Una lunga storia di san Cristoforo e la peste

La presenza di due quadri nella chiesa di Padenghe sul Garda ci parla della devozione popolare per san Cristoforo, che protegge dalla peste.

A Padenghe sul Garda

Il paese di Padenghe sul Garda sorge sulla sponda bresciana del Benaco: ha quattromila anime e presenta un nucleo collinare con ancora la struttura del borgo medievale, posto a difesa dell’accesso alla Valtènesi. In questa regione, tra Padenghe e Salò erano costruiti, soprattutto in età medievale, luoghi fortificati, castelli e rocche per la protezione militare del territorio. Ora il territorio è coltivato a viti ed ulivi.

Facciata della chiesa
Padenghe sul Garda (BS) – Facciata ph. Chiara Iotti

Come mai nella Chiesa parrocchiale di santa Maria Assunta e sant’Emiliano di Padenghe sul Garda, ci sono ben due pale di altare in cui è raffigurato san Cristoforo?

San Cristoforo nella pala di Zenone Veronese

La parrocchiale è stata costruita nel 1682: ospita un altare dedicato a san Cristoforo, con una bella pala di Zenone Veronese del secolo precedente. I piedi del santo sono a terra e il Bambino è nudo e a gambe aperte.

Altare di san Cristoforo – Zenone Veronese, Madonna in trono con i santi Cristoforo, Donato, Antonio Abate e Sebastiano, 1542
Altare di san Cristoforo – Zenone Veronese, Madonna in trono con i santi Cristoforo, Donato, Antonio Abate e Sebastiano, 1542 – ph. Chiara Iotti
San Cristoforo porta il Bambino nudo sulle spalle. Anche la Madonna accanto a lui ha in braccio un Bambino nudo.
Altare di san Cristoforo – Zenone Veronese, Madonna in trono con i santi Cristoforo, Donato, Antonio Abate e Sebastiano, 1542 (particolare) – ph. Chiara Iotti

San Cristoforo protegge dalla peste in una tela del XVI secolo

Sul presbiterio, invece, una tavola del XVI secolo è dedicata ai tre santi protettori dalla peste.

Alla destra di san Cristoforo, san Sebastiano e alla sua sinistra San Rocco (pellegrino e appestato) proteggono i quattro dipinti ai loro piedi. I tre santi ci guardano con aria malinconica.

San Cristoforo con in mano il bastone porta il bambino dall'altra parte, in acque pestilenziali - ph. Chiara Iotti
Maestro veronese, prima metà del XVI secolo, San Cristoforo con i santi Sebastiano e Rocco e i committenti – Padenghe sul Garda (BS)

La tavola in legno di abete è di natura devozionale, come evidenzia la presenza della famigliola dei committenti: moglie, marito, figlio e figlia, tutti pieni di bubboni.

Una donna, con un bubbone sul collo, prega rivolta a san Cristoforo
Maestro veronese, prima metà del XVI secolo, San Cristoforo con i santi Sebastiano e Rocco e i committenti (particolare) – ph. Chiara Iotti

Il colore dell’acqua in cui san Cristoforo ha immerso i piedi non è terso ed in lontananza una nave a vela solca il lago, sotto rocce incombenti. Sono acque pestilenziali, malsane, e solo il santo le sa attraversare portando il Bambino in salvo.

i piedi dei tre santi e le teste della famiglia committente
Maestro veronese, prima metà del XVI secolo, San Cristoforo con i santi Sebastiano e Rocco e i committenti (particolare) – ph. Chiara Iotti

Perché addirittura due san Cristoforo nella stessa chiesa?

E allora, perché due san Cristoforo? Vista la compagnia di santi che proteggono dalla peste, credo che sul Lago di Garda sia stato proprio questo flagello a far rimanere viva la devozione per san Cristoforo. Una devozione di antica data (come testimonia la diffusione dei luoghi di culto, anche antichi, dedicati al santo lungo il lago di Garda) ma tenuta viva anche nei secoli in cui il protettorato sui pellegrini è pian piano venuto meno.

Ma sarò felice di essere smentita da chi ne sa più di me di storia locale!

Geolocalizzazione

Un altro san Cristoforo di Zenone Veronese sul Lago di Garda

Una seconda pala di Zenone Veronese si trova presso la galleria antiquaria Antichità Castelbarco di Riva del Garda e raffigura san Cristoforo insieme a san Sebastiano (manca la figura centrale del trittico).

Santo con Bambino nudo, con bastone non fiorito
Zenone Veronese – San Cristoforo e san Sebastiano – Galleria Antichità Castelbarco – Riva del Garda (TN) – ph. Paolo Vitti

Bibliografia e sitografia