Nel duomo di Spilimbergo, nel XV secolo

Un corrucciato San Cristoforo del XV secolo domina la navata destra del Duomo di Spilimbergo.

Santo ocra con sguardo corrucciato e bella fibbia
San Cristoforo – Duomo di Spilimbergo (PN) – XV secolo

Lo sguardo di San Cristoforo

Il santo ha delle caratteristiche tradizionali che lo pongono in un certo senso in un secolo precedente rispetto al suo: da notare, in questo senso, la sua assoluta frontalità, che rivela la caratteristica del santo in quanto protettore dei viaggiatori. Infatti, fondamentale risulta proprio lo scambio di sguardi fra il santo e il pellegrino: se il viaggiatore lo guarda di mattino, sarà protetto per tutta la giornata dalla mala morte. Così il santo si lascia guardare e i suoi occhi sono fissi davanti a lui, grandi occhi spalancati che veicolano la protezione divina.

San Cristoforo. particolare
San Cristoforo – Duomo di Spilimbergo (PN) – XV secolo

Lo sguardo della divinità in senso apotropaico (cioè che tiene lontano il male) non é certo una novità nella storia dell’arte sacra: dagli occhi pietrificanti delle greche gorgoni all’occhio di Horus nel mondo egizio. Particolarmente interessanti gli occhi disegnati sulle prue delle navi antiche per tener lontane le tempeste e permettere la navigazione.

modello di barca cipriota con occhi
Modellino in terracotta di una nave – Cipro – VII – VI secolo a.C. (Brittish Museum) ph. in septemliterary.altervista.org

Lo sguardo del santo, quindi, non ci parla della sua interiorità, come avviene nei ritratti; e, in effetti, non siamo di fronte ad un ritratto, ma ad un’immagine sacra. Lo sguardo é performante, crea qualcosa, protegge.
Qui lo sguardo del nostro santo pare addirittura corrucciato: é una protezione decisa, il santo é determinato nella sua lotta contro il male.

Il male nelle acque: sirene e agane

In questa immagine, il male é raffigurato non solo attraverso il simbolo del torrente da attraversare, ma anche della creature mostruose che lo abitano.
La fauna marina accompagna molte immagini di San Cristoforo: pesci di fiume o di mare realisticamente rappresentati, pesci mostruosi dalla dentatura affinata, esseri di natura mista. A mo’ d’esempio, ecco una straordinaria raffigurazione di questa fauna fra i piedi del San Cristoforo del chiostro del Duomo di Bressanone.

San Cristoforo con straordinaria fauna marina
San Cristoforo – Chiostro – Duomo di Bressanone (BZ) – XV secolo

Il simbolo più diffuso é quello della sirena a due code, simbolo di tentazione e lussuria, grande ostacolo per l’attraversamento del fiume, ma anche per la conversione. Ne abbiamo già parlato, ma comunque ritorneremo su questo simbolo.

Eppure qui la creatura rappresentata sembra più simile ad una creatura mitologica del folklore friulano, la agana.

agana
Agana fra i piedi San Cristoforo – Duomo di Spilimbergo (PN) – XV secolo

A Maniago, in provincia di Pordenone, c’è un museo proprio intitolato alle Agane, che vengono così definite

Lis Aganis, figure femminili mitiche che abitano attorno ai corsi d’acqua e nelle grotte, hanno sempre mantenuto un rapporto ambiguo e ambivalente con gli esseri umani. Con nomi e caratteristiche diverse, popolano l’arco alpino.

Sofia Maura Barillari, richiamando gli studi di Mario Alinei, evidenzia come queste creature vivano in uno stretto legame con fonti, laghi e ruscelli. Esperte conoscitrici dei giusti tempi e dei modi opportuni in cui compiere tutti i lavori agricoli, sanno badare alle bestie e sono filatrici provette. Hanno un rapporto profondo con i fenomeni atmosferici, che sanno prevedere e perfino padroneggiare, e sono in grado di predire il futuro. Sono inoltre tendenzialmente benevole nei confronti degli uomini, a cui portano ricchezza, e possono dispensare il dono della fertilità.

San Cristoforo vincitore del paganesimo

Più volte, è stata colta la parentela tra agane e sirene: entrambe condividono la fascinazione del canto e il ruolo di intermediarie fra il mondo terreno e la dimensione spirituale.

Queste entità vengono viste con sospetto dall’ortodossia religiosa, in quanto riconosciute come imparentate con entità mitiche pre-cristiane. Possiamo ipotizzare che agane e sirene ai piedi del santo raffigurino la vittoria del cristianesimo (di Cristo e del suo portatore Cristoforo) sul paganesimo?

San Cristoforo contro l’eresia luterana?

Un’ultima suggestione. Leggo sul sito: www.regionestoriafvg.eu.

Dopo che papa Leone X scomunicò il predicatore agostiniano Martin Lutero (1520), autore nel 1517 delle 95 tesi contro il sistema delle indulgenze, tracce di adesione alle sue idee si manifestarono in Friuli a partire dal 1520, coinvolgendo per primi i centri di Gemona, San Daniele e Spilimbergo. Dal 1520 al 1550 si concentrarono le azioni ed i provvedimenti intesi a ostacolare la diffusione dell’eresia luterana, sia per iniziativa dei religiosi sia del braccio secolare.

Dunque, proprio un problema con una nuova eresia, proprio a Spilimbergo. Che l’agana sia un’allusione ai nuovi eretici sconfitti da Cristoforo? Bisognerebbe conoscere l’esatta datazione dell’affresco del Duomo. Però confesso che sarebbe davvero un’associazione affascinante!

Bibliografia

  • Barillari, S.M. (2009) «Le anguane: un’ipostasi trecentesca.», Quaderni di semantica, XXX/2, pp. 291–303.
  • https://www.regionestoriafvg.eu/tematiche/tema/451/la-presenza-luterana-in-friuli-nella-prima-meta-del-cinquecento