Ovvero oggi parliamo di un’antichissima devozione a san Cristoforo, che forse risale a prima dell’anno Mille.
Portogruaro, Portonovo e san Cristoforo
Sorge Portogruaro sul Lemene, un fiume di risorgiva che nasce a Casarsa della Delizia e porta fino all’Adriatico, attraverso Caorle. Il legame della città con il fiume, dalla portata assai regolare e facilmente navigabile, è importantissimo: ha contemporaneamente permesso la costruzione di un centro isolato, per l’autodifesa al tempo di scorrerie, ma in facile collegamento con il nord e con la laguna.
Abitato probabilmente dal tempo dei Romani (quando qui sorgeva un’antica villa romana), esisteva certamente nel X secolo una centro abitato, costruito su un’ansa innalzata del fiume, il cui nucleo più antico era legato all’attuale parrocchia di san Cristoforo, allora denominata Portonovo. Qui, infatti, sorgeva un castello, di origine ottoniana.
Un fiume, una strada, un castello, viaggiatori e mercanti. Che già ci fosse sulle mura del castello a proteggere i passanti un’immagine di san Cristoforo? Lo possiamo ipotizzare; non risulta improbabile.
Tra l’altro, proprio all’Alto Medioevo risalgono le antiche titolazioni a san Cristoforo di culti antichi legati a divinità acquatiche (come abbiamo già visto a Labante o sui Colli Euganei).
Certamente la devozione per san Cristoforo è molto diffusa sul Lemene e, comunque, in questa zona percorsa dai fiumi (in un fazzoletto di terra, passano Tagliamento, Lemene, Torre, Reghena, Livenza) e dalla natura praticamente lagunare.
La Confraternita dei Crociferi e san Cristoforo
Siamo sicuri, invece, che la devozione di san Cristoforo fosse presente nel 1243. Il vescovo di Concordia Federico di Prata chiamò da Venezia una Confraternita ospedaliera, quella dei Crociferi; donò loro la cappella del castello, dedicata appunto a san Cristoforo perché vi tenessero un ospedale e la cura d’anime della parrocchia di Portonovo. La fraterna offriva accoglienza e cure a chi passava, alla folla di pellegrini che, provenienti dalla Germania, qui si imbarcavano magari per Venezia (e poi per Roma o la Terra Santa). Alla chiesa di san Cristoforo, dunque, venne aggiunto un hospitale.
La dedicazione al nostro santo non ci risulta strana: san Cristoforo, infatti, proteggeva tutti coloro che avevano a che fare con il commercio come traghettatori, carrettieri, barcaiaoli, viaggiatori, facchini. E Portogruaro doveva la sua fortuna proprio a questo settore. Abbiamo negli archivi della confraternita testimonianze a favore di una devozione per il santo diffusa tra appartenenti a ceto abbiente (come la nobildonna Giacoma della Frattina), ma anche di persone umili (come Norbia, vedova del mugnaio Giacomo).
Portogruaro diventa veneziana
Nel 1420 la città passò sotto al governo della Serenissima. Notevoli i vantaggi commerciali: monopolio del commercio del ferro diretto a Venezia, vendita del sale, controllo del transito delle merci verso i territori del Friuli e dell’Austria. Portugruaro funzionava da interporto: le merci dalla laguna veneta e da Venezia arrivavano su barca, lungo il corso del fiume Lemene e poi ripartivano sul carri verso la terraferma.
L’importanza della chiesa di san Cristoforo: arriva Pomponio Amalteo
Anche la chiesa di san Cristoforo ebbe così una crescente importanza, in particolare per tutto il XV secolo, il secolo d’oro di Venezia. All’inizio del XVI secolo, nel 1523, venne realizzata l’opera più significativa della chiesa: Battista, gastaldo della scuola, Antonio della Pia fornaciaio e Vittore pelliparius fecero un’offerta alla chiesa per edificare un altare in onore dei Santi Cristoforo e Giacomo, dotato di due sepolture. Il pittore Pomponio Amalteo realizzò l’affresco sull’altare. Non ci stupisca un incarico ad un autore friulano: nonostante l’appartenenza al mondo veneziano, a Portogruaro lavorarono soprattutto artisti friulani, quasi a testimoniare il ruolo di Portogruaro come terra di confine fra il mondo friulano e quello veneziano, fra la montagna solcata dai grandi fiumi come il Tagliamento e l’Isonzo e la pianura connessa direttamente alla laguna.
Ed eccolo qui, l’affresco di Pomponio Amalteo. San Cristoforo viene raffigurato con la Madonna, a cui san Cristoforo porge il Bambino, e San Giacomo, i due patroni della confraternita. Sullo sfondo, una raffigurazione della zona di Portogruaro che oggi ci sembra strana: un tempo, infatti, la zona, oggi completamente pianeggiante, presentava dei rilievi.
Per un approfondimento sui san Cristoforo di Pomponio Amalteo, vedi
La crisi di san Cristoforo
Eppure agli inizi del XVI secolo, nel 1521 il gastaldo della fraterna di san Giacomo e san Cristoforo prende atto ufficialmente del malo stato in cui versa la schola che aveva sede presso i Crociferi. Che cos’era successo? Marin e Vendrame, nel loro articolo (in bibliografia) scrivono:
Possiamo far coincidere questa fase con il termine dell’espansione dello Stato veneto: non era più funzionale alla nuova situazione della Serenissima, rivolta alla terraferma, un ordine ospedaliero nato all’epopea delle Crociate e dai rapporti con l’Oriente. Ora servivano gli ordini mendicanti e le loro strutture: anche a Portogruaro pian piano rubarono lo spazio e le funzioni all’antico ordine dei Crociferi. Il successivo lento declino della chiesa di San Cristoforo coincide con il declino dell’Ordine: non più rispondente alle necessità della comunità locale e nazionale finirà per essere soppresso nel 1656.
La fine dei Cruciferi e la chiesa di san Cristoforo prende il nome di san Luigi
I religiosi rimasero in città fino al 1656, anno in cui papa Alessandro III decretò la soppressione dell’Ordine. L’hospitale, abbattuto e ricostruito, divenne il Seminario della diocesi e nel 1770, la Chiesa di San Cristoforo, ancora una volta restaurata, con la nuova titolazione di San Luigi (protettore della purezza, quindi collegato con il Seminario) e san Cristoforo, divenne la chiesa del Seminario.
Durante l’occupazione austriaca della Prima Guerra Mondiale, divenne anche comando austriaco e tornò ad essere, per pochi anni, un ospedale. Dopo la guerra l’edificio fu trasformato nell’attuale Collegio Marconi.
Curiosità: nel Seminario, oggi Collegio Marconi, hanno studiato anche Anton Lazzaro Moro (1687-1764), fondatore della moderna geologia, e Lorenzo Da Ponte (1749-1838), librettista di Mozart, nonché Girolamo Ortis (al cui suicidio si ispirò Ugo Foscolo).
San Cristoforo anche a Pradipozzo
A riprova dell’importanza della devozione al santo, anche in una frazione di Portogruaro, a Pradipozzo, sulla facciata della Chiesa di san Martino, si trova un cinquecentesco san Cristoforo. Oggi si ritiene che sia anche questo di mano di Pomponio Amalteo.
Bibliografia
- sul restauro della chiesa di santo Stefano: italianissimaPN
- sulla Chiesa di san Cristoforo a Portogruaro e sull’affresco di Pomponio Amalteo: Eugenio Marin, Luigi Vendrame, La chiesa di San Cristoforo, Atti dell’Accademia San Marco di Pordenone, 15 (2013).
- Sull’arte a Portogruaro: comunediportogruaro