Beinette (CN) e san Cristoforo: c’eravamo tanto amati…
A Beinette fra XV e XVI secolo la devozione per san Cristoforo fu importante, tanto che divenne patrono della città. Ma dal XVIII secolo, qui come altrove, fu dimenticato.
A Beinette fra XV e XVI secolo la devozione per san Cristoforo fu importante, tanto che divenne patrono della città. Ma dal XVIII secolo, qui come altrove, fu dimenticato.
Le raffigurazioni di san Cristoforo tra Monviso e Torino (Crissolo, Barge, Saluzzo, Villafranca Piemonte, Piobesi Torinese), seguendo il corso del Po, ci fanno ricostruire la storia della sua devozione nel corso di ameno cinque secoli. dal XV al XX.
Al Borgo Medievale di Torino, si sceglie san Cristoforo (e l’homo selvaticus) per rappresentare il XV secolo, il modello è a Verzuolo. e il suo elegantissimo san Cristoforo (con fibbia, cintura, mantello, veste: le più preziose).
Nel murales “The Human Condition” (2016) di Gaia a Monno, San Cristoforo è il simbolo più potente. Rappresentato in modo tradizionale ma innovativo, trasporta il Bambino avvolto in una coperta termica dorata, richiamando le moderne migrazioni e le politiche europee. San Cristoforo incarna la figura dell’adulto che protegge e accompagna il migrante, un ponte tra passato e presente, tra fede e realtà umana, sottolineando l’universalità della migrazione.
Negli anni Trenta del Novecento, il revival di San Cristoforo fu legato al patronato sui postelegrafici. In questi anni, furono costruiti molti Palazzi delle Poste e il nostro san Cristoforo vi veniva spesso raffigurato.
Una famosa incisione xilografia del 1423 (no del 1450) al monastero di Buxheim e una sua copia pirata al Museo di Budapest. Protagonisti il nostro san Cristoforo, l’eremita e un uomo di fatica,
San Cristoforo martire cinocefalo e portatore del Bambino è un’iconografia presente sia in Grecia, sia in Romania. Mette insieme istanze orientali e occidentali.
Matilde Festa Piacentini lavorò a due mosaici a soggetto San Cristoforo (Palazzo delle Poste di Gorizia e Agrigento). Il santo tiene il Bambino per mano.
Una statua di san Cristoforo sulla facciata di un Palazzo delle poste di età fascista. La storia di un edificio e del santo protettore dei postelegrafisti,
Stefano Zuech, artista trentino, ha dipinto due famosi san Cristoforo. Oggi ci occupiamo di un bassorilievo in bronzo del 1936, per un capitello sulla nuova strada che da Merano portava in Val di Non. Retoriche le parole fasciste, intimo lo sguardo fra Bambino e santo.