene il Bambino per mano.
Una statua di san Cristoforo sulla facciata di un Palazzo delle poste di età fascista. La storia di un edificio e del santo protettore dei postelegrafisti,
Stefano Zuech, artista trentino, ha dipinto due famosi san Cristoforo. Oggi ci occupiamo di un bassorilievo in bronzo del 1936, per un capitello sulla nuova strada che da Merano portava in Val di Non. Retoriche le parole fasciste, intimo lo sguardo fra Bambino e santo.
Due diversi quadri, un’icona greca del XIX secolo e una tela barocca siciliana raccontano la storia di due san Cristoforo, quello orientale e quello occidentale
Grande diffusione ebbero da sempre le medagliette di san Cristoforo.
Due storie: quella della medaglietta di Babette Furstenberg, guida per gli ebrei in fuga nel 1941 e quella dei soldati americani in servizio in Vietnam (e in Forrest Gump).
La chiesa di san Cristoforo sorgeva a Longarone (contro la peste a difesa dei pellegrini) e venne rasa al suolo in un solo momento dalle acque esondate dalla diga del Vajont.
San Cristoforo ha accompagnato Giovanni Antonio de’ Sacchis, detto il Pordenone, per tutta la sua carriera. 1. Nella Pala della Misericordia del duomo di Pordenone,
Sulla via d’Allemagna i viaggiatori medievali percorrevano il Friuli passando il Tagliamento presso i guadi. Ogni guado era segnalato da un san Cristoforo.