- Storia della chiesa di san Cristoforo della Pace
- Oggi: la cappella di san Cristoforo nell’isola di san Michele, il cimitero di Venezia
- San Cristoforo e san Michele accompagnano le anime nell’aldilà
- Bibliografia
- sul canale youtube sullespalledisancristoforo
Certo, è solo una suggestione. L’isola c’è: è quella di san Cristoforo, fra Venezia e Murano. Solo che ad un certo punto della sua storia è stata inglobata all’Isola di san Michele ed ora di due isole ce n’è una sola. Ma partiamo dall’inizio, ovvero dal XIV secolo e da Bartolomeo Verde.
Storia della chiesa di san Cristoforo della Pace
Un ospizio per gli ultimi
Nel 1353 nella laguna veneta Bartolomeo Verde ottiene il permesso di costruire un ospizio per pellegrini e per l’ex-prostitute vicino al suo mulino nell’ isola di San Cristoforo che si trova di fronte all’isola di san Michele a Murano. Attorno all’ospizio, sorge un convento che avrà un ruolo importante per la storia di Venezia (e non solo).
San Cristoforo della Pace
È il frate Simone da Camerino, rettore degli Agostiniani di Monteortone, a far cambiare il nome della chiesa, con l’aggiunta dell’indicazione san Cristoforo della Pace: fra’ Simone, fine diplomatico, è capace di mediare fra gli Sforza e il Doge, diventando artefice della Pace di Lodi, fra Milano e Venezia (1454).
Un pellegrinaggio sulla tomba del beato Grazia
Tra le persone che vivono in questo convento c’è anche un converso che si chiama Grazia; umile e devoto, si ricorda per un miracolo (ha trasformato l’acqua salata in acqua dolce). Alla sua morte, viene sepolto nella chiesa e la fama della sua santità attira molti pellegrini.
Opere d’arte per la chiesa
La chiesa, dunque, si riempie di opere d’arte: vi lavorano Tintoretto, Bellini , Vivarini e anche Jacopo da Ponte, detto Jacopo Bassano. Nel 1556 realizza per la chiesa un bellissimo quadro, il San Cristoforo.
L’isola di san Cristoforo vista dagli artisti
Ma com’è questa isola? La vediamo raffigurata nelle mappe del XVI secolo o dai pittori vedutisti settecenteschi. E poi una raffigurazione spettacolare: sulla laguna ghiacciata.
Le mappe cinquecentesche e l’isola di san Cristoforo


Vedute dell’Isola di san Cristoforo


Andiamo a san Cristoforo? Sulla laguna ghiacciata
All’inizio del XVIII secolo, seguito di una grande gelata, la laguna si ghiaccia. Si toccano in quell’inverno anche i -17°! Ce lo testimonia con questo dipinto Gabriele Bella, pittore-cronista della Repubblica veneta: si può addirittura arrivare a piedi all’Isola di san Cristoforo (raffigurata sulla sinistra del dipinto)!

Da chiesa a cimitero
A seguito delle soppressioni napoleoniche, i beni del convento vengono confiscati e la comunità traferita a S. Stefano. La chiesa ed il convento sono demoliti nel 1810 per far spazio alla costruzione del nuovo cimitero (secondo i dettami dell’Editto di Saint Cloud). Nel 1843, infine, il braccio di laguna tra l’isola di san Cristoforo e quella di san Michele viene interrato e l’isola diviene il cimitero di Venezia.
Oggi: la cappella di san Cristoforo nell’isola di san Michele, il cimitero di Venezia
Oggi, dunque, l’isola di san Cristoforo è inglobata in quella di san Michele.
Distrutte chiesa e convento, nell’area delle demolizioni, si pensa di costruire un tempietto, il cui progetto è affidato a Giannantonio Selva. L’idea ambiziosa viene ridimensionata: ne nasce una cappella oratorio ottagonale dedicata a San Cristoforo.


Nella cappella è riprodotto, a cura del maestro mosaicista Cesare Castaman, in mosaico il celebre quadro di san Cristoforo del Polittico di san Vincenzo Ferrer di Giovanni Bellini, il cui originale è custodito nella chiesa dei S. Giovanni e Paolo a Venezia.

La Cappella di san Cristoforo viene affidata a partire dal 1891 in perpetuo all’Arciconfraternita e Compagnia di san Cristoforo e della Misericordia, ancora attiva oggi. La confraternita si riunisce dal 1932 nella chiesa di San Giacomo a Rialto e continua ad occuparsi di opere di misericordia per il suffragio dei defunti e per la connessione del tessuto sociale veneziano.

San Cristoforo e san Michele accompagnano le anime nell’aldilà
È un caso che, fra tutte le isole, si scelga proprio quella di san Cristoforo per il cimitero? Forse sì, forse no.
Accanto a ragioni di tipo logistico (separazione dalla città, ma non eccessiva lontananza, ad esempio), forse possiamo trovarne qualcuna anche di tipo simbolico. Abbiamo visto che san Cristoforo spesso è raffigurato presso i cimiteri, dove svolge, in un certo senso, la funzione dello psicopompo, colui che accompagna i morti nell’aldilà, continuando la funzione di Anubi.
E forse non è nemmeno un caso che alla fine l’isola sia stata unita con quella di san Michele: anche san Michele, raffigurato spesso con le bilancia (così simile alla psicostasia egizia), ha dei compiti di accompagnamento delle anime nell’aldilà. Tra l’altro, spesso san Michele è rappresentato insieme a san Cristoforo.



Bibliografia
- Su San Cristoforo della pace: post FB San Cristoforo, un’isola scomparsa (la pagina è quella di Rii interai, pienissima di informazioni interessanti su Venezia e sul Veneto: da seguire!) ; conoscerevenezia.it;
- Sull’isola di san Michele: Isola di San Michele a Venezia raccontata da Anna Ottani Cavina
- pagine wikipedia: San Michele (isola),
- Sulla ghiacciata di Venezia: La pittura testimonia il ghiaccio del 1709
- Sull’ Arciconfraternita di San Cristoforo e della Misericordia: La voce grande di Venezia