Volete una chiarissima dimostrazione di quanto fosse importante San Cristoforo nel Quattrocento in Piemonte? Allora dovete andare in un luogo storico di Torino, un ambiente nato come copia di altri ambienti, ormai più di 120 anni fa. Sto parlando della ricostruzione del Borgo Medievale di Torino. Sulla facciata della chiesa del Borgo, si trova una grande raffigurazione di San Cristoforo.
Un Borgo Medievale (fake) e san Cristoforo
In occasione dell’Expo del 1884, a Torino, nella sezione Sezione di Arte Antica dell’Esposizione Generale Italiana, si decise di realizzare la ricostruzione di un borgo del XV secolo. Sorse il Borgo Medievale sulla riva del Po. I progettisti, in primis l’architetto Alfredo de Andrade, girarono per il Piemonte, cercando gli elementi più rappresentativi del Quattrocento. Fra essi, individuarono sicuramente il nostro Santo.

A Verzuolo, il più bel san Cristoforo quattrocentesco del Piemonte
San Cristoforo in facciata
Arrivarono a Verzuolo ed identificarono il san Cristoforo quattrocentesco più bello del Piemonte. Andiamo anche noi a Verzuolo, in provincia di Cuneo, e lo possiamo trovare lì, sulla facciata dell’Antica Chiesa di Villa, dedicata ai santi Filippo e Giacomo.
Luogo di culto per gli uomini dell’XI secolo, la chiesa ha avuto origine nel momento in cui i contadini della zona si radunarono a vivere ai piedi del castello. Dipendenza dell’abbazia benedettina di San Benigno di Fruttuaria, passò sotto il vescovo di Torino nel 1511. Moltissimi lavori vennero svolti nel XV secolo: la chiesa, sulla facciata e nel suo interno, fu completamente affrescata.

Il san Cristoforo in facciata è stato dipinto nel 1420-1430 dalla bottega dei Pocapaglia. Il nostro santo è veramente molto elegante: da notare l’abito ocra, il mantello porpora foderato di pelliccia di vaio e la meravigliosa fibbia dorata. Il santo volge il suo passo in avanti, ma il suo sguardo è frontale, rivolto ai viandanti che gli si affidano. Con la mano destra stringe il bastone fiorito a palma, mentre appoggia la mano destra alla cintura. Il Bambino sta in piedi sulle sue spalle e si aggrappa ai capelli di Cristoforo.
Ancora un San Cristoforo quattrocentesco a Verzuolo, ma contro la peste
Ma non è l’unico san Cristoforo della chiesa: all’interno, in controfacciata, lo troviamo dipinto in compagnia dei santi che difendono dalla peste: sant’Antonio, san Sebastiano (raffigurato in modo assai particolare, con gli abiti e con in mano le frecce con cui è stato colpito) e san Rocco. E ovviamente la Madonna con Bambino. Cristoforo qui è raffigurato nel suo compito di traghettatore e si volge verso il Bambino che trasporta. Nell’immagine Cristo Bambino è raffigurato per due volte, ma questo non crea problemi alla sensibilità del pittore, il cosiddetto primo Maestro di Madonna dei Boschi: d’altronde siamo nell’ultimo quarto del Quattrocento. Il problema si incomincerà a sentire solo nel XVI secolo (come abbiamo già visto, ad esempio, con Pomponio Amalteo a Portogruaro).

San Cristoforo al Borgo (e l’homo selvaticus?)
E quindi, no, in un borgo medievale del XV secolo, proprio non può mancare almeno un colossale san Cristoforo.
Ultima suggestione: sulla porta del Borgo medievale è raffigurato un Homo selvaticus. Sulle montagne di tutto l’arco alpino questo essere è presente nelle raffigurazioni e nelle leggende: e molti, fra cui Alberto Winterle, lo hanno proprio messo in relazione proprio con san Cristoforo. Ma questa storia merita un post dedicato.

Per approfondire, un video in cui puoi vedere tutto sulla chiesa di Verzuolo
Bibliografia
- Sul Borgo medievale: il sito ufficiale, wikipedia
- Sulla chiesa di Verzuolo: archeocarta
- sull’Homo Selvaticus: Alberto Winterle, L’iconografia di San Cristoforo in Val di Fassa, in Mondo ladino, XV, Istituto Culturale Ladino, 1991, nn. 3-4, pp. 355-384.