- La devozione per san Cristoforo alla foce del Metauro
- Bibliografia
La devozione per san Cristoforo alla foce del Metauro
Fano ha avuto sempre un ruolo molto importante per la sua posizione strategica lungo la strada Flaminia, proprio sulla foce del Metauro sul mare. In tutta la Valle del Metauro, San Cristoforo conobbe una fortuna straordinaria. Ne abbiamo attestazioni a Mercatello sul Metauro, a sant’Angelo in Vado, a Urbino e a Fossombrone (ma anche a Isola del Piano e a Orciano di Pesaro): c’è poi il caso davvero eccezionale di Urbania, posta direttamente sotto il patronato religioso e civile di san Cristoforo!
A Fano: la chiesa sul ponte del Metauro
Anche a Fano, molto antica è la devozione a san Cristoforo, testimoniata dalla presenza, già attestata nel 1226, di una chiesa dedicata al Santo e situata nel centro storico, oggi abbattuta.
Ma il segno più antico della devozione al santo che possiamo vedere con i nostri occhi è custodito oggi nella Pinacoteca civica di Fano. Si tratta di un polittico quattrocentesco dipinto da Michele Giambono e dal cosiddetto Maestro di Roncaiette che si trovava in Santa Maria sul Ponte Metauro proprio alle porte di Fano.

Inserito fra gli altri santi del registro superiore, il nostro santo spicca per la sua particolarità, rispetto alle fisionomie ripetitive e immobili degli altri personaggi raffigurati probabilmente dal Maestro di Roncaiette: il movimento netto con sui si volge verso il Bambino e il dettaglio espressivo della mano che afferra il bastone danno dinamicità al personaggio. Questo san Cristoforo assomiglia moltissimo a quello oggi a Torcello, attribuito anch’esso alla scuola di Michele Giambono.

A Fano: la Chiesa di san Cristoforo
1929: Una chiesa abbattuta. Ma va ricostruita!
E la chiesa abbattuta? La chiesa di san Cristoforo venne abbattuta, certo, ma poi spostata lungo la strada Flaminia e ricostruita nel 1929 (periodo in cui san Cristoforo ritornò in auge,. La chiesa conserva attestazioni antiche e moderne della devozione per il santo.

XVIII secolo: La Madonna che affida il Bambino a San Cristoforo
Nella chiesa che si trovava nel centro storico, era presente una tela di fine Settecento, che ora è posizionata dietro all’altare principale. Dipinta da Pietro Tedeschi, raffigura la Madonna che affida il Bambino a San Cristoforo.

Accanto al nostro san Cristoforo sono dipinti anche due santi collegati ai viaggi, san Leonardo di Limoges e san Francesco. San Leonardo, infatti, aveva ricevuto dal re il potere di liberare tutti i prigionieri che avesse incontrato nel suo percorso; san Francesco, invece, è raffigurato con il tascapane, simbolo del viandante. Perfino l’angelo impugna il bordone del viaggiatore.
Non c’è bisogno di ricordare, credo, la connessione fra san Cristoforo, i viaggiatori e l’attraversamento dei fiumi. Qui il nostro santo, tradizionalmente barbuto e scuro di pelle, porta con sicurezza un Bambino bianchissimo al di là del fiume, appoggiandosi al suo bastone che sta già cominciando a fiorire.
Il dipinto fu realizzato nel 1791 a Roma dal pittore marchigiano, probabilmente su committenza dell’importante famiglia Albani. Fu la titolazione della chiesa a spingere per la raffigurazione del nostro santo, che non conosceva grande fortuna nel XVIII secolo. E, infatti, il santo è qui inserito in una sorta di narrazione: la Madonna gli affida il Bambino perché lo trasporti. Il Bambino, dunque, non è solo un attributo del santo (come avviene in alcune raffigurazioni più antiche, che addirittura lo omettono), ma è, insieme alla Madonna, il centro del quadro.
Le terrecotte novecentesche raccontano la vita di san Cristoforo
Sopra i portoni di ingresso in facciata tre formelle in terracotta, realizzate nel 1968, illustrano non solo il momento iconico dell’attraversamento, ma anche altri episodi della vita di san Cristoforo.
Sopra l’ingresso principale, è raffigurato il momento dell’attraversamento. Interessante individuare il centro dell’immagine: è il Bambino, quasi seduto in trono, che ci benedice. Il anto è inclinato verso destra, ils uo bastone verso sinistra, a creare una sorta di triangolo il cui centro, appunto, è occupato da Gesù. Ad assistere alla scena non c’è l’eremita, come racconta la Legenda Aurea; osservano la scena e si pongono in preghiera uomini con tuniche: uno di loro porta un bastone con un fagottino annodato, immagine del viaggiatore che si pone sotto il patronato di san Cristoforo, ma soprattutto del Bambino.

Ora San Cristoforo, divenuto cristiano, si dedica alla predicazione, come vediamo raffigurato nella formella sul portone di destra. Lo ascoltano seduti, nella tipica posizione del discepolato, una omo e una donna, mentre due altre figure sono in ginocchio. San Cristoforo annuncia il Vangelo e ha la posizione dell’orante. Cristoforo è anche qui un portatore di Cristo, un cristoforo, appunto.

L’ultima formella raffigura il martirio di san Cristoforo. Alla sua sinistra gli arcieri si preparano a colpirlo, mentre il santo è in ginocchio, pronto per essere decapitato (visto che viene salvato miracolosamente dalle frecce degli aguzzini).

2023: ancora oggi San Cristoforo modello per il cristiano ‘portatore di Cristo’
Davvero originale l’istallazione che si trova sulla parete destra all’interno della chiesa. La scultura in metallo è stata posta nella chiesa il 25 luglio del 2023. Realizzata da Sandro Biagioni in rame e acciaio, è decorata da mattonelle in cotto vetrificato realizzate dai membri della comunità.

Bibliografia
- Sul polittico di Fano: In viaggio con San Cristoforo: pellegrinaggi e devozione tra Medio Evo e Età Moderna ; [Jesi, Pinacoteca e Musei Civici, Palazzo Pianetti, 29 ottobre 2000 – 14 gennaio 2001]; Mozzoni, L., Paraventi, M., Pinacoteca Civica, Eds.; Giunti: Firenze, 2000.
- Sulla chiesa di san Cristoforo: beweb
- Sul san Cristoforo del 2023: video dell’inaugurazione dell’istallazione