San Cristoforo nel Trecento: negli affreschi ….

San Cristoforo era molto amato nel XIV secolo: protettore dei viandanti e dei pellegrini, aveva la peculiarità fondamentale di proteggere dalla morte più temuta dagli uomini medievali, specialmente quelli in viaggio, la mala mors, la morte improvvisa. Chi avesse visto l’immagine del santo la mattina presto, sarebbe stato protetto per tutta la giornata. Per questo, il santo veniva affrescato in dimensioni colossali sulle pareti esterne delle chiese (ma anche delle case), quelle più visibili dalla strada. Era proprio il santo a svolgere questa funzione: veniva, quindi. raffigurato in posizione frontale, con grandi occhi spalancati e lo sguardo rivolto verso il fedele. Il Bambino stava sulle sue spalle, a volte di dimensioni piccolissime.

Campanile con san Cristoforo
San Cristoforo – Chiesa di san Martino – Vervò (TN) – ph. Paolo Vitti
San Cristoforo frontale
San Cristoforo – Chiesa di san Martino – Vervò (TN) – ph. Paolo Vitti

San Cristoforo nel Trecento: … e nelle pale d’altare

Che cosa succede quando san Cristoforo incomincia ad essere raffigurato sui dossali, sulle pale d’altare, sulle croci dipinte? Succede che san Cristoforo, pur rimanendo il patrono dei pellegrini, perde la sua funzione di protezione da lontano. Il primo elemento discusso è il suo gigantismo dal punto di vista sia della statura sia della mostruosità (elementi presenti nella Legenda Aurea). Il san Cristoforo delle pale trecentesche perde, progressivamente, la sua frontalità e comincia ad entrare in relazione con il Bambino che porta e, talvolta, con le altre figure presenti nella tavola. Si arricchisce, inoltre, di particolari, anche preziosi.

Del Trecento non conosco pale agiografiche dedicate a san Cristoforo (ad esclusione, forse, della tavola di Giovanni da Bologna). Il santo, però, era molto raffigurato, invece, insieme ad altri santi, a volte in relazione con loro.

San Cristoforo in dialogo con i fedeli

Se nel Polittico Boi di Alticherio, il santo ha già acquisito un’attitudine dinamica, ma guarda ancora il fedele, non rivolgendosi né alla Madonna in Trono (come tutti gli altri santi) né al Bambino che trasporta, nella pala di Bernardo Daddi, san Cristoforo avanza nell’acqua, raccogliendo con la mano sinistra la sua veste e fissando lo sguardo (in modo ancora poco naturale) davanti a sé.

polittico con san Cristforo
Altichiero – Polittico Boi – 1380 – Caprino Veronese (VR) – ph. Sailko
San Cristoforo
Bernardo Daddi. san Cristoforo (retro della Crocifissione) – Galleria dell’Accademia Firenze – ph. Francesco Bini

Continua il dialogo fra il fedele e il santo nell’immagine di Stefano Veneziano: il pittore raffigura san Cristoforo anziano che guarda il fedele, mentre avanza fra le onde e la fauna marina. Rimane il rapporto fra noi e Cristoforo, certo, ma la scena incomincia ad assumere un carattere diverso: non è più un gigante eroico e sicuro a portare il Bambino, né un essere mostruoso ed imponente: è un vecchio, schiacciato dal peso che trasporta. Il Bambino si aggrappa forte ai suoi capelli, mentre con la mano destra coglie un dattero della palma fiorita a cui si appoggia San Cristoforo. Bellissimo l’abito del Bambino: le stelle dorate richiamano direttamente le aureole punzonate. Molti, dunque, i dettagli decorativi.

San Cristoforo con Bambino che gioca con i datteri e fauna acquatica
Stefano Veneziano – San Cristoforo – 1385 – Museo Correr – Venezia

San Cristoforo in dialogo con il Bambino

Con Niccolò di Buonaccorso, ci troviamo di fronte ad un’opera molto elegante, in cui il nostro santo, piuttosto magro e dinamico, cammina in un fiume ricco di fauna acquatica e si volge verso il Bambino. Il suo ricco mantello (rosso porpora e fodera di pelliccia) è gonfiato dal vento e dal movimento. Il focus si è spostato: da noi al Bambino.

Trittico con san Cristoforo
Niccolò di Buonaccorso, Madonna dell’Umiltà – Timken Museum of Arte (USA)

Forse Giovanni da Bologna dipinse la pala con san Cristoforo per la chiesa di san Cristoforo dei Mercanti di Venezia. Così ci dice l’iscrizione S/ XPO/ FO/ RUS/ MER/ CHA/ TO/ RUM. Allora questa sarebbe l’unica attestazione di una pala d’altare trecentesco in cui Cristoforo è centrale.

San Cristoforo
Giovanni da Bologna – san Cristoforo – 1377 – ph. Luigi Cocchinone

Alcune novità in questa raffigurazione: le sponde del fiume che il santo attraversa, la preziosa cintura che spunta da sotto il mantello, lo sguardo tra il santo e il Bambino

Pala con Madonna e santi
Guglielmo Veneziano – Madonna con santi – Museo Diocesano – Recanati (MC) – ph. in Paraventi

Anche nella pala di Guglielmo Veneziano, custodita nel museo diocesano di Recanati. è evidente la raffigurazione non più frontale del santo, del quale viene anche trascurato il gigantismo, L’attenzione di Cristoforo è concentrata sul Bambino che il santo si volta a guardare. L’azione di attraversare il fiume è sottolineata dall’appoggio sul bastone, oltre che dalla posizione delle gambe e della cintura. Interessante come il bastone funga da collegamento fra il nostro santo e gli altri raffigurati: la croce astile di sant’Andrea. il bastone con la terminazione a tau di sant’Antonio e l’albero fiorito accanto a Giovanni Battista.

Un san Cristoforo assai leggero

Polittico san San Cristoforo
Polittico del Maestro di sant’Elsino – Fermo ph. Luca Borgia

Ovviamente l’evoluzione dell’agiografia non è rigida; ecco che troviamo un san Cristoforo moderno, ma ancora con uno sguardo non rivolto al Bambino nel Polittico del Maestro di sant’Elsino, attivo fra Venezia e la Dalmazia alla fine del XIV secolo. Il nostro è l’unico santo giovane e visibilmente in movimento, rispetto alla compostezza e rigidità degli altri santi del polittico. Spiccano la veste rosa, senza mantello, il bastone ritorto appoggiato obliquamente in acqua a far da leva, l’agile movimento delle gambe, la fauna marina (cinque varietà di pesci, tutti presenti nel mare Adriatico) e il Bambino appoggiato senza fatica sulle spalle del santo. Una sensazione di leggerezza. Forse era pensato per chi di lavoro attraversava le acque? E poi, a chi esattamente era rivolto il suo sguardo?

San Cristoforo su tavola nel Trecento italiano

Abbiamo parlato di questi san Cristoforo trecenteschi (ce ne saranno certamente altri)

  • 1330-1335: Daddi Bernardo
  • 1369-1384: Altichiero
  • 1369-1385: Stefano Veneziano
  • 1370-1376: Niccolò di Buonaccorso
  • 1377: Giovanni da Bologna
  • 1382: Guglielmo Veneziano
  • 1397: Bartolo di Fredi
  • fine XIV secolo: Maestro di sant’Elsino – Pinacoteca diocesana – Fermo

Bibliografia

  • Mozzoni, L., Paraventi, M., and Pinacoteca Civica (eds) (2000) In viaggio con San Cristoforo: pellegrinaggi e devozione tra Medio Evo e Età Moderna ; [Jesi, Pinacoteca e Musei Civici, Palazzo Pianetti, 29 ottobre 2000 – 14 gennaio 2001]. Firenze: Giunti.