Opere d’arte per san Cristoforo della Pace a Venezia
La chiesa di san Cristoforo della Pace si riempie di opere d’arte
La chiesa di San Cristoforo della Pace a Venezia, per l’opera di mediazione politica del rettore e per la presenza della tomba del beato Grazia, a partire dal XV secolo, si riempie di opere d’arte: vi lavorano Tintoretto, Bellini , Vivarini. Risale al 1556 l’opera che ci interessa oggi, il San Cristoforo di Jacopo da Ponte, detto Jacopo Bassano.
Il modello di Tiziano
A Venezia ci sono molti dipinti di san Cristoforo: il più famoso è quello di Tiziano, al Palazzo Ducale.
Jacopo lo conosce certamente, come conosce anche un’altra sua opera. la Madonna in trono con Sant’Antonio e san Rocco. Risulta evidente come Jacopo abbia preso ispirazione dal san Cristoforo di Tiziano per quanto riguarda la muscolarità del santo e dal san Rocco per quanto riguarda il gesto di sollevare il ginocchio.
Un santo che fatica
Il quadro di Bassano ha, però, ha delle sue peculiarità: il suo santo ha un’attitudine diversa. Rispetto alla sicurezza dell’avanzare del san Cristoforo di Tiziano, che sembra sia in equilibrio e stia danzando sulle acque, il santo di Bassano sta facendo fatica: lo si capisce dal gesto del ginocchio e del braccio con cui si vuole sottolineare la fatica dell’incedere. C’è poi una illuminazione molto diversa, che avvicina questo quadro alla ricerca di luminosità che diventerà tipica nella pittura barocca. Peculiare è anche l’uso del colore molto moderno: come sostiene Philippe Daverio, ‘i colori rosa si combinano con colori scuri giorgioneschi dello sfondo, generando un cromatismo che poi è sarà quello di El Greco’.
Un quadro copiatissimo
Il quadro piace moltissimo. Ne abbiamo la prova perché molti lo hanno citato: alcuni lo hanno visto con i propri occhi, molti altri lo hanno conosciuto attraverso le incisioni. La più famosa è quella di Aegidius Staedler, realizzata a Praga su commissione del priore di Vienna Jacob Hoffmann.
Le stampe hanno letteralmente fatto il giro d’Europa.
Da Venezia a Cuba
Invece, il nostro san Cristoforo di Jacopo Bassano fa un altro giro, ancora più lungo.
A seguito delle soppressioni napoleoniche, i beni del convento vengono confiscati e la comunità concentrata nel convento di S. Stefano. La chiesa ed il convento sono demoliti nel 1810 per far spazio alla costruzione del nuovo cimitero (secondo i dettami dell’Editto di saint Cloud). Nel 1843, infine, il braccio di laguna con la vicina isola di san Michele viene interrato e l’isola diviene il cimitero di Venezia. L’operazione è costosissima e per realizzarla si decide di vendere le opere.
Sulla fregata Tigre, il 12 novembre 1842, arriva a l’Avana perché è stato acquistato da Pedro de Alcántara Téllez-Girón Pimentel, príncipede Anglona y marqués de Javalquinto, capitanp di Cuba dal 1840 al 1851. Insieme ad altre ventinove opere, va a costituire il nucleo originario della Galeria Didactica de La Academia de San Alejandro, che diventa poi il Museo delle Belle Arti di Cuba. Si trova lì ancora oggi.
Sul canale youtube sullespalledisancristoforo
Bibliografia
- Philippe Daverio ci parla del san Cristoforo nella dodicesima puntata del suo Capitale.
- San Cristoforo e lo stupendo inganno dell’occhio