«…Giovan Antonio […] si mostrò nella pittura sí valoroso, che le sue figure appariscon tonde e spiccate dal muro. Laonde per avere egli dato forza, terribilità e rilievo nel dipignere, si mette fra quelli che hanno fatto augumento alla arte e benefizio allo universale… » Giorgio Vasari, 1550

Può un friulano non dipingere san Cristoforo? Direi proprio di no!

San Cristoforo ha accompagnato Giovanni Antonio de’ Sacchis, detto il Pordenone, per tutta la sua carriera. A partire dall’opera giovanile di Villanova di Pordenone, fino al san Cristoforo che corre nella scuola di san Rocco a Venezia, passando attraverso alla meravigliosa Pala della Misericordia nel Duomo di Pordenone.

  • 1514: Chiesa di Sant’Ulderico di Villanova di Pordenone.
  • 1515-1516: Pala della Misericordia in Duomo a Pordenone
  • 1527-1528: Ante dell’armadio delle reliquie nella chiesa di San Rocco a Venezia

A Villanova di Pordenone

Sulla parete esterna della chiesa di sant’Ulderico a Villanova di Pordenone si trova un grande affresco di san Cristoforo, alto 6 metri. Dipinto da Giovanni de’ Sacchis o dalla sua scuola, forse attorno al 1514, l’affresco è stato restaurato nel 1959, poi dopo il terremoto del 1976 ed, infine, nel 2017, grazie alla documentazione fotografica e alla ricostruzione, prima digitale e poi su carta, di un rilievo in scala degli elementi chiave delle figure e alla reintegrazione pittorica con più stesure di velature.

San Cristoforo, di dimensioni colossali, è ritratto di profilo mentre attraversa il Meduna, il fiume che bagna Pordenone. Cristoforo, dai lunghi capelli e dalla barba rossiccia, tiene con entrambe le mani un grosso bastone, sulla cui sommità si trovano foglie di palma. Sulle spalle del santo, nudo, sta seduto un Bambino e tiene nella mano destra il globo del mondo. Il santo si volta verso il Bambino: cammina, dunque, verso destra, guardando a sinistra e questo è proprio tipico di Pordenone e della sua ricerca della monumentalità e della novità. La dinamicità del santo è evidenziata da un panno bianco sollevato dal vento; gli altri vestiti ricoprono il suo corpo in modo poco realistico. Interessante anche il paesaggio in cui avviene l’evento; il cielo è azzurro – grigiastro e si riflette nell’acqua del fiume; sullo sfondo si trovano delle case e una boscaglia sulla riva.

Un santo grande, colossale, che puoi vedere da lontano e ti protegge dai pericoli del viaggio, tra cui quello dell’attraversamento del fiume e della percorrenza di strade pericolose.

La pala della Misericordia nel Duomo di Pordenone

Giovanni Francesco, san Cristoforo e il fiume Noncello

Solo qualche anno dopo Pordenone dipinge una pala per il duomo di Pordenone, la cosiddetta pala della Misericordia, un vero capolavoro. L’olio su tavola, di grandi dimensioni (291 x 146 cm), fu commissionata da un tessitore di origine carnica, residente a Pordenone, Giovanni Francesco di Tiezzo. Nel suo testamento indicò anche l’altare su cui la pala doveva essere posta: sulla sinistra della navata, perché san Cristoforo, protettore dei pellegrini, potesse volgersi verso il fiume Noncello. Oggi la pala si trova nella prima cappella di destra: testimonianza del fatto che la funzione del santo venne messa in secondo piano rispetto all’importanza sempre crescente della figura centrale, la bellissima Madonna della Misercordia.

San Cristoforo e san Giuseppe accompagnano la Madonna
Giovanni Antonio de’ Sacchis, Il Pordenone, Pala della Misericordia – Chiesa di san Marco – Duomo di Pordenone . 1515-1516

La Madonna della Misericordia

La Madonna è una giovane dai tratti delicati. Indossa un ampio mantello sotto cui tiene i suoi fedeli, tre donne (la moglie e le nipoti del committente) e tre uomini (il committente, in ombra perché malato, suo fratello Meneghino e suo figlio al buio, perché morti).

Due santi e due Bambini

Nella pala sono raffigurati due santi, entrambi caratterizzati dalla presenza del Bambino. Ecco che nella tavola compaiono due Bambini, entrambi attributi dei santi. Il doppione doppione è prova evidente del fatto che sono i santi ad essere importanti e non il Bambino: per questo motivo, a partire dal Concilio di Trento, si cercò di evitare queste immagini, spingendo a soluzioni diverse(ad esempio, san Cristoforo porge il Bambino alla Madonna).

San Cristoforo dallo scorcio drammatico

San Cristoforo ha un’altezza colossale: tiene i piedi nell’acqua, si appoggia su un possente bastone, fiorito con foglie di melo; le sue gambe sono muscolose, messe in evidenza dalla biancheria rimboccata. Un drappo blu, che indossa il Bambino, svolazza, ad indicare il movimento del santo. Il santo si volge verso il Bambino, che sta comodamente seduto sulle sue spalle (come anche il Bambino sdraiato fra le braccia di san Giuseppe). Questa insistenza sugli effetti drammatici dello scorcio, su tagli diagonali e risalti espressivi, rimarrà tipica di tutta la produzione del nostro artista.

Molto interessante lo sfondo: un paesaggio bucolico, con pastori e gregge: sullo sfondo palazzi e un castello con torre: è il castello di Pordenone con la bandiera e la porta Furlana. Le montagne svettano su un cielo annuvolato ma luminoso.

Quali modelli per il san Cristoforo di Pordenone?

A quale san Cristoforo si è ispirato Pordenone per questa opera? Direi che è forte l’influsso dei maestri friulani di Pordenone, come Pellegrino di san Daniele, e si sente fortissima l’eco dei giganteschi san Cristoforo dipinti sulle chiese friulane.

San Cristoforo con altri santi contro la peste
Pellegrino di san Daniele, parete Chiesa di sant’Antonio Abate – San Daniele del Friuli (UD)

Nessun influsso, invece, dai san Cristoforo ferraresi che il Pordenone probabilmente vide durante il suo soggiorno ferrarese degli anni 1500-1513, come il san Cristoforo di Cosmè Tura.

San Cristoforo con Bambino su fondo oro
Cosmè Tura – San Cristoforo – 1484 – ph. Sajko

Allo stesso modo, non sono presenti significativi influssi dei san Cristoforo belliniani, il pittore più importante di Venezia in questo periodo.

San Cristoforo e il Bambino
Giovanni Bellini – San Cristoforo – Polittico di San Vincenzo Ferrer – Chiesa di san Zanipolo – Venezia – 1464-1470
tre santi
Giovanni Bellini, Pala con sant’Agostino, San Gerolamo e san Cristoforo, Chiesa di san Giovanni Crisostomo – Venezia – 1513

Vittorio Sgarbi, conoscitore del Pordenone, sostiene che Il Pordenone, in questo dipinto, mette insieme liturgia e divertimento, partendo da La tempesta di Giorgione ma ‘liberando’ il soggetto, la Madonna, che protegge il popolo piccolo. In effetti, il paesaggio del Pordenone potrebbe richiamare quello giorgionesco.

San Cristoforo e san Giuseppe accompagnano la Madonna
Giovanni Antonio de’ Sacchis, Il Pordenone, Pala della Misericordia – Chiesa di san Marco – Duomo di Pordenone . 1515-1516
La tempesta, quadro di GIorgione
Giorgione, La tempesta

Un mostra e un manifesto per Pordenone (e san Cristoforo)

Una curiosità: nel 1939, in occasione del quattrocentenario della morte di Pordenone, venne organizzata una mostra ad Udine sull’artista. Il manifesto della mostra portava proprio un primo piano di san Cristoforo. Non è un caso, visti due particolari: il coinvolgimento delle Ferrovie dello Stato nell’evento (e san Cristoforo è protettore anche dei viaggiatori che utilizzano il treno) e il grande revival della devozione a san Cristoforo negli anni Trenta del Novecento (collegato allo sviluppo dei mezzi di trasporto di massa, il treno e l’automobile, e al patronato dei telegrafisti).

San Cristoforo del Pordenone
Manifesto Mostra del Pordenone 1539-1939 – ph. catalogo.beni.culturali.it

Il san Cristoforo più famoso di Pordenone a Venezia

Il san Cristoforo capolavoro di Pordenone deve ancora venire. Ma dobbiamo aspettare il trasferimento del Pordenone a Venezia e il suo incontro di amore-odio con il grande pittore della Serenissima, il Tiziano che dipinse, fra gli altri, un famosissimo san Cristoforo.

San Martino e san Cristoforo escono di corsa dal buio
San Martino e San Cristoforo del Pordenone chiesa di San Rocco – Venezia ph. Silvana Petrin
San Cristoforo che corre con il Bambino nudo sulle spalle
San Cristoforo del Pordenone – Chiesa di San Rocco – Venezia ph. Silvana Petrin

Un san Cristoforo terremotato di Marco Tiussi (già di Pordenone)

Qui chiudiamo il nostro percorso con l’ultimo san Cristoforo attribuito a Pordenone.

Affresco spostato all'interno
San Cristoforo – Marco Tiussi- Chiesa di santa Maria dei Battuti a Valeriano di Pinzano al Tagliamento

Per molto tempo, si è creduto che l’affresco colossale che raffigura il nostro santo sulla facciata della Chiesa di santa Maria ai Battuti di Pinzano al Tagliamento fosse stato dipinto dal Pordenone. Oggi è attributo ad un frescante locale, Marco Tiussi. Merita, però, una visita almeno per la sua vicenda novecentesca, che ti ho già raccontato qui.

Bibliografia