- Le Vie d’Allemagna in Friuli
- Le strade del Friuli: nell’antichità
- Le strade del Friuli: nel Medioevo e Rinascimento
- Sulla Via del Tagliamento: San Cristoforo patrono dei guadi in Friuli
- Sulla Via del Tagliamento: San Cristoforo, hospitali e confraternite in Friuli
- Bibliografia
Le Vie d’Allemagna in Friuli
Le strade del Friuli: nell’antichità
Nell’antichità in Friuli passavano strade che collegavano il centro Europa con Aquileia e, quindi, con l’Adriatico.
- La Julia Augusta scendeva dal nord, dal Norico, per Aguntum (Lientz), Passo Monte Croce Carnico, Zuglio e Venzone, e poi giù fino ad Aquileia.
- La Via del Ferro partiva da Carnuntum (presso Vienna) e Virunum (sopra Klagenfurt), scendeva verso Aquileia, passando per il Tarvisio.
- La via dell’Isonzo e la via del Natisone collegava Virunum e Aquileia, seguendo il corso dei due fiumi, passando attraverso Cividale, Caporetto e Predil.
Le strade del Friuli: nel Medioevo e Rinascimento
Dall’XI sec. con il progressivo interramento del porto di Aquileia e lo sviluppo di nuovi porti come quelli di Precenicco, Latisana, Concordia, Caorle e Venezia, furono favorite le vie verso sud-ovest, da Venzone/Gemona, verso Latisana/Concordia.
Nello stesso periodo, si ebbe l’esplosione del fenomeno del pellegrinaggio che da pratica elitaria divenne fenomeno di massa, dimensione principale dell’uomo medievale. Assunse, dunque, un’importanza straordinaria la Via d’Allemagna. Collegava l’Est europeo alla Terra Santa, attraverso il percorso Danzica – Cracovia – Vienna – Tarvisio – porti alto Adriatico – Terra Santa. La Via del Tagliamento costituiva il tratto friulano della Via d’Allemagna.
Sulla Via del Tagliamento: San Cristoforo patrono dei guadi in Friuli
I pellegrini e viaggiatori di ogni tipo (poi anche i crociati) percorrevano la strada che seguiva il corso del Tagliamento sia a destra, sia a sinistra. Fondamentali erano dunque i guadi. E chi viaggiava doveva sapere di essere giunto nei pressi di uno di questi guadi. Quale segnavia migliore di una bella e grande immagine del santo specializzato negli attraversamenti? Ecco dunque che, in ogni paese presso cui stava un guado, un colossale san Cristoforo proteggeva i pellegrini.
A mo’ di esempio, il san Cristoforo della Chiesa di san Girolamo a Rivis – Sedegliano (UD)
A mo’ di esempio, quello dipinto sulla facciata della Chiesa di san Girolamo a Rivis, presso il guado Rivis – Valvasone.
L’attuale chiesa -nel cimitero comunale- in origine (XV secolo) era la chiesa battesimale della pieve di Rivis: danneggiata probabilmente sia dalle esondazioni del fiume Tagliamento che dal terremoto del 1511, la chiesetta è stata restaurata. Sulla facciata sopravvive un grande san Cristoforo, che controlla il Tagliamento sulle cui rive sorge direttamente la chiesa.
A presto
Presto approfondiremo i san Cristoforo che si trovano sui guadi del Tagliamento: un san Cristoforo per ogni guado, un segnale per chi arrivava e non conosceva la strada.
Sulla Via del Tagliamento: San Cristoforo, hospitali e confraternite in Friuli
Lungo il percorso, non sempre agevole, erano necessari punti di accoglienza e protezione, gli hospitia, organizzati in consorterie assistenziali, stazioni di sosta dove i pellegrini ottenevano ricovero, assistenza, cure, protezione e riposo per la notte. Questi luoghi erano mantenuti dalle confraternite, organizzazioni di laici specializzati nell’accoglienza.
A mo’ di esempio, il san Cristoforo della Chiesa di san Pietro a Valvasone (PN)
Ritorniamo al guado Rivis – Valvasone.
L’hospitale di Valvasone
A Valvasone già dal X secolo esisteva un hospitale, retto da una confraternita, forse quella dei Battuti: sorgeva fuori dalle mura e fu inglobato all’interno della cittadina solo nella seconda metà del Quattrocento. La cappellina, che già dal Trecento accompagnava nella meditazione spirituale gli ospiti, era riccamente affrescata.
La confraternita dei santi Pietro, Paolo, Antonio Abate e Cristoforo
La confraternita, dopo un momento di decadenza, fu rifondata nel 1461 con la nuova intitolazione ai Santi Apostoli Pietro e Paolo e dei santi Antonio Abate e Cristoforo; il ricovero divenne la sede della chiesa di San Pietro che oggi conosciamo, consacrata nel 1497. Fungeva da cappella dell’ospedale, nel quale non solo erano accolti i viaggiatori più poveri, ma anche i malati della comunità locale.
Pietro da Vicenza decora la chiesa di san Pietro
Nel 1510 circa Pietro da Vicenza fu incaricato di decorare la chiesa, con una pittura influenzata dall’incisivo stile grafico di Gianfrancesco da Tolmezzo e da eleganti riferimenti antiquari del Mantegna.
San Cristoforo di Pietro da Vicenza
Nella teoria di santi, raffigurati in un’edicola, sotto una volta a cassettoni, il primo è proprio il nostro san Cristoforo. Non è più rappresentato frontalmente, ma di profilo, rivolto verso l’altare. Guarda verso il Bambino che sta seduto a cavalcioni della sua spalla sinistra, reggendo il globo del mondo. Gesù, nudo e con l’aureola trilobata, tiene stretto un ciuffo di capelli del santo nella sua mano destra. Barba e lunghi capelli ondulati, tenuti da una lunga fascia bianca, caratterizzano il volto dell’elegante santo. Indossa un bel mantello dorato trapuntato, una veste di tessuto pesante, anch’essa foderata di vaio, biancheria intima arrotolata a lasciare nude le gambe. Un lembo della veste è sollevato ed infilato nella bella cintura di cuoio. I piedi sono nudi: nel Tagliamento scorrazzano pesci e serpenti. Cristoforo tiene con entrambe le mani un bastone che termina con una palma carica di datteri, raffigurata con attenzione ai particolari.
San Cristoforo anche contro la peste?
A fianco dell’altare maggiore, Pietro da Vicenza ha dipinto la Madonna in trono con il Bambino, ai cui piedi è posta una minuscola figura in preghiera, insieme ai santi che proteggono dalla peste: Sebastiano, Rocco, Leonardo e Giobbe. Il fatto che Cristoforo non sia accostato a questi santi, ma posto presso l’ingresso della chiesa, sottolinea la sua funzione di protezione dei viaggiatori, in particolare di quelli che passavano il guado del Tagliamento, più che il suo patronato contro la peste, cui è spesso associato il nostro santo nel XVI e nel XVII secolo.
A presto
Presto parleremo delle confraternite presenti in Friuli: esse risultano collegate a san Cristoforo o perché a lui intitolate, o perché il santo è raffigurato negli hospitali gestiti dalle confraternite stesse. Sulla via del Tagliamento, troveremo molti di questi hospitia, in particolare quello che mantiene ancora oggi le funzioni di ostello per i pellegrini, l’Hospitale di san Giovanni di Gerusalemme a San Tomaso di Majano.
Bibliografia
- Fondamentale per la parte generale di questo post è il volume di Marino Del Piccolo, L’ hospitale di san Giovanni di Gerusalemme san Tomaso di Majano sull’antica via di Allemagna, Gaspari, 2017, disponibile anche in rete nel blog dell’hospitale. Ho tratto anche la cartina.
- su Sedegliano: chieseitaliane.chiesacattolica.it
- su Valvasone: guidartefvg.it, comune.valvasone.pn, borghibellifvg.it