- San Cristoforo che attraversa il fiume
- Da un secolo all’altro: dall’Alesio al Pacheco
- Un ritorno al passato: san Cristoforo con la macina
La pittura murale dedicata a San Cristoforo si trova nella Chiesa del Convento di Santa Paula a Siviglia tra il cancelletto d’ingresso e il coro. Attribuita a Francisco Pacheco, l’opera è datata tra il 1638 e il 1649.

San Cristoforo che attraversa il fiume
L’opera, una pittura a tempera, misura 5,00 x 3,36 metri. San Cristoforo è raffigurato come un gigante. È in atto di camminare, avanzando con la gamba sinistra in avanti, mentre attraversa l’acqua (il fiume). L’acqua gli arriva a metà gamba. Il santo porta il Bambino Gesù sulla spalla sinistra. Il Bambino, che è il sovrano del cielo e della terra, tiene la sfera del mondo tra le mani. Il santo si appoggia con la mano destra su un bastone in forma di albero (o tronco d’albero). Sulla riva, sul lato sinistro dell’opera, si trova un eremita (o monaco) che segna il cammino al santo o lo guida con una lanterna. Questo dettaglio è un mezzo abituale usato dagli artisti primitivi per indicare che la scena avviene di notte. Il paesaggio, che include vegetazione arborea, montagne e acqua, è mantenuto molto basso per accentuare la monumentalità della figura del santo. Il paesaggio è completato con un’eremita sullo sfondo.
Da un secolo all’altro: dall’Alesio al Pacheco
L’immagine mostra anche grandi somiglianze con il San Cristóbal eseguito da Mateo Pérez de Alesio nel 1548, che si trova nella Cattedrale di Siviglia.



Un ritorno al passato: san Cristoforo con la macina
Ma c’è un elemento particolare, presente nella tradizione, volutamente omesso dall’Alesio e ripreso qui: la macina da mulino che il santo tiene al braccio. Non è certo l’unica differenza, ma certo la più notevole, quasi un ritorno ad un’immagine volutamente antica. La macina da mulino, infatti, era un elemento utilizzato per sottolineare la statura colossale (e leggendaria) dell’opera.
