- Testimone di un’antichissima raffigurazione
- A Spurano d’Ossuccio, c’è davvero san Cristoforo ?
- Sì, è proprio san Cristoforo!
- E non è l’unico san Cristoforo senza Bambino
- Perché questa raffigurazione di san Cristoforo?
- Tutti i san Cristoforo senza Bambino
- San Cristoforo coronato
- Un santo imperatore la veste a cabochon di san Cristoforo ad Ossuccio
- La devozione di san Cristoforo penetra in Italia già nel X secolo
- Sul canale youtube sullespalledisancristoforo
- Bibliografia
Testimone di un’antichissima raffigurazione
A Spurano d’Ossuccio, c’è davvero san Cristoforo ?
Sponda occidentale del Lago di Como, una bellissima chiesa romanica, a Spurano d’Ossuccio e un’immagine davvero speciale di san Cristoforo.
Mio marito, con la sua sana ironia (che è una delle sue doti), è convinto che questo sia un san Cristoforo fake: se san Cristoforo si chiama così perché porta il Cristo Bambino e il Bambino qui non c’è, che san Cristoforo è?
Sì, è proprio san Cristoforo!
Il bastone del santo è fiorito con i datteri, la statura dell’uomo è molto maggiore di tutte le altre figure ed è dipinto proprio di fronte a quello che un tempo era l’ingresso principale. La prova definitiva: il nome inciso accanto al santo. Ma mio marito storce il naso.
E non è l’unico san Cristoforo senza Bambino
Allora ci spostiamo di qualche decina di chilometri e andiamo a Cantù, nella bellissima Chiesa di san Vincenzo a Galliano, e anche lì c’è un San Cristoforo dell’XI secolo, gigantesco, senza Bambino. In più, sulla parete, sono raffigurate anche le scene del martirio del nostro santo. E dunque…
Perché questa raffigurazione di san Cristoforo?
Perché le raffigurazioni del santo non seguono i dettami della Legenda Aurea di Jacopo da Varagine? Semplicemente perché sono anteriori alla Legenda Aurea, scritta alla fine del XIII secolo: questi San Cristoforo, quello di Ossuccio e quello di Galliano, sono addirittura dell’XI secolo!
Tutti i san Cristoforo senza Bambino
E l’iconografia era diffusa. Ti cito solo due esempi: il primo è il san Cristoforo rappresentato su una lastra di pluteo rinvenuta a Montefollonico (SI), risalente alla fine XII secolo.
Questo, invece, è il san Cristoforo di Guglielmo d’Orta, che ha raffigurato il santo a Settimo Vittone (TO) all’inizio del XIII secolo.
Ma vuoi vederne altri esempi?
San Cristoforo coronato
Confrontando fra loro queste immagini, possiamo notare alcuni particolari comuni: la verga fiorita con palme e datteri, le dimensioni colossali, la posizione frontale. Importante, poi, un altro particolare: il santo è coronato, una sorta di re che ha uno scettro fiorito ed indossa la corona. La corona, se è evidente nel santo di Settimo Vittone, è decisamente sottolineata in quello di Ossuccio, in cui si vede proprio la mano di Dio che sta incoronando san Cristoforo.
Molto somiglianti fra loro, dunque, il san Cristoforo di Ossuccio e quello di Settimo Vittone, per la posizione, per la somiglianza del volto e dell’espressione, per la verga-scettro che sorreggono, per i colori (veste rossa, mantello blu).
Un santo imperatore la veste a cabochon di san Cristoforo ad Ossuccio
Ma c’è un particolare che differenzia le due riproduzioni. La decorazione a cabochon del vestito del santo di Ossuccio rimanda al mondo in cui l’affresco è stato eseguito, quello delle arti suntuarie, degli smalti e dell’oreficeria prodotta in Lombardia in età carolingia ed ottoniana, forse addirittura longobarda. Così sottolinea Vergani, citato da Paola Villa, la curatrice del restauro del san Cristoforo di Ossuccio.
Paola Villa si spinge anche più indietro, sottolineando come la mancanza dell’aureola del santo rende evidente l’ispirazione a modelli della tradizione figurativa romano-imperiale bizantina, sottolineata dall’abito imperiale e dal gesto della mano alzata e aperta: è un gesto rituale del sovrano che diventa qui il gesto cristiano della benedizione.
Questi aspetti sono presenti anche in una raffigurazione dello stesso periodo: è il cosiddetto Sacramentario di Enrico II, manoscritto miniato prodotto per l’imperatore Enrico II del Sacro Romano Impero tra il 1002 e il 1014. Mentre Enrico, incoronato da Dio, ha la spada e la lancia, Cristoforo benedice e ha il ramo di palma con i datteri, tipico attributo orientale.
La devozione di san Cristoforo penetra in Italia già nel X secolo
Questo San Cristoforo di Ossuccio, dunque, sarebbe la testimonianza del fatto nel X secolo la devozione del santo era già diffusa: era penetrata in Italia con caratteri orientali (palma), ma occidentalizzati, secondo elementi romano-imperiali, longobardi, carolingi, ottoniani. Un San Cristoforo che fa incontrare Occidente ed Oriente.
E poi verrà il traghettatore con il Bambino di Jacopo da Varagine.
Ci sono volute parecchie righe per tentare di convincere mio marito che questo san Cristoforo non è fake, ma non sono così convinta di esserci riuscita! Con voi è andata meglio?
Sul canale youtube sullespalledisancristoforo
Bibliografia
- Elena Percivaldi, Per la gloria di Ariberto. Il complesso di San Vincenzo in Galliano a Cantù (Co). MEDIOEVO, n. 226 (novembre 2015), pp. 58-71.
- Paola Villa, Il San Cristoforo di San Giacomo di Spurano in La chiesa di S. Giacomo a Spurano di Ossuccio e i suoi restauri, Como Ed. NodoLibri 2004