- San Cristoforo nei boschi
- Mauro Fornasier, Traghettatore. Mito tra passato e presente
- Guerrino Dirindin, Il viandante
- Simone Paulin, San Cristoforo un viaggio attraverso la personalità
- Julia Artico: San Cristoforo ci conduce oltre la soglia, all’incontro con il Sacro
- Stefano Borselli: Ora tocca a te, pellegrino!
- Carlo Vidoni, Tornare alla natura
- Bibliografia
- Grazie a Mauro Fornasier e a Marina del Colle (Lo zaino di Marina)
San Cristoforo nei boschi
All’interno di un progetto di cooperazione transnazionale HEart-RURALart (2020) che punta alla valorizzazione delle aree rurali e di montagna, alcuni artisti contemporanei si sono ispirati alla figura di san Cristoforo per realizzare delle opere da porre lungo il Cammino di san Cristoforo.
Tramite l’arte, gli artisti hanno indicato una visione di un mondo auspicando che l’uomo impari ad essere più connesso al paesaggio e alla natura.
Il potente significato simbolico di san Cristoforo in quanto viandante e traghettatore viene reinterpretato in chiave moderna, acquisendo diversi significati strettamente religiosi (Fornasier, Artico, Borselli, Vidoni), ma anche più laici (Paulin, Dirindin).
Voglio cominciare da Mauro Fornasier, a cui ho rivolto di persona delle domande sulla sua opera e ha avuto la gentilezza di rispondermi.
Mauro Fornasier, Traghettatore. Mito tra passato e presente
Mauro Fornasier
Mauro Fornasier è un artista trevigiano, attualmente espone opere scultoree filiformp (suggestiva la sua installazione con Alessandra Gusso a Spinea).
San Cristoforo: L’esuberanza orgogliosa che si piega alla mitezza
Ho avuto la fortuna di parlare con Mauro Fornasier ed avere da lui delle indicazioni relative al san Cristoforo presente sul Cammino di san Cristoforo, in Friuli, presso il Castello di Caneva.
Il mio San Cristoforo si ispira all’artista rinascimentale Giovanni Antonio de Sacchis, detto il Pordenone (San Martino e San Cristoforo, 1528-29, Venezia, Scuola Grande Arciconfraternita di San Rocco).
Anche nei nostri territori sono presenti molte facciate di chiese antiche con affreschi che rappresentano il santo e il mio lavoro […] vuole mettere in relazione una certa consapevolezza del passaggio esistenziale del vivere d’oggi verso una cultura del vuoto e dell’ignoto che ben si conforma con i miei elaborati di figure vuote in filo di ferro.
Ho colto la forza espressiva ed emotiva e aderente alla nostra realtà sociale del quotidiano, dove la mancanza di certezze e speranze lascia spazio al nulla offendendo la nostra dignità intellettuale e spirituale, cosa che una certa “cultura scientifica” ci impone e propone quotidianamente. Il san Cristoforo rinascimentale era una figura votiva di difesa dalle calamità (il gigante buono) per me invece è la forza esagerata che si adegua alla semplicità, l’esuberanza orgogliosa che si piega alla mitezza.
Guerrino Dirindin, Il viandante
Guerrino Dirindin
Così scrive di sè l’artista in artnetworkstore.it.
Nasco a Pordenone il 9 febbraio 1950 da una famiglia di navigatori che dalla notte dei tempi solcava i grandi mari e dalla Serenissima ha risalito tutti i fiumi del Nord-Est. Stordito dal profumo della terra e dal ricordo, forse del mare sognato, come uno sciamano, esternando luci ed ombre, do forma e colore alle mirabolanti visioni che ho in eredità nelle carni. Con mille sogni ed un groppo in gola, come mio bisnonno, tamburino di Garibaldi, sono cieco e sordo e vado d’istinto. Le regole della matematica, della fisica e della sintassi non contano più nulla; io, cerco di arrivare al cielo con la terra.
San Cristoforo, il viandante
L’opera dedicata a san Cristoforo si intitola Il viandante e si trova nel Golf Club di Villa Policreti a Castel D’Aviano.
Cristoforo diventa il viandante di un viaggio simbolico: chi gira intorno al monumento, ad ogni passo, vede una visuale diversa, i vuoti si riempiono del paesaggio, i pieni ti mostrano un’altra prospettiva. Sono i sogni a permettere viaggi nello spazio e nel tempo.
Simone Paulin, San Cristoforo un viaggio attraverso la personalità
Simone Paulin
Nasce a Gorizia nel 1980. E’ direttore artistico di AESON, il progetto culturale che ha realizzato un percorso dedicato alla Land Art, attraverso una serie di opere e installazioni posizionate nelle aree verdi che costeggiano il fiume Isonzo. Per lui l’arte parte dalla consapevolezza che
Fare scultura con materiali naturali vuol dire perseverare e poi lasciar andare. Tutto quello che facciamo non dura per sempre, la natura si riprende i suoi spazi.
San Cristoforo e la ruota
L’opera dedicata a san Cristoforo si intitola San Cristoforo un viaggio attraverso la personalità e si trova lungo le sponde del fiume Meduna a Sequals.
Anche il san Cristoforo di Simone Paulin è raffigurato senza Bambino. Eppure qui il divino è presente, nella ruota che fa riferimento al divino e alla necessità di ricercare l’origine delle cose, nella ciclicità della vita. Può essere intesa come centro che genera la circonferenza, richiama inoltre al mondo e quindi la vita con la sua ciclicità.
Julia Artico: San Cristoforo ci conduce oltre la soglia, all’incontro con il Sacro
Julia Artico
Nata in Svizzera e cresciuta a Verona, Julia Artico ora risiede a Tricesimo (UD). Espone dal 2001 oper in continua relazione con la Natura. Notevoli le sue sculture in fieno (ed alcune si animano sorprendentemente). I suoi lavori nascono dalla sintonia con il misterioso sussurrare della Natura.
San Cristoforo Santo della Soglia
L’opera San Cristoforo Santo della Soglia è collocata ai piedi della scalinata che conduce all’antica Pieve d’Asio lungo il sentiero medievale che collega Clauzetto a Vito d’Asio.
San Cristoforo è raffigurato secondo la forma tradizionale: un santo con bastone e aureola; sulla sua spalla sinistra c’è il Bambino. Ma il corpo non c’è: solo un guscio di ferro vuoto che può essere riempito dai camminatori con i materiali che offre la natura.
Così scrive l’artista nel suo blog juliaartico.com:
In un presente così complesso, con l’umanità allo sbando, alla ricerca di un conforto nella forza della natura, ho visto la figura del Santo come un faro che indica la direzione. San Cristoforo, protettore dei viandanti, trasporta oltre il fiume Colui che porta il peso del mondo. San Cristoforo all’esterno delle chiese conduce DENTRO, oltre la Soglia che apre all’incontro con il Sacro. Mi sono soffermata su questo pensiero e sul fatto che molto spesso il Santo viene rappresentato sulla facciata della chiesa, ed è dunque un chiaro invito ad entrare e a connettersi con la Fonte della vera Vita. Per analogia vedo San Cristoforo ai margini di un bosco, che invita all’incontro con la sacralità che pervade la natura.
Stefano Borselli: Ora tocca a te, pellegrino!
Stefano Borselli
Stefano Borselli è un artista paesaggista che crea opere di Land art, utilizzando materiali che provengono dalla terra e alla terra sono destinati a tornare.
Flussi di Fede
L’opera Flussi di Fede si trova a Frisanco nei pressi del borgo di Preplans.
C’è un momento di svolta nella vita di Cristoforo: l’attraversamento del fiume. Nell’opera di Stefano Borselli, due onde, composte da materiale del bosco, si muovono una incontro all’altra ma non si toccano. Tra le onde, nuovo Mosè, è passato Reprobo: giunto dall’altra parte, è diventato Cristoforo, il portatore id Cristo. Ha aperto il passaggio per noi: Ora tocca a noi passare in mezzo alle onde che vogliono unirsi, sentirne la forza e l’energia. Una volta terminato il lavoro di installazione, sono stati piantati carpini, cedri e fiori locali per trasformare un’opera morta in un’opera viva. Un nuovo potente segno di rinascita per Cristoforo, per noi.
Bellissimo è il racconto del blog borgopreplans.com che ci spiega la realizzazione dell’opera: il bando di concorso di Heart Ruralart, l’adesione nel fatidico 2020, la realizzazione del lavoro in un ambiente naturale straordinario. E poi, affascinante, l’arrivo sul luogo di un cervo, quasi a benedire Flusso di fede. Per altri particolari, vi rimando al blog, da cui ho ricavato anche l’immagine. Anche l’artista ce ne parla in un video.
Carlo Vidoni, Tornare alla natura
Carlo Vidoni
Carlo Vidoni nato a Udine il 7 dicembre 1968, crea installazioni, in cui emerge la volontà sia di dialogare in modo originale ed efficace con la storia dell’arte, sia di dare risposta alle domande urgenti dell’uomo di oggi. Nella sua opera, è evidente la lucida proposta di una potente visione del mondo, della natura e dell’essere umano.
Tornare alla natura
L’opera è posizionata nei pressi di Castelnovo del Friuli in località Puntic.
Vidoni ha raffigurato il bastone fiorito di san Cristoforo: dal ramo pendono i pesci. L’artista ha combinato nella sua opera due simboli legati al santo: la palma fiorita (che dimostra che il bambino che porta è il Bambino) e i pesci che popolano il torrente che il santo attraversa (una fauna acquatica con molteplici possibilità di interpretazione). Che pesca miracolosa ha fatto il santo! Quanta abbondanza viene dal coraggio di attraversare un fiume portando in salvo Gesù Bambino (ma salvando anche se stessi)! Le decorazioni metalliche alla base dell’istallazioni formano un’onda e la grossa pietra simboleggia il fardello del Cristo bambino portato sulle spalle del Santo.
Bibliografia
- Essenziale per la ricostruzione di questo percorso il sito HEart-RURALart.
- Approfondimenti sugli artisti:
- su Mauro Fornasier
- su Guerrino Dirindin
- su Simone Paullin
- su Julia Artico
- su Stefano Borselli
- su Carlo Vidoni
- Alessandro Bertinetto, Tornare (alla) natura. L’arte “radicale” di Carlo Vidoni, 2015-2016