San Cristoforo, patrono di San Cristobal de La Laguna
Il patronato di San Cristoforo sull’antica capitale di Tenerife è storicamente collegato alla tradizione che vuole la fondazione della prima città avvenuta proprio nel giorno dedicato al santo. Tale associazione ha garantito per secoli la sua presenza in contesti cultuali e artistici.
Gli Spagnoli cristianizzano luoghi sacri dei Guanci
Quando gli Spagnoli conquistarono l’isola di Tenerife, nelle Canarie, si trovarono di fronte ad un luogo sacro per gli aborigeni che abitavano l’isola, i Guanci: ‘intera valle di Aguere (dove la città si estende ora) e soprattutto il grande lago che era in questo luogo, era un luogo di pellegrinaggio per gli aborigeni dell’isola, i Guanci. Nel luogo dell’attuale cattedrale, si trovava, probabilmente una necropoli dei Guanci: ecco perché il conquistatore dell’isola, Alonso Fernández de Lugo, vi fece costruire nel 1515 una cappella dedicata alla Madonna del parto. Il 26 marzo 1515 il Consiglio comunale di San Cristóbal de la Laguna decise di sostituire la cappella con una chiesa che sarebbe stata dedicata alla Nuestra Señora de los Remedios. Di quella chiesa ora restano pochi resti, essendo stata molto rimaneggiata.
La statua di san Cristoforo nella Cattedrale
La Cattedrale di Nuestra Señora de los Remedios accolse una rappresentazione scultorea del patrono san Cristoforo già a partire almeno dalla prima decade del Seicento. Questo fu reso possibile grazie al mecenatismo di Cristóbal Viera, il quale fondò una cappella laterale, decorata dal pittore Gaspar Núñez. San Cristoforo occupava la nicchia destra, posizione determinata dal fatto che la statua era molto pesante e doveva essere rimossa per le processioni del Corpus Christi, la festa del santo e altre funzioni o rogazioni.

Il gigante e il Bambino
La scultura raffigura San Cristoforo in un marcato inarcamento, mentre sostiene il Bambino Gesù sulla spalla sinistra, riprendendo il tema centrale della sua leggenda agiografica. Il santo presenta un volto rude, con occhi marcati, capelli ricci e barba, e volge uno sguardo brusco verso il Bambino. Gesù, per contrasto, è rappresentato con un aspetto più tenero, in atto benedicente e mentre sorregge il globo terracqueo.
È stata osservata una certa sproporzione della testa rispetto al corpo, un elemento che si ritiene legato alla tradizione iconografica medievale che soleva rappresentare il santo come un gigante. La statua manifesta così una dualità tra elementi grotteschi e tratti amabili. L’anonimo autore ha vestito il santo con una tunica che scende sotto le ginocchia e un mantello. Gli abiti sono decorati con motivi vegetali e floreali, realizzati con tecniche di picado de lustre e rayado.
Una statua sivigliana o canaria?
Le caratteristiche formali dell’opera la accostano stilisticamente alla scultura prodotta a Siviglia nel periodo di transizione tra il XVI e il XVII secolo. Questa ipotesi, già sostenuta dalla storiografia, trova fondamento nella relazione indiretta che il committente, Cristóbal Viera, manteneva con la città di Siviglia, in parte attraverso legami familiari, tra cui il nipote, il mercante Pedro de Carmenatis. Inoltre, una nota nel libro delle Antichità della parrocchia dei Remedios, in cui si riferisce che la statua “la trajo el doctor Cristóbal Viera” (la portò il dottor Cristóbal Viera), suggerisce una possibile importazione.
Ciononostante, altre opinioni storiografiche non escludono la possibilità che l’opera sia di fattura locale, associandola a scultori attivi in quegli anni.
Un altro san Cristoforo nella Cattedrale?

Non lo posso affermare con sicurezza, ma mi sembra proprio san Cristoforo anche quel santo che, dietro al dedicatario, guarda con devozione il Bambino, mentre la Madonna ne solleva una fascia. Sarebbe una nuova versione, più in linea con i dettami del Concilio di Trento, un’opera più di devozione intima che utile per la grandi processione, come la statua della Cattedrale.

Certamente è san Cristoforo il santo raffigurato sulla vetrata del deambulatorio: non ho, però, indicazioni precise sul periodo a cui risalgono queste vetrate. Il nostro santo è accompagnato da san Michele e san Giacomo. La raffigurazione è piuttosto tradizionale, anche se mi sembra che Cristoforo abbia un dito in una posizione diversa dal solito: fa forse riferimento alla protezione di san Cristoforo contro le infezioni delle dita (come è evidente nella statua sivigliana di Martinez Montanez)?.
Bibliografia
- Manuel Jesús Hernández González, San Cristobal, Patrimonio e historia de la antigua Catedral de La Laguna, 2013
- pagina wikipedia Cattedrale de La Laguna e Catedral de San Cristóbal de La Laguna