Valadas Occitanas

Le Vallate occitane – Valadas Occitanas sono una serie di vallate piemontesi, dove vi sono parlate autoctone di provenzale alpino, ascritte alla lingua occitana. Non dobbiamo pensare necessariamente alle montagne e ai confini nazionali come a una barriera che divide. Anzi le catene montuose hanno fatto da cerniera e hanno permesso agli abitanti di queste regioni dell’Italia, della Francia, della Castiglia e della Catalogna di rimanere in contatto, parlando la stessa lingua e condividendo tradizioni e costumi.

Eccone un elenco delle valli italiane occitane: Alta Val di Susa, Alto Val Chisone, Val Germanasca, Val Pellice, Alta Valle Po, Val Varaita, Val Maira, Valle Grana, Valle Stura, Valle Gesso, Val Vermenagna.

In queste vallate, tutte in provincia di Cuneo, si trova spesso raffigurato san Cristoforo: patrono dei pellegrini e di tutti coloro che si mettono in viaggio. Il santo è particolarmente importante in presenza dei corsi d’acqua, così abbondanti in queste terre, spesso raffigurato a ridosso di ponti e guadi.

Incominciamo con la val Varaita.

San Cristoforo in val Varaita

La Val Varaita si trova ai piedi del Monviso, nella provincia di Cuneo. Sale da Costiglione Saluzzo verso il colle dell’Agnello, uno dei valichi transfrontalieri più alti d’Italia (2748 m) aperti dal 1960 anche al traffico veicolare (ma è soprattutto paradiso dei ciclisti e dei motociclisti). È il torrente Varaita, nato dalla confluenza del Varaita di Chianale (che percorre la Val Chianale) e del Varaita di Bellino (che percorre la Val Bellino), che scende a valle fino a buttarsi nel Po presso Polonghera.

Mappa valli del Cuneese

Ecco un elenco dei san Cristoforo della Val Varaita:

  • ROSSANA (CN), affresco – Parrocchiale dell’Assunta – XVI secolo
  • BROSSASCO (CN), affresco – Chiesa di san Rocco
  • VILLAR di SAMPYERE (CN), affresco (scomparso) – Chiesa di santa Maria Assunta
  • CASTELDELFINO (CN), affresco – Chiesa di santa Margherita – XV secolo

Oggi parliamo di Casteldelfino (CN) e del suo san Cristoforo sulla facciata della chiesa di santa Margherita.

Nelle terre della Castellata a Casteldelfino

Villa S. Eusebio fino al X secolo, è diventato Castrum Delfini, Casteldelfino, capoluogo della Castellata. Nel 1343 entrò a far parte della Repubblica degli Escartons, sotto il controllo francese, ma sostanzialmente autonomo. Duramente coinvolta nelle guerre di religione, luogo di penetrazione del protestantesimo in Italia, torna definitivamente nell’area di influenza del Regno di Sardegna con la pace di Utrecht nel 1713.

La Parrocchiale di Santa Margherita è un edificio romanico-gotico del XV secolo, di recente restaurato. Ed in occasione del restauro è comparso un grande san Cristoforo, probabilmente opera di Tommaso Biasacci (seconda metà del secolo XV), accanto al meraviglioso portale in pietra verde e marmo bianco. Lo sguardo di san Cristoforo è rivolto alla strada principale che sale verso il Colle dell’Agnello. Protegge pellegrini e viaggiatori che passano per la valle.

San Cristoforo trasporta il Bambino che sta seduto, vestito di bianco, sulla sua spalla sinistra: con la mano destra si aggrappa ai capelli di san Cristoforo, mentre tiene nella sinistra un cartiglio Ego sum lux mundi. Il santo, piegato verso destra, cammina, appoggiandosi al bastone – albero, nel torrente Varaita pieno di fauna marina: si intravedono un polpo, pesci e animali serpentiformi, una sirena bicaudata.

San Cristoforo
San Cristoforo – Chiesa di santa Margerita – Casteldelfino (CN)

Nell’acqua si trova anche un uomo, dalle dimensioni molto ridotte, con una lunga veste (il dedicatario?). San Cristoforo indossa un abito giallo corto: sopra un mantello traforato non allacciato al collo, ma indossato come una stola. Da notare, infine, la fascia bianca sui capelli, comune nel Cuneese ma poco diffusa in altre zone del Piemonte e presente in Italia soprattutto in zone di confine (come in Alto Adige), essendo più presente nell’iconografia d’Oltralpe.

Montagne che uniscono: san Cristoforo al di là del Colle dell’Agnello

E, a riprova sulla funzione di collegamento delle catene montuose, san Cristoforo è dipinto al di qua e al di là del confine italiano: a Casteldelfino e a Arvieux, sulla parete della chiesa di San Lorenzo, solo a pochi chilometri dal colle dell’Agnello.

Bibliografia