San Cristoforo, patrono di Arbe
Cosa significa essere il patrono e il salvatore di una città?

Ce lo spiega l’Historias miraculorum sancti Christophori tres victorias descriptas di Giorgio di Hermolais, il racconto, scritto nel 1308, dei tre miracoli con cui san Cristoforo protesse la città di Arbe – Rab (Croazia) di cui era (ed è ancora) il patrono.
Quando ci si addentra nelle date e nelle precise ricostruzioni storiche, la cosa si fa complessa
Primo salvataggio: XII secolo
XII secolo. Arbe è sotto il controllo di Venezia. Il re Zvonimir cercò di conquistare l’isola, ma nella baia di Supetarska Draga, che era in possesso dei benedettini del monastero di San Pietro, grazie all’intervento di San Cristoforo, il re fu sconfitto.
Secondo salvataggio: 9 maggio 1075
I Normanni tentarono la conquista, ma furono fermati dal nostro san Cristoforo: scagliarono le loro frecce contro le mura cittadine, ma il santo le rimandò indietro. Da allora questo fu considerato il Dies victoriae.
Terzo salvataggio: 21 luglio 1364
Il re d’Ungheria e di Croazia Luigi il Grande riprese possesso della citàà, salvandola dalla dominazione veneziana.
Eppure…
Dubbio 1: Il terzo salvataggio è posteriore al 1308 (e come fa a trovarsi in una fonte del 1308?); eppure, non è trascurabile, anzi è celebratissimo dagli abitanti di Arbe, che organizzano anche oggi nella ricorrenza due settimane di festa, la Fiera di Rab, il principale festival medievale della Croazia.

Dubbio 2: I veneziani ritornano più volte in questa vicenda; quello che non si capisce è se siano nemici da sconfiggere o amici che difendono la città…
Dubbio 3: Artefice della salvezza della città sarebbe san Cristoforo e la sua preziosa reliquia. Ma essa è arrivata solo nel secolo XIV, donata come offerta votiva da Elisabetta, regina croato-ungherese e moglie di Ludovico I d’Angiò. Come poté salvare la città nei secoli precedenti?
L’arrivo della reliquia di san Cristoforo, la nascita dell’identità di una città
Forse per dare qualche risposta dobbiamo tornare indietro e farci qualche altra domanda: come Arbe conobbe san Cristoforo? Perché il santo diventò il protettore della città?
Arbe, nel corso della sua storia medievale e moderna, passò da una dominazione all’altra: Bizantini, Veneziani, Croati, Ungheresi. Quale la sua identità? Molto difficile da dire. Per inciso, la questione identitaria fu importante anche per la storia del Novecento (l’isola fu coinvolta nelle principali vicende della Dalmazia: dalle rivendicazioni nazionalistiche ai campi di prigionia italiani e titini, dall’esodo giuliano dalmata alla guerra per la dissoluzione della Jugoslavia): ma noi restiamo nel Medioevo.
L’arrivo della reliquia di san Cristoforo nella città fu l’occasione per costruire e rafforzare questa identità. Ci si concentrò attorno alla chiesa dell’isola, il Santuario di Maria Assunta, e sulle preziose reliquie che raccoglieva: quelle di san Barbato e san Bartolomeo (santi dell’Italia meridionale), di santa Eufemia, santa Marina (martire veneziana), santa Tecla (martire aquileiese) san Leonardo (di origine franca). Ma soprattutto sulla reliquia più importante, quella di un santo di origine bizantina, appunto il nostro san Cristoforo.
La reliquia di san Cristoforo
La testa di San Cristoforo è conservata in un reliquiario a forma di cassa prismatica con coperchio, ornato da raffinati rilievi in argento e oro. L’opera unisce elementi bizantini e romanici e viene datata alla seconda metà del XII secolo.

Sono raffigurati episodi della vita di san Cristoforo sia sui lati sia sul coperchio.
Sul coperchio della cassetta, è raffigurato il miracolo della fioritura del bastone, con cui risulta evidente che il Dio che Cristoforo sta annunciando è davvero potente. Le due figurine ai suoi piedi potrebbero raffigurare sia Niceta e Aquilina, le cortigiane mandate a corromperlo, martiri il giorno prima di Cristoforo, sia gli uomini che il santo converte con la sua predicazione.

Sulla parete frontale è presente una scena molto importante per la comunità: quella del tentato martirio del santo. Il re ordina che il santo di dimensioni ragguardevoli, legato ad un palo, sia trafitto dalle frecce. L’arciere si trova proprio al centro dell’immagine: prende la mira e sta per scagliare la freccia. Ma un’altra freccia, già tirata in precedenza, ha cambiato direzione e sta per colpire l’occhio del re, mentre sta seduto sul trono.

Perché raffigurare proprio questa scena? Ovviamente c’è un richiamo all’intervento che il santo ha fatto per salvare Arbe: chissà se è nata prima la leggenda o prima la sua raffigurazione sulla cassetta…
Sulla parete laterale, infine, è rappresentate la decapitazione di san Cristoforo. Al centro della scena spicca il boia con la spada, mentre il santo, decapitato, sta alla sua destra. La testa è ai piedi di Cristoforo.

Da notare come nella raffigurazione risultino centrali le immagini di guerrieri e di armi, a sottolineare come il santo sia il protettore della città, colui che lotta per salvarla: i nemici possono anche ostentare archi e spade, ma il santo vincerà sempre la lotta a difesa della città di Rab.
E così incomincia il patronato della città che si identifica sempre di più con il suo santo.
La storia di un amore: Rab e san Cristoforo
Il santo patrono di Arbe è stato raffigurato in ogni epoca. Devo a Lisa Calzavara un reportage sui san Cristoforo. qui ne inserisco solo alcuni: gli altri sono reperibile alla pagina FB del gruppo Sulle spalle di san Cristoforo.
Altre attestazioni di san Cristoforo ad Arbe: nella chiesa della Madonna Assunta



Altre attestazioni di san Cristoforo ad Arbe: nella chiesa di Santa Eufemia

Altre attestazioni di san Cristoforo ad Arbe: la bottega Vivarini

Le altre reliquie di san Cristoforo
Certamente la ricerca potrebbe essere approfondita, in primis con una visita diretta ai luoghi. Prima o poi…
Intanto io sto incominciando a raccogliere materiale per un nuovo post, sulle altre importanti reliquie di san Cristoforo, custodite in luoghi molto significativi per il nostro santo: la spalla del santo ad Urbania, il dito a Barga, … E poi i reliquiari tedeschi tardogotici e il reliquiario francese della Sacra Spina…. su, al lavoro!
Bibliografia
- Fiera di Rab
- Arbe nell’Enciclopedia Treccani e in wikipedia
- Un bellissimo san Cristoforo dipinto da Paolo Veneziano e conservato nel museo della cattedrale
- Saša Potočnjak, Barbara Španjol-Pandelo, The Cult of Saint Christopher in the Diocese of Rab: Relic, Hagiography and Iconography, Ikon (2021)