La storia di questa chiesa di san Cristoforo inizia in un modo simile a quella di tante chiese dedicate al nostro santo, ma finisce in un modo unico, in un attimo, la sera del 9 ottobre del 1963. La chiesa di san Cristoforo sorgeva a Longarone e venne rasa al suolo in un solo momento dalle acque esondate dalla diga del Vajont.

Una fine unica per una chiesa come tante altre

Contro la peste nera una chiesa e un hospitale a Longarone

Nel 1360, a seguito della peste nera che colpì l’Europa intorno al 1348, i cittadini di Longarone, nella Valle del Piave, eressero il primo edificio religioso del paese, la chiesa di san Cristoforo. Accanto alla chiesa, sorse un hospitale, retto dalla confraternita dei Battuti e aperto ai bisognosi e ai malati.

La chiesa rimase l’unica del paese fino al 1695, quando si decise di costruire un edificio più grande per i fedeli, una chiesa intitolata a Santa Maria Immacolata. A sancire il passaggio delle competenze, nel 1739, la campana di San Cristoforo fu spostata nella nuova chiesa: San Cristoforo fu adibito a battistero.

Chiesa di san Cristoforo – Lavarone (BL) -ph- Loris Paluselli

Il portale mostrava al centro un bassorilievo di grande pregio, la Madonna con Bambino, fra i santi Giacomo e Cristoforo.

All’inizio del XX secolo, intorno agli anni Trenta, la parete nord della chiesa venne decorata da un grande affresco, commissionato al pittore Giocondo Protti con la scritta Postea Christophorum tutus eas (Vai sicuro, dopo aver visto san Cristoforo).

San Cristoforo
Giocondo Protti – San Cristoforo – Chiesa di san Cristoforo – Longarone (BL) -ph- Loris Paluselli

Fino a qui, siamo nella storia solita di san Cristoforo: la costruzione della chiesa sulla via principale della cittadina perché san Cristoforo protegga viandanti e pellegrini e tenga sotto controllo il passaggio nel fiume e le acque del Piave, il patronato del santo contro la peste, il legame con la confraternita dei Battuti, il revival di san Cristoforo negli anni Trenta del Novecento.

La fine della chiesa di san Cristoforo (e del mondo)

Un rumore come di mille bombe: così i sopravvissuti tentano di descrivere il rumore dell’ondata che travolse l’abitato di Longarone (ma anche quello di Rivalta, Pirago, Faè e Villanova nel comune di Longarone, Codissago nel comune di Castellavazzo, Erto e Casso) a causa dell’esondazione della diga del Vajont. Alle 22:39, una frana con un fronte di circa due chilometri, pari a circa 300 milioni di metri cubi di roccia, si staccò dal fianco settentrionale del Monte Toc, ai confini delle province di Belluno e Pordenone, e precipitò nell’invaso del lago artificiale creato dalla costruzione della diga del Vajont. Generò un’onda alta circa 350-380 metri, che superò la diga e invase la valle del Piave con una velocità tale da trascinar via ogni cosa.

Anche la chiesa di san Cristoforo fu annientata.

Insieme al nostro santo, scomparvero 1917 persone.

Quello che resta

Ora, al cimitero di Fortogna, le 700 persone che sono state identificate sono sepolte insieme alle altre 764 ca cui non è stato possibile dare un nome; di altre 450 non si trovò mai il corpo.

Della chiesa di san Cristoforo, con le due immagini del santo, nel timpano e sulla parete nord, ora restano solo il nome dato ad una via di Longarone e una fotografia, conservata presso il Museo delle Pietre Vive, nella cripta della Chiesa di santa Maria Immacolata, ora nuova parrocchiale di Longarone. Nel Museo delle pietre vive, sono conservati resti di vita religiosa e della Chiesa Arcipretale precedente alla tragedia tra i quali le famose “Campane de Longaron”.

Chiesa moderna
Chiesa di Santa Maria Immacolata – Longarone (BL) – ph. Tomaso D’Incà Levis
Pietre
Museo pietre vive – Longarone (BL)

Bibliografia

  • FB Longarone scomparsa: Libri sulla storia di Longarone:
    • “Longarone 1880-1940. 60 anni di storia per immagini” di Giuseppe De Vecchi;
    • “Longarone e la sua chiesa” di Giuseppe Capraro, Giovanni Danielis, Giuseppe De Vecchi, Vulco Micheletti, Luciano Saviane, Gianni Olivier, Antonio Zampieri.
  • Sul disastro del Vajont, la sitografia è vastissima. Io mi sono avvalsa, in particolare, del sito dei Vigili del Fuoco.
  • Su Longarone, vedasi il sito della pro loco
  • La filastrocca delle campane e il suono della campana

grazie a Loris Paluselli, Isabella Pilo e Marco Dalla Sega