- Un antichissimo traghettatore (ma non il più antico)
- Il primo portatore di Cristo?
- San Cristoforo martire (XI secolo)
- Un restauro e una scoperta
- San Cristoforo nel XIV secolo: da Appiano al Lago di Costanza (e alla Svizzera)
- Le prime raffigurazioni di san Cristoforo con il Bambino nel XII secolo
- Da martire a traghettatore
- Prima e dopo la Legenda Aurea
- San Cristoforo nel XIII secolo: modelli diversi
- San Cristoforo e il Bambino dopo la Legenda Aurea
- Ma a Appiano devi venire! Ancora per san Cristoforo.
- Bibliografia
- Grazie a Paolo Vitti, Maria Teresa Galeazzi, Fiorenzo Degasperi, Eugenio Marin
Un antichissimo traghettatore (ma non il più antico)
Il primo portatore di Cristo?
Fino a poco tempo fa, il colossale affresco di San Cristoforo dalla parete d’ingresso della cappella di Castel d’Appiano in Val d’Adige era considerato la più antica raffigurazione del santo con Cristo sulle spalle nell’arco alpino: coeva alla costruzione del castello, l’immagine sarebbe datata 1131.
San Cristoforo martire (XI secolo)
Sarebbe, dunque, la prima volta che san Cristoforo viene raffigurato come il traghettatore di Cristo. Le immagini più antiche, risalenti all’XI secolo, lo raffigurano come un re, come ad Ossuccio, o un eroico (e colossale) martire come a Galliano. In ogni caso in queste raffigurazioni, manca il Bambino.


Nella raffigurazione di Castel Appiano, invece, il santo, in posizione frontale, con un lungo abito e un bastone nella mano destra, porta sulle spalle il Bambino, anche se in una posizione bassa, tanto che quasi il Bambino sembra appoggiarsi sul petto.

Un restauro e una scoperta
Durante un restauro nel 1991, Jürgen Michler ha stabilito che l’immagine di San Cristoforo si sovrappone allo strato pittorico dell’affresco accanto: si tratta della Crocifissione, affrescata nel XIII secolo. San Cristoforo deve, quindi, essere stata dipinto successivamente. Ma quando?
San Cristoforo nel XIV secolo: da Appiano al Lago di Costanza (e alla Svizzera)
Michler ha confrontato la raffigurazione del santo con le raffigurazioni di San Cristoforo provenienti dalla regione del Lago di Costanza: l’affresco è così simile da poter datare l’affresco di Castel d’Appiano al primo quarto del XIV secolo.

Mi sembra che anche con il san Cristoforo trecentesco sulla parete esterna della Chiesa di san Martino a Zillis, in Svizzera, siano evidenti le somiglianze. Dipinto intorno al 1330 dal Maestro di Waltensburg, il santo porta il piccolo Bambino nella stessa posizione: da notare anche la lunga veste elegante.

Le prime raffigurazioni di san Cristoforo con il Bambino nel XII secolo
E allora, quali sono le prime raffigurazioni di san Cristoforo con il Bambino? Già all’inizio del XII secolo troviamo alcune immagini di san Cristoforo con il Bambino in area della diocesi di Concordia – Pordenone, oggi fra Veneto e Friuli.


Da martire a traghettatore
Come il san Cristoforo martire si trasforma nel san Cristoforo portatore? Probabilmente si tratta di un’iconografia che cerca di spiegare il nome del santo: Cristoforo significa il portatore di Cristo, cioè l’evangelizzatore. Per traslato, Cristoforo porta davvero Cristo sulle spalle o sul cuore, come si può vedere a san Fermo a Verona (ma siamo già nel XIII secolo).

Prima e dopo la Legenda Aurea
Tutte queste raffigurazioni precedono la stesura della Legenda Aurea (1260-1298), che si concentra moltissimo sulla scena dell’attraversamento, pur parlando anche dei momenti precedenti e del successivo martirio. Gli studiosi hanno, dunque, ipotizzato che la Leggenda riprenda l’iconografia che si sta diffondendo, inserendola in un contesto narrativo. Poi la forza della Legenda aurea ha aiutato la diffusione dell’iconografia del portatore, a scapito di quella del martire.
San Cristoforo nel XIII secolo: modelli diversi
Nel XIII secolo, le due iconografie sono ancora diffuse: ad esempio a Settimo Vittone abbiamo ancora un san Cristoforo re e martire senza Bambino, a Taufers un traghettatore con il Bambino sul petto, a Quarona un traghettatore con Bambino e corona.



San Cristoforo e il Bambino dopo la Legenda Aurea
Quando, però, si impone la Legenda Aurea, resta solo l’iconografia classica di San Cristoforo e il Bambino. E così torniamo all’inizio del XIV secolo e noi possiamo guardare di nuovo il nostro santo a Castel Appiano. Anche se ha perso il primato, resta ancora un bel san Cristoforo da vedere in un contesto davvero affascinante (per gli altri affreschi, per i resti del castello, per le colline piene di vigneti, per le montagne in lontananza).


Ma a Appiano devi venire! Ancora per san Cristoforo.
Non è questo l’unico san Cristoforo ad Appiano. Ringrazio gli amici del gruppo FB Sulle spalle di san Cristoforo per avermi segnalato almeno altri tre san Cristoforo ad Appiano: uno nella chiesa parrocchiale dei santi Pietro e Paolo, uno su un capitello di fronte ad un invaso artificiale e l’ultimo a Castel Moos, nel museo della cultura dell’abitare medievale.



Bibliografia
- Bittmann, Y. (2003) Standort und Funktion von Christophorusfiguren im Mittelalter. Ruprecht-Karls-Universität Heidelberg,.
- Villa, P. (2004) Il San Cristoforo di San Giacomo di Spurano in La chiesa di S. Giacomo a Spurano di Ossuccio e i suoi restauri, Como Ed. NodoLibri
- Cozzi, E. and Menis, G.C. (2001) L’abbazia di Santa Maria di Sesto : l’arte medievale e moderna. Pordenone: Geap. (grazie a Eugenio Marin)