Nel XX campo del Cimitero all’Isola di san Michele di Venezia, un’imponente scultura di san Cristoforo veglia sui defunti.

San Cristoforo in cemento
San Cristoforo – Cimitero all’Isola di san Michele – ph. Silvana Petrin

San Cristoforo al Cimitero di Venezia

Non ci stupiamo: il cimitero è stato costruito dall’unione di due isole, quella di san Michele e quella di san Cristoforo ed è quindi facile trovare delle immagini del nostro santo. A dir la verità, l’immagine di san Cristoforo è ovunque a Venezia!

Isola cimitero di Venezia
Isola di san Michele – Venezia – ph. Kasa Fue

E non è nemmeno strano trovare san Cristoforo raffigurato presso un cimitero: in questo modo il santo recupera un aspetto importante della devozione, in quanto aiuta nel passaggio dalla vita alla morte, una sorta di nuovo Anubi.

Il campo XX del Cimitero di Venezia

Il campo XX, costruito negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale, presenta diversi monumenti significativi, in particolare quello di Antonio Salvadori in ricordo del poeta Andrea Dal Zotto.

San Cristoforo in cammino nell’acqua

San Cristoforo in cemento
San Cristoforo – Cimitero all’Isola di san Michele – ph. Silvana Petrin
San Cristoforo avanza
San Cristoforo – Cimitero all’Isola di san Michele – ph. Silvana Petrin

Proprio di fronte al monumento Dal Zotto, si trova la nostra riproduzione: un grande e saggio vecchio porta quasi in braccio un Bambino che gioca con la sua barba. Lo sguardo di Cristoforo è piuttosto malinconico, forse guarda indietro, verso la riva da cui si allontana, quella della vita; o forse guarda con stupore e paura all’altra riva, quella che sta raggiungendo. Anche del Bambino non vediamo lo sguardo. Dunque, l’opera non pare proprio consolatoria, piuttosto un’amara riflessione sull’inevitabile fine della vita. Il santo è raffigurato sullo spigolo del muro, in modo che sia maggiormente in evidenza il suo avanzare. Si lascia alle spalle, la città di Venezia, gli alberi, la vita terrena per entrare nella vita futura.

Bibliografia

grazie a Silvana Petrin per la segnalazione e le fotografie!