Tra i mosaici abbaglianti e le architetture mozzafiato dell’Alcazar di Siviglia, si trova un dipinto a olio su tela dal titolo “San Cristoforo che porta Gesù Bambino”. Innegabile la sua somiglianza con un’opera molto più famosa: il monumentale affresco di San Cristoforo realizzato da Mateo Perez de Alezio nel 1584 nella vicina Cattedrale di Siviglia, un’opera così influente da essere ripresa anche nella Cattedrale di Burgos nel XVII secolo.
L’artista anonimo dell’Alcázar ha usato l’affresco della cattedrale come modello diretto, data la quantità di dettagli che le due opere condividono.


- La posizione identica dei piedi: il destro arretrato e di profilo, il sinistro in avanti e frontale.
- La stessa tunica, fermata dagli stessi nastri.
- Un mantello disposto in modo molto simile.
- Il volto giovane e bello di Cristoforo.
- La veste del Bambino Gesù che turbina ad arco attorno alla sua testa.
- Il bastone che fiorisce miracolosamente in una palma.
Sono presenti anche delle differenze, relative soprattutto ai colori (la tunica bianca invece che rosa, capelli e barba color castano scuro invece che biondi,) e alla presenza dell’aureola sul capo del Bambino. Anche lo sfondo è diverso e meno rilievo viene dato all’eremita.
Si trattava di una copia commissionata per una cappella privata all’interno dell’Alcázar? O forse dell’esercitazione di un allievo di talento di una bottega sivigliana, che affinava la sua tecnica replicando un capolavoro locale?
Certo, è un’ulteriore testimonianza della grande diffusione del culto di san Cristoforo a Siviglia, anche in età di Controriforma: depurato da alcuni elementi iconografici più leggendari (la macina di mulino e i pellegrini alla cintura), il nostro santo resta amatissimo, anche per la sua funzione taumaturgica.
