San Cristoforo in Val Varaita
La Val Varaita si trova ai piedi del Monviso, nella provincia di Cuneo. Sale da Costiglione Saluzzo verso il colle dell’Agnello, uno dei valichi transfrontalieri più alti d’Italia (2748 m) aperti dal 1960 anche al traffico veicolare (ma è soprattutto paradiso dei ciclisti e dei motociclisti). È il torrente Varaita, nato dalla confluenza del Varaita di Chianale (che percorre la Val Chianale) e del Varaita di Bellino (che percorre la Val Bellino), che scende a valle fino a buttarsi nel Po presso Polonghera.
In questa vallata, di lingua e cultura occitana, si trova spesso raffigurato san Cristoforo: patrono dei pellegrini e di tutti coloro che si mettono in viaggio. Il santo è particolarmente importante in presenza dei corsi d’acqua, così abbondanti in queste terre, spesso raffigurato a ridosso di ponti e guadi.
Ecco un elenco dei san Cristoforo della Val Varaita:
- ROSSANA (CN), affresco – Parrocchiale dell’Assunta – XVI secolo
- BROSSASCO (CN), affresco – Chiesa di san Rocco
- VILLAR di SAMPYERE (CN), affresco (scomparso) – Chiesa di santa Maria Assunta
- CASTELDELFINO (CN), affresco – Chiesa di santa Margherita – XV secolo
A Rossana, San Cristoforo con san Bernardo protegge i pellegrini
Davvero notevole il san Cristoforo sulla facciata della chiesa di Rossana, affacciato su una piazza deliziosa.
La chiesa, nata nell’XI secolo, fu dotata di questa meravigliosa facciata di impronta gotica solo nel XV secolo, epoca a cui risalgono gli affreschi della facciata: San Grato (che porta su un vassoio la testa del Battista trovata in un pozzo) e San Bernardo che tiene alla catena (e maledice) un diavolo gastrocefalo: Satanas, maledicte, diripiens animas ursurpare credebas sed in aeternum te (Maledetto Satana, rubando credevi di impossessarti delle anime, ma hai perso te stesso). Sulla destra di chi guarda, un meraviglioso, grandissimo san Cristoforo.
Il santo è raffigurato piegato verso destra, in movimento, col prezioso Bambino in piedi sulle sue spalle. Il santo si appoggia ad un lungo bastone fiorito (con foglie di palme e datteri): indossa una corte veste azzurra damascata chiusa di una cintura e un lungo mantello rosso e giallo foderato. Porta sul capo una fascia, legata con un grosso nodo: il Bambino si tiene con la mano destra ad un ciuffo di capelli del santo. Nella mano sinistra tiene un cartiglio, purtroppo illeggibile; anche dal bastone del santo parte un cartiglio che non si riesce più a decifrare. A colpire sono, comunque, le dimensioni del santo gigante, alto almeno sei metri, che fanno apparire il Bambino come piccolissimo.
San Cristoforo qui è in compagnia di un santo locale, protettore del comune di Rossana, san Grato.
Più interessante la presenza sulla facciata anche di san Bernardo di Mentone è santo molto amato in queste terre: il santo, conscio dei pericoli dei viaggi fra la nativa Annency e Aosta, di cui fu vescovo, costruì nel 1050 gli ospizi del colle del Gran San Bernardo e del Piccolo San Bernardo. Questi ospizi venivano incontro ai bisogni dei viaggiatori e dei pellegrini che attraversavano le Alpi ed i religiosi ricercavano i malcapitati che avessero smarrito la strada o che fossero dispersi nella neve.
Eccoli vicini, dunque, i due santi protettori dei pellegrini.
Eppure non è solo questa la funzione di san Cristoforo nella Val Varaita.
A Brossasco, san Cristoforo (in gran compagnia) anche contro la peste
La chiesa di san Rocco sorge proprio sulla strada provinciale della Val Varaita. Costruita nella seconda metà del Quattrocento, probabilmente ospitava una confraternita di assistenza ai malati di peste. Ciò è evidente a partire dai santi dipinti, tutti correlati con la peste. Ciò è evidentissimo per le storie di san Rocco, affrescate da Oddone Pascale, intorno al 1530.
Ma anche i santi sulle pareti della facciata sono tutti legati alla peste: troviamo, infatti, Lazzaro con la campanella, (nel Medioevo obbligatorio per gli appestati onde segnalare la presenza all’ingrosso d’un paese), S. Bernardo da Mentona con un diavolo incatenato ai piedi (già visto in compagnia di Cristoforo a Rossana), Giobbe sul letamaio e, ovviamente, san Cristoforo.
Il santo si muove appoggiato al suo bastone che tiene con entrambe le mani, mentre il Bambino sta in ginocchio sulla sua spalla sinistra. Entrambi indossano lo stesso mantello, svolazzante per il Bambino, appoggiato alle spalle e raccolto in vita per il santo. Gesù, biondo e ricciolino, caon aureola trilobata, si tiene ad un ciuffo di capelli del santo, mentre con la mano sinistra sorregge il globo crucifero del mondo di cristallo. Il santo barbuto ci guarda in modo malinconico: il suo abito, aperto sul petto, lascia intravedere la sua biancheria intima. Alle loro spalle le montagne: e dunque il santo non perde le sue caratteristiche di protettore dei pellegrini (evidente anche dalla posizione dell’affresco, sull’angolo della cappella, assai visibile dalla strada principale), anche se qui esprime anche la sua protezione contro la peste.
Ancora san Cristoforo in val Varaita: Sampeyre e Casteldelfino
Anche a Villar di Sampeyre troviamo tracce di un affresco dedicato a san Cristoforo, completamente illeggibile ormai. Assolutamente notevole, il san Cristoforo di Casteldelfino.
Bibliografia
- Guide d’Italia, Piemonte, Touring club italiano, 2012
- Sulla chiesa di Rossana
- Sulla Chiesa di san Rocco a Brossasco