Matilde Festa Piacentini
Matilde Festa Piacentini, ph. in Bottacin, «Dalla conservazione alla conoscenza: il caso Matilde Festa Piacentini»

Artista, pittrice, decoratrice e mosaicista, Matilde Festa (1890-1958). Nata a Roma, ma cresciuta al Cairo, dove conobbe la pittura orientalista degli zii Nicola e Paolo Francesco Forcella, si traferì a Napoli e studiò al Regio Istituto di Belle Arti. A Roma si avvicinò alla cosiddetta Secessione romana, stringendo una relazione con il pittore Ferruccio Ferrazzi. Nel 1914 Matilde conobbe Marcello Piacentini, destinato a diventare uno dei più importanti architetti del Regime. Proprio il matrimonio con il Piacentini permise a Matilde di lavorare per commissioni molto importanti, ma gettò una sorta di stigma su questa artista che fu per sempre ‘la moglie di Piacentini’.

Matilde Festa Piacentini e san Cristoforo

In due occasioni Matilde ebbe a che fare con san Cristoforo, decorando a mosaico i due Palazzi delle Poste a Gorizia e ad Agrigento, due dei tanti costruiti negli anni Trenta su progetto e sotto la direzione di Angiolo Mazzoni (che lavorò a Bergamo, Varese, Grosseto, Agrigento, Palermo, Trento, Pola).

Un san Cristoforo dai colori egiziani

Il primo, progettato (ma non realizzato) da Matilde, si trova nell’androne di ingresso del Palazzo delle Poste di Gorizia, eretto da Angiolo Mazzoni nel 1934: l’impatto visivo è formidabile, soprattutto se si considera la grandezza del mosaico rispetto al corridoio piuttosto stretto. Diventa difficile anche guardare (e, ovviamente, fotografare) l’opera nella sua interezza.

Matilde Festa Piacentini, San Cristoforo, studi per il mosaico del Palazzo delle Poste a Gorizia -1934, in Bottacin
San Cristoforo mosaico
Matilde Festa Piacentini, San Cristoforo – Palazzo delle Poste – Gorizia – ph. ER PAC FVG

Nel mosaico ritornano i colori dei dipinti del periodo egiziano di Matilde Festa: i riflessi azzurro dorati dell’acqua, la flora verdeggiante sugli scogli, insomma, luce ovunque, un profluvio di luce che galleggia sulle acque. Vivaci anche i colori della tunica rosa e del mantello, stranamente annodato, di intenso color turchese. L’immagine è monumentale, eppure rimane la tenerezza del Bambino che sembra quasi mettersi un dito in bocca e lascia la sua mano sinistra nella mano gigantesca di Cristoforo. Sullo sfondo sono rappresentati i mezzi di trasporto di cui Cristoforo è protettore: un treno, un biplano, un piroscafo, un faro con raggi luminosi. Questi mezzi ci ricordano la modernità: san Cristoforo è un santo del mondo contemporaneo.

Un san Cristoforo neoquattrocentesco

Il secondo mosaico (progettato e realizzato da Matilde) dedicato a san Cristoforo si trova nel porticato del Palazzo delle poste di Agrigento, costruito nel 1934. Il mosaico è sovrastato dagli stemmi dei diversi servizi postali.

San Cristoforo
Matilde Festa Piacentini, San Cristoforo, studi per il mosaico del Palazzo delle Poste a Agrigento-1934

Di dimensioni più ridotte rispetto al mosaico di Gorizia, l’immagine lascia ancora più spazio al sentimento che lega il Santo e il Bambino. Questo risulta ancora più evidente non solo per l’evidenziazione del gesto con cui Cristoforo tiene per la mano il Bambino, ma anche dal confronto fra il mosaico e la ieratica statua della Vittoria che si trova nelle vicinanze. Nel san Cristoforo, invece, riecheggiano la plasticità di Mantegna e l’espressività di Cosmè Tura: siamo in periodo di ripresa quattrocentesca.

San Cristoforo con Bambino su fondo oro
Cosmè Tura – San Cristoforo – 1484 – ph. Sajko
Matilde Festa Piacentini, San Cristoforo, Palazzo delle Poste a Agrigento-1934
Arcieri cercano di uccidere san Cristoforo
Andrea Mantegna, Martirio di san Cristoforo (copia del museo Jacquemart Andrè del dipinto della Cappella Ovetari a Padova)
Francesco Minotti, San Cristoforo – Palazzo delle Poste – Bergamo . 1932
Delisi junior, San Cristoforo – Palazzo delle Poste – Palermo – ph. Stendhal55

Bibliografia