I San Cristoforo bergamaschi del Lemine tra il Brembo e la stella Sirio
Ad Almenno san Salvatore ci sono almeno cinque attestazioni di san Cristoforo. La cittadina, dalla millenaria storia, sorge su una strada importante già ai tempi dei Romani.
Nel secolo XV, il Bambino, portato sulle spalle da san Cristoforo, tiene fra le sue mani un cartiglio. Spesso le parole a noi risultano oggi illeggibili.
Le frasi presenti, di solito in latino, testimoniano la divinità del Bambino:
Ego sum lux mundi (Io sono la luce del mondo)
oppure la facoltà di intermediazione del santo:
Christophori collo sedeo qui crimina mundi tollo (io, che tolgo i peccati del mond, sto seduto sul collo di Cristoforo)
Ad Almenno san Salvatore ci sono almeno cinque attestazioni di san Cristoforo. La cittadina, dalla millenaria storia, sorge su una strada importante già ai tempi dei Romani.
Nella misteriosa chiesa di san Michele al Pozzo Bianco di Bergamo, sono presenti quattro raffigurazioni di san Cristoforo, dal XIII al XVI secolo, come custode delle fonti, contro la peste e la morte improvvisa.
Sul Natisone (un fiume al confine fra due mondi, l’Italia e la Slovenia), san Cristoforo protegge gli abitanti dalle alluvioni e i passanti dalla morte improvvisa, Da Cividale a Clenia e Prepotto.
Cesare da Sesto nel 1523 dipinse un polittico per l’Oratorio di san Rocco a Milano. Un giovane agile san Cristoforo corre, contro la peste
Sul monumento funebre di Bernabò Visconti, anche san Cristoforo assiste ad un’ipocrita cerimonia funebre.
Il San Cristoforo gardenese di Laion si portava brezel, uva e pesce nella scarsella. Anche per questo costituisce una tipica raffigurazione germanica del nostro santo.